ANDREA BASSANI, POETA TERAPEUTA

Dora Donarelli e Andrea Bassani
Dora Donarelli e Andrea Bassani

PISTOIA. I numeri per diventare un poeta sembra possederli tutti, Andrea Bassani. Certo, la sofferenza che si porta dietro e che solo ora inizia a metabolizzare rappresenta senza meno un elemento che lo facilita molto, nel percorso artistico.

Ma il suo dolore introspettivo, per molti versi totale, non cosmico, beninteso, ha spesso e volentieri il respiro poetico che si deve. Lo abbiamo scoperto oggi, nella tarda serata. L’occasione di ascoltare alcune delle sue poesie gli è stata offerta dalla saletta delle Sale Affrescate di Palazzo di Giano, dove, così come era stato debitamente programmato all’interno delle rivisitazioni Sul palco degli anni 70 , è stato organizzato l’incontro da Dora Donarelli e Ernesto Marchese, due conosciutissimi ex professori che non hanno mai smesso di salire in cattedra.

Un piccolo ed intimo reading: sul leggìo in legno, con alle spalle una fonte luminosa che tradiva la musica scaricata da una semplice pendrive che immergesse nell’atmosfera, si sono alternati i due ex prof, che con tempi e tonalità diverse, ma comunque gradevoli, hanno interpretato alcune odi scritte e raccolta su semplici fogli A4 da Andrea Bassani.

Non sappiamo quanto gli importi pubblicarle, queste riflessioni: a lui preme soprattutto che si leggano. Ascoltarle, per Andrea Bassani, vuol soprattutto dire interfacciarsi con il proprio passato, un trascorso che per molti versi ha bisogno di riscattare e rinnovare. Trentaquattro anni, di Bergamo, il giovane autore ha deciso, dopo una serie di peripezie spesso borderline, di staccare la spina dal suo mondo, fatto di eccessi e di un futuro assicurato dall’azienda paterna e ha intrapreso la strada della riflessione. Quella massiccia, senza tregua, senza se e senza ma. Lo ha fatto grazie anche e soprattutto all’appoggio spirituale offertogli da un francescano con il quale sta vivendo e condividendo questa resurrezione.

Ci permettiamo di suggerirgli, anche in virtù del nostro laicismo che continua fortunatamente a condizionarci, di continuare a comporre versi, lasciandosi trasportare dal medesimo distacco implosivo che ne ha caratterizzato questi esordi, senza però confondere l’aspetto puramente artistico con il suo percorso.

Per rialzarsi, insomma, credo che la buona volontà eserciti ancora un impulso straordinario e che gli anelli che sporgono sulla pareti dei vari versanti della vita e sui quali puntare gli scarponi per sorreggersi, darsi la spinta e provare a tornare in alto e respirare l’aria più pura ci siano al di là dei suggeritori pronti ad indicarceli. La poesia è una scatola magica di domande, senza risposte: quelle dobbiamo darle noi, autori e ascoltatori. Casomai facendole leggere a Dora Donarelli.

luigiscardigli@linealibera.it

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