aria inquinata. LA COLPA? MA DELLE STUFE E DEL TRAFFICO, OVVIO!

Il Direttore di Arpat Dott.ssa Maria Sargentini
Il direttore dell’Arpat Maria Sargentini

PIANA. Abbiamo appena fatto uscire un intervento dedicato alla differenza di qualità tra la carta stampata e quella digitale e, in contemporanea arriva un articolo beffa, dedicato all’emergenza sanitaria da polveri fini.

L’articolo è decisamente rassicurante: anzi è colpevolizzante perché sembra spostare la responsabilità dell’inquinamento sui cittadini che farebbero abuso di stufe a legna, caminetti-barbecue e, ancor peggio, si spostano in automobile.

Diversamente sulle vere responsabilità dell’inquinamento da polveri fini sul territorio della Piana di Pistoia e Prato è prevalente il forte sospetto dell’impianto di incenerimento di Montale: what else?

Si rilegga bene il titolo di un articolo di un quotidiano pistoiese che è icasticamente assolutorio nei confronti dell’inceneritore: “Stufe, caminetti, ma anche il traffico… qualità dell’aria a rischio”.

Solo i cittadini sarebbero, dunque, responsabili dell’inquinamento? Assurda e kafkiana situazione per le pratiche considerazioni intuibili a chiunque: perché non succede niente di simile nelle altre parti d’Italia dove le stufe a legna e i caminetti sono una pratica diffusa?

Chi ha pubblicato l’articolo è stato subito richiamato dalle repliche dal Coordinamento dei Comitati e da Gianfranco Ciulli che ha già fatto richiesta alle amministrazioni di elaborare una rilevazione di inventario degli impianti riscaldanti a biomassa (stufe a legna).

Gianfranco Ciulli
Gianfranco Ciulli

Diversamente le attribuzioni di responsabilità altro non sono che “fuffa”. Ma sulla questione “inquinamento da polveri fini” sussiste un recente contributo, certamente autorevole e scientificamente appropriato, anche reso pubblico in un evento seminariale tenuto proprio ad Agliana lo scorso 21 ottobre.

È stato infatti il portavoce dell’Ordine dei Medici e il Presidente della Commissione ambiente, dott. Ferdinando Santini, a smentire l’Arpat (vedasi grafico nel margine) con una evidenza argomentativa chiara e univoca: l’inceneritore, produce molto particolato fine e ultrafine in quantità di circa i 5/6 del totale, ma questo è escluso dalla considerazione dell’Arpat. Ed è logico, che ne dite?

Le centraline (e quella di via Compietra a Stazione è una di esse) rilevano tutta la massa delle polveri fini indistintamente. Le Pm ultrafini non sono altresì meno pericolose dei superiori calibri di Pm (da 0,5 a 10) dato che sono pervasive di ogni tessuto e attraversano gli alveoli polmonari.

Cosa vorrà rispondere sull’argomento la direttrice dell’Arpat Toscana, Maria Sargentini, sulla vexata quaestio dell’inquinamento da polveri fini, che ricomincia a stringere nella morsa inquinante l’intera piana metropolitana?

[Alessandro Romiti]

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