PONTE BUGGIANESE. Veniamo in contatto con due signore della Valdinievole: ci raccontano una strana vicenda, non ancora conclusa, che ha tutta l’aria delle tipiche cose all’italiana.
In pratica dall’inizio di settembre, in località Albinatico, nel comune di Ponte Buggianese, nel giardino-resede di una casa semiabbandonata, le nostre lettrici notano la presenza di tre cani, meticci lupoidi.
I tre animali vivono in ambiente più che degradato: erba alta, pneumatici fuori uso a iosa e montagne di rifiuti di ogni tipo. Non appaiono denutriti, ma le condizioni sono pietose: si grattano in continuazione e uno di loro struscia a terra il sacco scrotale.
Insomma, ci sarebbero i presupposti per l’articolo 727 del codice penale, che punisce l’abbandono di animali e chi provoca la loro sofferenza.
Le due signore segnalano la circostanza alle guardie zoofile del Wwf, che l’8 settembre effettuano il sopralluogo ad Albinatico, verificando, dall’esterno dei cancelli del giardino-resede, la gravità della situazione.
Parte così una chiamata, finalizzata a comunicare la notizia di reato, all’Asl e alla polizia municipale di Ponte Buggianese: entrambi i soggetti interpellati, tuttavia, sono impegnati altrove.
Nonostante questo le guardie zoofile, circa tre giorni dopo, riescono a contattare la proprietaria dell’edificio in cui i cani sono tenuti “prigionieri”, che sembrerebbe disponibile a presentarsi sul posto e permettere un accertamento ai soggetti preposti delle condizioni in cui vivono gli animali.
Così si presentano guardie zoofile, polizia provinciale e Asl (la polizia municipale è impegnata): non la proprietaria.
Soltanto il 22 settembre, dopo vari solleciti alla proprietaria, è possibile svolgere il sopralluogo nel giardino-resede; questa volta ci sono tutti: Asl, polizia municipale di ponte Buggianese, Polizia Provinciale e guardie zoofile del Wwf.
Viste le valutazioni del veterinario dell’Asl, il Comune emette un’ordinanza nei confronti della padrona dei cani: la stanza in cui dormono i tre meticci va “disinfestata” perché c’è il rischio che si possano contagiare anche le persone. Inoltre sono impartite delle prescrizioni dettagliate, da eseguire entro dieci giorni, tra cui anche la rasatura urgente e una serie di esami e visite.
Queste informazioni le abbiamo avute a seguito di una ricerca per altre vie e non dalle nostre lettrici. L’ordinanza del sindaco è stata inviata al presunto luogo di residenza della padrona dei cani, ma non ancora notificata. La proprietaria è irreperibile.
Fatto sta che oggi siamo al 18 ottobre e permane una condizione di totale immobilismo. Bastava che l’ordinanza fosse affissa all’albo pretorio comunale, come per norma e per prassi avviene nei casi di irreperibilità dell’interessato.
Affiggere l’ordinanza all’albo pretorio permette infatti di far decorrere i tempi, nel caso in questione dieci giorni, e far così scattare l’esecuzione con eventuale sequestro.
Già il sequestro: alla luce dell’irreperibilità della proprietaria dei cani, un magistrato dovrebbe autorizzare il bliz nel giardino-resede con relativo sequestro degli animali. Ma chi pagherebbe le cure e la permanenza in canile?
Maliziosamente si potrebbe ritenere che questo immobilismo in un certo senso sia voluto, perché diversamente l’amministrazione di Pier Luigi Galligani dovrebbe sobbarcarsi di tutte queste spese, che è poi ciò che un comune è chiamato a fare.
Ripetiamo, si tratta di una nostra maliziosa ipotesi e saremmo ben lieti di essere smentiti. Tra l’altro sembra che le nostre lettrici avessero precedentemente contattato La Nazione e Il Tirreno per raccontare questa storia di immobilismo e inefficienza della burocrazia, ma, nonostante la promessa di un pezzo, tutto è rimasto nel dimenticatoio.
Ciò non stupisce, se ripensiamo alla censura subita dall’ex consigliere Fabrizio Geri, a cui il quotidiano pistoiese di via Vannucci aveva ripetutamente promesso la pubblicazione, mai avvenuta, di un comunicato (vedi Geri pungente a Paci sul ruolo della Fondazione).
In Italia le norme ci sono, ma non funzionano perché non vengono applicate: per il momento il caso di Ponte Buggianese rientra nella regola, dimostrando che la macchina burocratica, pur costosissima per il bilancio dello Stato ed elefantiaca in termini di personale, non assolve il compito per cui viene mantenuta.
Il fatto che concetti come “trasparenza”, “legalità” e “diritti degli animali”, così cari a tanti politici, siano buoni solo lì per fare tanti discorsi di facciata, costituisce solo un aggravante che dovrebbe, al contrario, spingere l’opinione pubblica a esigere non più serietà, ma la serietà.
Da stamattina l’ordinanza è stata affissa all’albo pretorio di Montecatini Terme, comune di residenza della persona interessata. Si tratta di un passaggio dovuto e comunque previsto. Linee Future ha solo “velocizzato” il normale iter burocratico …