PISTOIA. Sarà presentato venerdì 26 febbraio 2016 alle 16:30 nella Sala delle Assemblee della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia il volume “Archibuseria pistoiese. Maffio archibusiere del XVI sec. e la sua fabbrica di Candeglia”.
La presentazione del libro, edito dall’Isrpt Editore – dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella Provincia di Pistoia – con il contributo della Fondazione, della Società Pistoiese di Storia Patria e della Cna pistoiese, vedrà la presenza di Cesare Calamandrei, presidente emerito degli “Amici dello Stibbert” e Angelo Vicari, esperto di normative sulle armi, già funzionario alla questura di Pistoia e direttore del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica.
Il pomeriggio sarà accompagnato da punteggiature musicali al pianoforte di Matilde Nesti e nell’occasione Cosimo Azzinnari, della Polizia di Stato, mostrerà una collezione di antiche armi da fuoco marcate a Pistoia. In particolare i pezzi sono costituiti da archibugi del 700 e dell’800 con il meccanismo dell’acciarino a pietra focaia.
La filiera delle armi realizzate a Pistoia costituisce infatti l’oggetto del saggio di Paolo Nesti, l’autore, che ha indagato un capitolo tanto fondamentale della storia locale quanto paradossalmente inedito e non studiato. Le armi come arte, seppur considerata minore, nonostante l’altissimo livello di intaglio, tarsia, incisione e incassatura di tanti manufatti celebri, ma anche come tecnologia, collegata al lavoro degli armaioli e alle esigenze militari della comunità pistoiese, sede della più che strategica Fortezza di Santa Barbara.
L’autore ha recuperato dall’Archivio di Stato numerosi documenti sull’attività di Maffio, un archibugiere-imprenditore proveniente della Valtrompia, luogo d’origine del processo produttivo delle armi. La Serenissima, per mantenere il segreto industriale su questa tecnologia aveva addirittura vietato lo spostamento dalla Valtrompia a tutti gli abitanti, senza però impedire, come nel caso in questione, che alcuni stati preunitari riuscissero a importare personale specializzato e know how della fabbricazione delle armi.
L’evoluzione delle armi rappresenta un punto privilegiato della storia della civiltà e andrebbe analizzata laicamente, senza pregiudizi, distinguendo sempre gli strumenti, come le armi, dall’uso che ne fa l’uomo, a cui va attribuita la responsabilità delle guerre e dell’infinita violenza che accompagna, ab origine, la vita sulla terra.
Paolo Nesti, cui si devono importanti contributi su diversi aspetti legati alla storia sociale e del territorio pistoiese in monografie apposite (Pistoia e i suoi mercati. I vitelli, il loro commercio, la loro macellazione; Villa c’era: memorie e ricordi di Villa di Piteccio; Un’epidemia dimenticata: la spagnola a Pistoia (coautore Giancarlo Niccolai); Tra vita regime e cucina: a Pistoia e in Italia) o nei periodici locali quali Le opere e i giorni, Notiziario del Circolo fotografico Il Tempio, Quaderni di Farestoria (Memorie storiche di una miniera; La leggenda dello sport dimenticato; Autostrada A11; Api, inquinamento ed ambiente: potrebbe esserci anche un’ape nel nostro futuro; Da Pistoia al mondo: dedicato a chi conosce la ginestra ma non sa cos’è la sparteina; Quando volare non era coraggio ma temerarietà) viene paragonato da Roberto Barontini, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza, ai “cercatori d’oro del Missisipi”, proprio per il prezioso e prolifico impegno in più occasioni valorizzato dall’Istituto.
[Lorenzo Cristofani]
Vedi anche:
3 thoughts on “«ARCHIBUSERIA PISTOIESE» DI PAOLO NESTI”
Comments are closed.