annalisa, ti scrivo. ANCORA SULLA “LETTERA PRIVATA” DI GESÙ BAMBINO DI NAZARETH AL PADRETERNO RINO “СОВЕТСКИЙ” FRAGAI

Il caso Nesti, ovvero quello di un dipendente pubblico che resta al posto cui rivendica di aver diritto anche se non ne ha mai vinto il concorso, è indicativo di come funzionino procura della repubblica, amministrazioni pubbliche, Vpo e giudici varj nella “Terra Aperta” dei panaj favorevoli al magistrato scout che redime le prostitute sulle rotonde di Agliana


E Il Tirreno la narrò ancora imperfetta…

AL PETTINE RITORNA SEMPRE IL NODO

MA IL CITTADINO NON PUÒ DIR «I’ GODO!»


Corpo di reato: per questa foto dell’aprile 2015, il Nesti ci ha fatto querela e i Pm della Procura hanno deciso a bomba un bel rinvio a giudizio, dopo tre anni. Ma che rapporti corrono fra il fu-comandante e gli uomini che possono fare insindacabilmente quello che vogliono? Finché non sarà chiarito bene questo aspetto, fidarsi delle «autorità costituite» è un serissimo problema…

 

Il 10 giugno scorso, nell’aula della giudice Daniela Bizzarri, oltre che assistere alle richieste del Vpo Alessandro Baccelli, che sollecitava la nostra condanna; battute di scena preparate da Curreli via cellulare, e recitate in aula su imbeccamento “ad hoc” del pròvvido scout, il grande assente; abbiamo dovuto subire anche una lunga eruttazione (il termine è biblico, non rompiamo le cosiddette palle!) moralistica dell’Annalisa Lucarelli, circa i diritti del Nesti di ricorrere a suo piacere contro il Tar della Toscana e il Consiglio di Stato.

L’Annalisa ha più volte ribadito il concetto secondo cui, dinanzi alla piena ragione del suo assistito a fare tutti i percorsi giurisdizionali che voleva, gli stronzi alla De Luca eravamo noi non-giornalisti (di fatto ci ha definito così, perché lei è un’esperta in morale catto-avvocatil-giornalistica) che non abbiamo fatto il nostro dovere poiché avremmo fatto credere ai beoti che i buoni comunisti di Agliana li avevano inculés dal 1999 al 2015 facendo loro ingojare il Nesti responsabile di un posto che non era suo.

Avremmo – questo il pensiero dominante dell’Annalisa – concimato di diffamazione sia il Nesti che la sua innocente letterina a Rino Fragai. A morte, dunque, il Bianchini e il Romiti. E viva il martire, casto e puro (ma di cervello non poco duro) che ha annaspato e annaspato in tutti i modi, per anni 15, per essere recuperato e collocato dove era stato dichiarato vincitore con un solo piccolissimo problema: che lui vincitore non era. Vi sembra poco?

L’innocenza lavata con Omino Bianco & Perlana della letterina ruffianesca del Nesti a Fragai (qui ribattezzata “L’ingenua lettera privata di Gesù Bambino di Nazareth al Padreterno”, per chi legge davvero le carte (noi) e non per chi dichiara di averle lette senza averlo mai fatto (lèggansi: Curreli, procura, giudice Luca Gaspari, polizia giudiziaria, Vpo & Cinci Frugiatàj varj, si ricava perfettamente dalla citazione che segue. Un bel baciamo le mani a Vossia del Nesti a don Sinagra o don Cuffaro a scelta vostra, il sovietkomissar Rino[ceronte] Fragai.

Scriveva, infatti, il cerimonioso mai-comandante: sulla mia storia e le vostre decisioni «possono delinearsi questi scenari:

L’Amministrazione, se vuole dare seguito [ma non necessariamente] alle implicazioni che tale annullamento comporta, redige una nuova graduatoria dove sono collocato al secondo posto e chiama in servizio Goduto, riservandosi di assegnare o meno la PO. A parte il contenzioso che, a quel punto, dovrò aprire io contro la negligenza della Commissione e dell’Amministrazione che ha approvato l’opera, come Le ho già anticipato*, mi vedrei – allo stato degli atti – ricollocato da D6 in C2.

O gentile e mai sorridente Annalisa, cui sembra che manchi perfino il minimo senso dell’umorismo: è vero che noi giornalisti indegni di richiamare Indro Montanelli in testata, siamo idioti, deficienti, cretini e incapaci di sintesi, come spesso dice il suo associato Andrea Niccolai ai suoi clienti: ma, se non le dispiace (e se non dispiace al suo piccolo, ma ormai cresciutello, fammi crescere i denti davanti), non crede che il Nesti stia parlando, in buona sostanza, dei cosiddetti «cazzi suoi» (e non dell’interesse dei cittadini di Agliana) a mo’ di una ciceroniana “pro domo sua” e, aggiungo, suorum maledettorum interessorum privatorum et bastat?

Nesti, nella letterina, parla dell’accoglimento della decisione del Consiglio di Stato come se fosse materia discrezionale da accogliere o rigettare da parte del Comune di Agliana (se vuole dare seguito [ma non necessariamente] alle implicazioni che tale annullamento comporta) e dà le sue coordinate ben precise per l’azione amministrativa del Rino[ceronte] Fragai.

Sono suggerimenti analiticamente descritti e indicati al potere, che incarnano alla perfezione la formula mussoliniana È l’aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende. In pratica L’Amministrazione … redige una nuova graduatoria dove sono collocato (il mai-comandante sta parlando di sé e non del cinci dell’Aiazzi) al secondo posto e chiama in servizio Goduto (il vero vincitore del concorso del sindaco Giunti), riservandosi di assegnare o meno la PO.

Il dottor Mauro Goduto. Era lui il vero vincitore. Ma il saggio Curreli parteggia per l’ex-Vpo Nesti e tenta di far sparire la verità su amministratori che, con l’interesse pubblico, non hanno in comune neppure un’unghia del mignolo di un piede

Sottolineo l’ultima espressione riservandosi di assegnare o meno la PO: per chi crede fideisticamente nell’innocenza del Nesti (parlo del Curreli che non legge un corno di nulla, e di avvocati, Vpo e giudici che non leggono neppure un violino), la frase ha uno e un solo significato: fate venire il Goduto ma non dàtegli la Posizione Organizzativa (= la direzione del corpo dei vigili). Apertis verbis: dategli la POI, acronimo per Posizione Ordinaria dell’Inculato.

Volete sapere a cosa corrisponde, con precisione, questa prospettazione nestiana? Al cosiddetto PC ovvero il Piano Ciampolini. Nesti, dopo 10 anni di protezione mafio-politica assicuratagli da Paolo Magnanensi, passata poi alle amorevoli cure della sindaca Ciampolini, cominciava a pesare e non poco sui maroni della giunta aglianese. Per questo l’Eleanna lo chiamò e gli fece una proposta che sensata non era affatto, ma in compenso era perfettamente indegna dei democraticissimi e legalitari amministratori Pd etc.: assumiamo il Goduto, gli rendiamo la vita impossibile, lui “si leva di culo” e tu, nostro unico e vero comandante di fatto, nostro prediletto, subentri come secondo in graduatoria. E ci avevano messo 10 anni e una sentenza autoesecutiva del Tar per arrivare a questa ingiustizia mafiosa? Diavolo che intelligenza fina!

Se in questo processo con la giudice Daniela Bizzarri avessimo come Vpo Riccardo Bastianelli, il persecutore di Romiti, ci verrebbe immediatamente chiesto: «Ma voi come lo sapete che le cose stanno così? Le avete sapute direttamente o solo per sentito dire? Dàtene conto subito o tacete per sempre».

E l’unica risposta possibile, a questo punto, sarebbe, per tutta questa gente che tifa, difende e blinda il suo «prossimo sociale» Nesti, la citazione incontestabile ex art. 2, comma 3 (che nessuno di loro ha mai letto) che recita: «Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse».

Basta. E non abbiamo altro dovere. A meno che, da buoni fascisti, i Pm, i sostituti, i giudici e i Vpo che tirano la volata al Nesti su pressione del Curreli, non decidano che certi dati debbano essere messi in chiaro con nomi, cognomi. Ma in tal caso lo stesso Curreli dovrebbe dirci perché Maurizio Barbarisi ci narri (per ben 2 volte) che lui è un protetto a Roma (Csm e Anm) e a Genova (procura), dichiarandone i nomi i cognomi e indirizzi di chi lo tiene in piedi a ogni costo.

E tutto questo è logica ineccepibile o, al contrario, sterco puzzolente?

Anche Gaspari, poco onorevolmente, volle assecondare Curreli. Perché il giudice non lesse le carte di cui era in possesso? Volle forse fare lo struzzo per non alienarsi i padroni fuori controllo del Terzo Piano?

Concludo. Il caso Nesti, ovvero quello di un dipendente pubblico che resta al posto cui rivendica di aver diritto anche se non ne ha mai vinto il concorso, è indicativo di come funzionino la procura della repubblica, le amministrazioni pubbliche, i Vpo e certi giudici (penso, per ora, solo a Luca Gaspari: che non ha letto nulla della discarica di cazzate scaricàtegli addosso da Curreli, Coletta e Grieco) nella Terra Aperta dei panaj favorevoli a Vicofaro.

Qui, o mai-sorridente Annalisa, che fra l’altro non risponde neppure a un buongiorno, ha ragione il vostro amico PiercaVillo Davigo: tutti sono innocenti finché non vengono pizzicati. Ma il vostro Nesti sembra che l’abbiano gonfiato un esercito di calabroni inferociti!

Da aggiungere solo che questo vostro blandito Gesù Bambino di Nazareth, che scrive al suo Padreterno-Rino[ceronte], innocente lo è per volontà della procura e basta: i fatti parlano tutti diversamente, anche se Curreli batte i piedini per terra.

La vostra procura di cui il Nesti è stato Vpo e alla quale – chissà – potrebbe avere reso servigj tali da potersi sentire blindato e protetto in eterno.

Credete proprio che questo possa durare in saecula saeculorum amen, o «autorità costituite» tutrici dei nipoti del ladro in Duomo?

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* – Il Nesti, evidentemente, non è la prima volta che, per i suoi casi, approccia il Rino[ceronte]…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana



Parole e azioni devono essere in sintonia

SEPOLCRI IMBIANCATI

Non ci avete chiuso il giornale perché eravamo clandestini, ma perché mostravamo e dimostravamo che i veri clandestini eravate voi che stavate difendendo un malaffare in nome della Giustizia.

Questo è vero giornalismo montanelliano. E questo è un tempo assai peggiore di quello di Giacomo Matteotti, dato che è spudoratamente condizionato da una nobile sinistra democratica, cattolica e progressista (all’indietro).


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