FIRENZE. Mare agitato nelle acque di Anci Toscana.
A due giorni dall’elezione del Presidente, ruolo che diventerà sempre più importante in considerazione delle riforme istituzionali degli ultimi mesi, è ancora molto incerto chi andrà a ricoprire la carica.
Da un lato Sara Biagiotti, Sindaca di Sesto Fiorentino e terza donna del camper renziano, unica rimasta per ora senza ruoli di primo piano dopo l’ascesa irresistibile delle sue colleghe “camperiste”, Maria Elena Boschi e Simona Bonafé, l’una assurta al ruolo di Ministro per le riforme istituzionali, e la seconda neoeletta al Parlamento Europeo; dall’altro, Oreste Giurlani, da poco eletto Sindaco di Pescia, che ha riconquistato il Comune al centrodestra dopo una durissima battaglia per le primarie del centrosinistra, ed un ottimo exploit alle elezioni del maggio scorso. Non-renziano.
Diverse le candidature, diverse le storie, e diversi i “grandi elettori” che sostengono la prima ed il secondo.
La Sindaca sestese è infatti sostenuta dall’establishment del Pd Toscano, “giù giù per li rami” dal Segretario in poi, con un fuoco di fila, per garantire alla giovane politichessa (i renziani sono giovani a prescindere, anche se sfiorano i quarantacinque anni) l’appoggio e il supporto dei colleghi di tutta la Toscana.
Oreste Giurlani, invece, sostenuto da tanti Sindaci dei Comuni montani e non solo, quegli stessi che da anni, come Presidente di Uncem, rappresenta.
In effetti, la Sindaca di Sesto Fiorentino sembra rappresentare alla perfezione il “crisma” renziano: ha seguito il leaderissimo-Bomba fin dall’inizio (è stata sua Assessora a Firenze, nominata in sostituzione dell’altrettanto renzianissimo Dario Nardella, forse perché a Firenze non c’erano competenze sufficienti), è giovane (più o meno), è di area fiorentina – dalla Città metropolitana in giù il renzi-pensiero ha conquistato più Toscana di quanto fece Lorenzo il Magnifico (senza offesa per l’autore del Chi vuol essere lieto sia…) – ed è ovviamente fedelissima alla linea. In più, è decisamente propensa alla tecnologia, tanto da aver giurato fedeltà alla Costituzione non sulla storica copia cartacea presente in Comune, ma sul suo i-pad nuovo di zecca (dopo averla scaricata anche perché “fra l’altro è gratis”) e saltando anche il passaggio della discussione sul suo programma, come di prassi.
D’altronde, oggi come oggi, anche il tempo è denaro e del “grasso che cola” degli sprechi della Pubblica Amministrazione la renziana Sara ha deciso di tagliare fin dall’inizio, sorvolando sulla discussione delle linee programmatiche.
La partita è ancora tutta aperta. Il voto potrà essere segreto, e nel chiuso dell’urna Renzi – come Stalin – non potrà “vedere” l’operato dei Sindaci. Potrebbero dunque esserci sorprese per chi ha risposto all’investitura renziana. Perché i Sindaci dovranno eleggere la figura che li guiderà per i prossimi cinque anni (ben oltre i mille giorni di Renzi), e forse potrebbero scegliere l’esperienza del sempre presente Giurlani rispetto all’i-pad della “giovane del camper” – terza fra le classiche ‘Grazie’.
Non ci resta che attendere: due giorni non sono poi così lunghi. Anche se in epoca di socialnetwork in due giorni possono succedere molte cose.
Serena Cortesi