arrampicate. ALLE FALESIE DI MONSUMMANO

Al centro, Carlo Pellegrini, promotore e costruttore delle vie di salita sulle falesie

 

MONSUMMANO. Il proscenio delle cave di falesia di Monsummano è raggiungibile da un viottolo che attraversa uno stupendo oliveto. Già questo è un proscenio di grande naturalità e bellezza per chi, come noi, non ha capacità sportive da permettersi una scalata in parete.

La serie di cave hanno nomi dedicati: cava grande, bianca e rossa con una trentina di vie di scalata di diversa difficoltà. Ci dicono che la difficoltà della via non è riconoscibile dall’altezza, né dalla inclinazione, ma specificamente dalla numerosità delle “prese” offerte dalle asperità della pareti, costituita da una roccia durissima e solida.

Lo sport dell’arrampicata in roccia richiede una attrezzatura minima, le scarpe, la imbracatura della persona e le funi di sicurezza che permettono di svolgere il percorso in assoluta sicurezza, dovendosi richiedere una preparazione di base non rinunciabile ai novizi.

Le vie sono organizzate e distinte da una serie di arpioni per il fissaggio della fune, così detti (chiodi o spit, ai quali si fissano i rinvii, di collegamento alla corda) che permettono il fissaggio della fune di sicurezza. La parte più difficile del percorso, non è infatti la salita, ma la discesa,  che presuppone il rispetto assoluto degli ancoraggi alla fune, consentiti nelle apposite cinghie di imbracatura del corpo del rampicante.

Pregevole ambientazione offerta dall’uliveto ai piedi della collina di falesia

Un cartello vi indicherà la prossimità alle vie di salita delle cave

La discesa avviene – ci spiega Carlo Pellegrini, esploratore, istruttore esperto e già costruttore delle numerose vie di salita – con una semplice discesa, trovandosi appesi alla fune, scendendo “appesi” in retromarcia. È il compagno posto al piede della parete che regola lo scorrimento della corda e la più morbida discesa dell’arrampicatore, affidato in quel momento alla tenuta della fune del punto di sospensione più alto, raggiunto in termine alla salite (tecnicamente noto come “sosta”).

Carlo Pellegrini è uno sportivo aglianese esperto di montagna e di scalate in parete (anche sul ghiaccio), che è conosciuto da tutti quale precursore dell’intero parco delle cave: fu lui, oltre trenta anni fa a impiantare gli spit con un tassellatore elettrico e viti in acciaio che permettono oggi alla comunità dei rampicatori di godersi qualche ora in parete.

In salita sulla falesia si usano le dita e le punte dei piedi

Discesa con fune di sicurezza e ritorno in retromarcia

Un servizio assicurato a una comunità di sportivi e alle associazioni che lo hanno incoraggiato e che oggi ne godono liberamente il risultato, senza alcuna restrizione, se non quella indispensabile di una bella giornata di sole per una solitaria, ma intensa passeggiata in parete.

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealibera.it]


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