apologie. GIANNI SCARPA FESTEGGIA

 

la nostra intervista

CHIOGGIA-PISTOIA. Abbiamo trattato la vicenda della Playa Punta Canna solo per fare un’esercitazione e riflessione autentica sul molto calpestato e vilipeso “diritto di opinione”, perseguitato dai pensatori “politicamente corretti”. L’atteggiamento è molto frequente nella “Città capitale della Cultura”, ovvero dei “Sepolcri imbiancati”.

Evviva: il nostro “ardimento” (la nota autarchica del significato semantico è casuale) è stato premiato. Conseguentemente, la nostra scorrettezza viene infatti premiata dalla Giustizia, ovvero dalla Magistratura inquirente competente, dopo una “lunga” indagine di oltre sei mesi, ampiamente dibattuta nei talk-show.

Intimazioni o apologia?

Avevamo convincimento solido che l’amico Gianni Scarpa fosse un ottimo commerciante e un simpatico affabulatore, ma che avesse solo conquistato e selezionato la clientela più ideale al suo stabilimento: l’esposizione interna nell’ufficio (chiamato “bureau”) di alcune immagini di Mussolini era limitata a una zona interclusa e comunque le immagini proposte erano più allegoriche che apologetiche.

Apologia del fascismo nella citazione di Eszra Pound?

Dunque, la notizia della avvenuta richiesta di archiviazione del fascicolo presso il Tribunale di Venezia avanzata al Gip dal Procuratore Capo Bruno Cherchi e dalla pm Francesca Crupi non potrà che compiacerci.

Anche la magistratura inquirente, come noi, avrebbe ritenuto le foto del Duce e i richiami all’ordine e al manganello una “articolazione del pensiero del gestore” e niente di riconducibile alla apologia del fascismo (l’ipotesi di violazione era sull’art. 4 della legge 645/1952, legge Scelba).

Tutto questo si chiama anche “critica logicamente argomentata” o “realpolitik” per quelli che la vorranno ideologizzare.

[Alessandro Romiti]

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