PIANA. Abbiamo appena fatto uscire un intervento dedicato alla differenza di qualità tra la carta stampata e quella digitale e, in contemporanea arriva un articolo beffa, dedicato all’emergenza sanitaria da polveri fini.
L’articolo è decisamente rassicurante: anzi è colpevolizzante perché sembra spostare la responsabilità dell’inquinamento sui cittadini che farebbero abuso di stufe a legna, caminetti-barbecue e, ancor peggio, si spostano in automobile.
Diversamente sulle vere responsabilità dell’inquinamento da polveri fini sul territorio della Piana di Pistoia e Prato è prevalente il forte sospetto dell’impianto di incenerimento di Montale: what else?
Si rilegga bene il titolo di un articolo di un quotidiano pistoiese che è icasticamente assolutorio nei confronti dell’inceneritore: “Stufe, caminetti, ma anche il traffico… qualità dell’aria a rischio”.
Solo i cittadini sarebbero, dunque, responsabili dell’inquinamento? Assurda e kafkiana situazione per le pratiche considerazioni intuibili a chiunque: perché non succede niente di simile nelle altre parti d’Italia dove le stufe a legna e i caminetti sono una pratica diffusa?
Chi ha pubblicato l’articolo è stato subito richiamato dalle repliche dal Coordinamento dei Comitati e da Gianfranco Ciulli che ha già fatto richiesta alle amministrazioni di elaborare una rilevazione di inventario degli impianti riscaldanti a biomassa (stufe a legna).
Diversamente le attribuzioni di responsabilità altro non sono che “fuffa”. Ma sulla questione “inquinamento da polveri fini” sussiste un recente contributo, certamente autorevole e scientificamente appropriato, anche reso pubblico in un evento seminariale tenuto proprio ad Agliana lo scorso 21 ottobre.
È stato infatti il portavoce dell’Ordine dei Medici e il Presidente della Commissione ambiente, dott. Ferdinando Santini, a smentire l’Arpat (vedasi grafico nel margine) con una evidenza argomentativa chiara e univoca: l’inceneritore, produce molto particolato fine e ultrafine in quantità di circa i 5/6 del totale, ma questo è escluso dalla considerazione dell’Arpat. Ed è logico, che ne dite?
Le centraline (e quella di via Compietra a Stazione è una di esse) rilevano tutta la massa delle polveri fini indistintamente. Le Pm ultrafini non sono altresì meno pericolose dei superiori calibri di Pm (da 0,5 a 10) dato che sono pervasive di ogni tessuto e attraversano gli alveoli polmonari.
Cosa vorrà rispondere sull’argomento la direttrice dell’Arpat Toscana, Maria Sargentini, sulla vexata quaestio dell’inquinamento da polveri fini, che ricomincia a stringere nella morsa inquinante l’intera piana metropolitana?
[Alessandro Romiti]