PISTOIA. Mentre al nord molti allevatori toscani partecipano al presidio davanti alla Lactalis di Ospedaletto Lodigiano, si moltiplicano le iniziative sul territorio regionale. La guerra del latte a Firenze oggi ha avuto le braccia di Anna Signorini e Giuseppe Corsini, allevatori d’altura a Cutigliano nel pistoiese (a quota 1300 metri), che hanno lavorato e offerto latte, ricotta e formaggi di loro produzione ai visitatori di Food&Wine, la manifestazione espositiva organizzata dall’Associazione Cuochi, che si tiene alla Stazione Leopolda.
Una delle tante iniziative dei produttori Coldiretti contro la decisione unilaterale dell’industria che ha tagliato i compensi per il latte alla stalla di oltre il 20% rispetto allo scorso anno, proponendo accordi capestro che fanno riferimento all’indice medio nazionale della Germania, con una manovra speculativa ingiustificata e quindi inaccettabile.
Una palese violazione delle norme poiché il prezzo corrisposto agli allevatori è inferiore in media di almeno 5 centesimi rispetto ai costi di produzione, che variano dai 38 ai 41 centesimi al litro secondo l’analisi ufficiale effettuata dall’Ismea in attuazione della legge 91 del luglio 2015 che impone che il prezzo del latte alla stalla debba commisurarsi ai costi medi di produzione.
A risentirne tutte le stalle, in particolare quelle montane che hanno costi produttivi molto maggiori della media e che, oltre a produzioni eccellenti, contribuiscono a tutelare l’assetto idrogeologico del territorio. Realtà che reggono solo con tanti sacrifici e capacità di innovazione.
Purtroppo l’iniquo compenso ai produttori di latte da parte dell’industria si abbatte soprattutto sugli allevamenti montani: a livello nazionale nel 2015 hanno chiuso circa mille stalle, oltre il 60% delle quali si trovava in montagna.
[coldiretti pistoia]