appastati & rimpastati. SOGNO DI UN ASSESSORE DI MEZZA ESTATE 2. FANTAPOLITICA E MOVIMENTI TELLURICI SOTTO LA TORRE DI CASTRUCCIO

Quando Cristo era in croce e stava per morire di geloni ai piedi (così scriverebbe la signora Daniela Ponticelli dell’Usl Centro Toscana se Paolo Morello Marchese glielo chiedesse…), esclamò a gran voce Eli Eli lama sabactàni? Ora lo dico io così, a te: Elia Elia, perché mi hai abbandonato…?

GIUNTA SALDA, SVEGLIA E LÈSTA:

COSÌ L’ERA E COSÌ RESTA!


Elia Gargini si prepara a traversare le dune…?

 

NEL POMERIGGIO, verso le 17:15, il nostro infaticabile Andrea Balli mi avvisa:

Scrive Elia Gargini sulla pagina facebook di Linea Libera a commento del pezzo “Sogno di un assessore….”:

Direttore caro, a Casale si dice “o giocà o chetassi”. Ce la giochi una cena che la giunta non cambia?

E che quei due minuti t’avrebbero risparmiato di scrivere una bischerata come quando l’estate scorsa scrivesti che io sarei andato a Roma a fare i caminetti col La Pietra (maschio) per far fuori Roy o altre boiate inventate da alcuni tuoi informatori che il sabato sera non hanno di meglio da fare?

Se accetti la scommessa, per me penne alla zingara e una bella bistecca che dopo lo stress del Covid c’ho da reintegrare!

A presto, e se vuoi questa risposta pubblicala pure!

RISPONDENDO A ELIA

Come sai, quando Cristo era in croce e stava per morire di geloni ai piedi (così scriverebbe la signora Daniela Ponticelli dell’Usl Centro Toscana se Paolo Morello Marchese glielo chiedesse…), esclamò a gran voce Eli Eli lama sabactàni?

Ora lo dico io così, a te: Elia Elia, perché mi hai abbandonato nella disperazione di pensare che posso avere scritto delle bischerate? Non ti ho telefonato – come ho scritto stamattina – perché mi avresti risposto esattamente come mi stai scrivendo e non volevo sentire quello che hai detto.

A volte sono uno di quei sordi che non vuole sentire e non c’è di peggio. Voglio però raccontarti, in due battute, una storiellina bellina di altri tempi.

Quando tutta la sinistra pistoiese si faceva harakiri per la Breda giurando, perfino su dio (in cui non crede neppure la maggior parte dei preti di sinistra), che si sarebbe squarciata il ventre prima di vederla venduta, questo qui, che son io, quello delle bischerate, ripeteva – come un disco rotto – «Cari miei, ve la vendono eccome! È solo questione di tempo, come la canzone di Nicola Arigliano».

I bredaioli ideologizzati mi ricoprivano di insulti e pernacchie. Volevano più bene alla Nazione e al Tirreno che a me (allora Quarrata/news). Il Bertinelli portava tutti a Pistoia, compreso Fassina, a tranquillizzare i bredaioli. Ci portò, mi pare, anche il Gozi a Pistoia: te lo ricordi quello che si è poi candidato con Macron e, credo, ha fatto una brutta fine?

O non doveva restare italiana?

Ecco: la Breda – venduta sin da sùbito dal grande capo Vannino ai napoletani – non fu ceduta alla General Electric come sostenevo io, ma dagli americani si salvò solo per un soffio. Ma mi dici, ora, di chi è? È dei pistoiesi, forse? È di quelli che si sarebbero sbuzzati pur di difenderne la pistoiesità (dio ci scampi!)? Non mi risulta pur se, dopo essere scivolata nelle mani del Mikado, anch’essa, come il Comune di Agliana, parla in Nippo-Letano (testa in Giappone e lingua manfellottico-vesuviana). E un giorno, sta’ certo, sarà anche delocalizzata: perché… chi ci resiste in Italia tra tutti questi comunisti che ti scassano i corbelli tutto il giorno tutti i giorni?

Con te ho già scommesso un piatto di pasta aglio olio e peperoncino, quindi non ho problemi. La prossima volta, però, scrivimi sul giornale: contrariamente a tutti voi politici, io non ho e non voglio avere né accedere a quel troiaio che è facebook. Fa schifo, è roba da lavandaie da gora.

Si dice: chi vivrà, vedrà. Personalmente mi diverto a non giocare e a seguire la legge di Amleto «parlo quanto voglio e non sto cheto»!

Scacchi. Si gioca o no?

Il vostro della giunta, però, è un falso problema, Elia. Avete una squadra – per dirtela tutta – con pedoni, cavalli e alfieri più statici di chi, come me, non s’è accorto nemmeno del Covid-19 perché non esce mai di casa. Una scossettina, come si faceva con gli orologi «quando s’èramo pòeri» (si diceva a Lucciano), gli farebbe bono: il bilanciere potrebbe ricomunicare a correre, rimettersi in moto. Sennò tra chi non ha fatto nulla e chi non ha fatto una minchia, finisce che in 5 anni, sono state fatte solo distribuzioni di pani e di pesci in nome dell’emergenza Covid.

Comunque non perdiamo la calma, Elia. Domani ci sarà l’incontro FdI-Fi-Lega/sindaco e poi si vedrà… “Se non ora quando?” come il libro di Primo Levi. Boh!

I problemi non ce li avete soltanto voi. Ce li ha – e molto peggiori dei vostri – il signor Pd. Primo perché c’è una lotta al coltello fra due gatti. Uno è bello rotondo (il Mochi) e uno asciuttino e seccolino (il Corsini): si sfideranno fino all’ultimo “ugnello”. Ma tieni presente che gatto Leardo, pur se magretto, è aiutato dalla assai protettiva e territoriale gatta Franca Frosini, quella dei Forti Legami.

Gatta da pelare. Circolo Arci Masotti ripreso da drone

Soprattutto, però, il Mochi, appassionato di tiro all’anatra con dei fucili ganzi che però non passano indenni (si dice) alle frontiere del Quarto Reich; quel micione lì, è vero che anche lui ha una gatta, ma solo da pelare. E una gatta non di poco conto, dato che il Pd masòttico rischia di perdere (chissà che casino potrebbe esserci dietro) la sede dell’Arci Masotti. Anzi, c’è uno che poco fa mi ha scritto (parola!): «P.S. Se trovo un socio compro all’asta il circolo di Masotti». E questa è peggio del Covid o di quella bravissima persona di Palamara.

Elia, in questo mondo non c’è nulla che dura! Quando mio nonno paterno partì per andare a morire a Careggi di un male che gli aveva regalato la trincea nel 15-18, sul legno (così si chiamavano le diligenze italiane) che lo portava a Firenze trovò un conoscente che gli disse: «Bianchini, n’è morti meglio di te e se n’ènno sarvati di peggio!». Quindi: mai dire mai e mai dire banzai!

Per prudenza, mai dire mai…

NOTA PER ENRICO PRATESI

Quando oggi ho scritto che c’era frizione fra Pratesi e Corsini, intendevo riferirmi alle battute di chiarimento che i due si sono scambiati sul tema discarica del Cassero.

Lo so perfettamente che Pratesi non ha voce in capito nel Pd di Serravalle: perché nella loro democrazia universale, cara anche a Bergoglio, vige un principio unico inderogabile e assoluto che recita: «Se inculi il partito, sei morto e finito!». E il sindaco Pratesi si condannò a morte da solo, quando disse no all’affarismo del Pci, tanto da restare a piedi e disoccupato.

IN USCITA

Buona serata, casalvallini! Da qui e le tre di stanotte c’è tanto tempo per commentare gli avvenimenti e le mie bischerate. Dice che in giro, su quei troiai dei social, c’è più confusione che nelle strade di un suk quando passa una turista occidentale gnùda.

La notte è lunga e non sempre porta consiglio. C’è chi dormirà (io) e chi si gratterà in capo. Come al solito, la vita è bella perché è varia.

Chi lo vede, mi saluti il duce in in via Vecchia Provinciale Lucchese, 19/0, 51030 a Stazione Masotti PT (questa battuta è piaciuta tanto a Ermanno Bolognini, lo so…).

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
Delitto di cronaca, critica, satira e di tiro alle anatre

 

Marco Mazzanti

I Comuni della Piana – Serravalle, Agliana, Montale – sono divertentissimi. Fanno schiantare dal ridere. Ma Quarrata? Non disperate: per ora il tempo manca e gli altri tre fratelli minori tutti insieme me lo tolgono ogni giorno. Ma confido che, a fine estate, possa dedicare ogni mia attenzione a Quarrata e al suo sindaco che gioca benissimo a burraco. Da vero campione!


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