ANTONIO GENTILE SI È DIMESSO. E RICCARDO NENCINI?

Antonio Gentile
Antonio Gentile

HO APPRESO con piacere che Antonio Gentile, sgradito e sgradevole sottosegretario del Governo Renzi, accusato di aver tentato di imbavagliare il giornale “L’Ora della Calabria” perché “reo” di diffondere notizie a lui sgradite, ha infine tolto il disturbo. Bene! Bella notizia, mi sono detto.

Ma allora, da toscano, dipendente regionale ed iscritto al P.D., mi sono anche domandato: ed un individuo, anche lui sgradito a tanti, la cui presenza è del tutto inutile dal punto di vista numerico, come il sig. Riccardo Nencini, cosa ci sta ancora a fare ad occupare la carica di viceministro alle Infrastrutture? Non è possibile che Matteo Renzi non sappia chi è Riccardo Nencini. Non è possibile che non sappia che costui è un oscuro ed inquietante epigono di poteri nello stesso tempo forti e per niente chiari, in Toscana ed altrove. Altrimenti non si spiegherebbe come, con il suo simulacro di Nuovo Psi (nuovo dove, poi?) il quale raccoglie a malapena tra lo 0,7 e l’1% dei consensi, abbia ricoperto, fin da giovanissimo, le più svariate cariche, in Toscana (a lungo Presidente del Consiglio Regionale e poi Assessore al Bilancio e ai Rapporti istituzionali della Toscana) ed oltre (Europarlamentare, Deputato, adesso Senatore); una cosa assolutamente inspiegabile e fuori di ogni concetto di corretta rappresentanza democratica, come si può ben capire.

E non si spiegherebbe come costui, da Assessore al Bilancio abbia potuto “mungere” da casse altrimenti esangui ed indisponibili per altri e ben più nobili impieghi, qualcosa come trenta milioni di euro per mondiali di ciclismo poi rivelatisi un clamoroso flop economico, senza che nessun organo di informazione abbia poi avuto il coraggio di denunciare il fatto.

Riccardo Nencini
Riccardo Nencini

Cosa può allora spingere Matteo Renzi a dover tenere per forza conto di un partito, questo veramente sì, di morti viventi, messi insieme solo per ragioni di pura conservazione del potere, senza che di tale partito traspaiano programmi, iniziative che lo caratterizzino, identità alcuna?

Non è possibile, infine, che Matteo Renzi non sappia che l’individuo di cui si parla è stato condannato dal Tribunale della Corte di Giustizia della Unione Europea in seguito ad una indagine dell’Ufficio Antifrode della stessa U.E. a restituire la bellezza di euro 455.903,04 fraudolentemente percepiti per spese di segreteria, viaggi, assistenza, ecc.

Ed allora, per concludere: cosa è cambiato rispetto al passato se ancora si è costretti ad assemblare una accozzaglia di personaggi così, solo per accontentare tutta la marea di conventicole che insistono ad occupare il Parlamento?

Dove è andata a finire la tanto declamata rottamazione, se poi l’unico vero rottamato è stato l’onesto e degno Enrico Letta, solo per occuparne il posto con una spudorata e meschina operazione di pirateria, e gente come Riccardo Nencini continua senza problemi ad allargare, immeritatamente il proprio potere?

Piero Giovannelli
Iscritto al P.D.
Tessera n. 9722, circolo Pistoia Ovest

 

Caro Giovannelli,

Erasmo D'Angelis
Erasmo D’Angelis

lei sa quanto io la stimi. Proprio per questo, non solo sottoscrivo il contenuto del suo intervento, ma aggiungo anche un altro ‘campione’ che sarebbe stato da rottamare, ma che è, evidentemente, ancora sulla cresta dell’onda per meriti segreti agli occhi del buon ‘bamboccetto’ scappato dall’asilo infantile: Erasmo D’Angelis (vedi). Ha scoperto la politica e ha smesso di lavorare; ci ha venduto – direi malamente – l’acqua di Publiacqua, ed è stato opportunamente ricompensato, sia con Letta, sia, ora, con il rottamatore (o pseudo-tale) – e mi permetta di dire dei nostri stivali.

Sottoscrivo questo suo passaggio «Ed allora, per concludere: cosa è cambiato rispetto al passato se ancora si è costretti ad assemblare una accozzaglia di personaggi così, solo per accontentare tutta la marea di conventicole che insistono ad occupare il Parlamento?» e mi domando: come poter stare a sorreggere un partito che sorregge individui di questa fatta, Renzi compreso?

Edoardo Bianchini

Print Friendly, PDF & Email