ASL 3 PISTOIA: LA SANITÀ HA CAMBIATO VERSO!

Valerio Bobini, Presidente del Crest
Valerio Bobini, Presidente del Crest

PISTOIA. Valerio Bobini, Presidente del Crest, scrive:

Egregi Signori Sindaci,
sono state rese pubbliche da pochi giorni le valutazioni delle performance delle Asl Toscane pubblicate dal Laboratorio Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ed il Comitato Regionale Emergenza Sanità Toscana ha deciso di approfondire i dati.

Ancora una volta quindi ci rivolgiamo ai Sindaci dei 22 comuni della provincia di Pistoia denunciando un declino chiaramente riconosciuto dai cittadini rispetto ai servizi sanitari erogati dalla ex Asl 3, sperando di essere finalmente ascoltati.

Invitiamo i Sindaci a registrarsi al sito del Laboratorio Management e Sanità e a confrontare indicatori e valutazioni. Si noterà come, con il passare degli anni, dal 2009 al 2014 per la Asl3 si assottigli l’elenco delle performance con valutazioni ottime o buone, mentre si incrementi l’elenco con performance scarse o pessime relative ad indici molto importanti.

Poiché ci sembra poco plausibile che gli operatori sanitari abbiamo perso professionalità e competenze in pochi anni, pensiamo che le cause vadano ricercate altrove, a partire dal sistema organizzativo e dalle condizioni in cui gli operatori lavorano. Crediamo che ormai sia difficile negare gli effetti di ciò che stiamo denunciando da tre anni, vale a dire che la riorganizzazione effettuata nel 2012/2013 ai sensi della delibera 1235/2012 della scorsa Giunta Rossi ha tagliato, depotenziato ed indebolito un sistema che funzionava a danno del diritto alla Salute dei cittadini.

La sanità di Rossi prima e dopo la sua riforma toscana
La sanità di Rossi dopo la riforma

Iniziamo la nostra analisi

Uno dei primi indicatori ad essere preso in considerazione dal sistema di valutazione è la mortalità infantile nel primo anno di vita. Nel 2011 la valutazione era “buona”, nel 2012 “media”, nel 2014 “scarsa” ed il colore “arancio” indica la soglia di attenzione. Che cosa tiene in considerazione questo dato? Sia la disponibilità e il livello dell’assistenza sanitaria che l’incidenza di fattori ambientali (come traumi, trasmissione di malattie infettive) legati alle condizioni e alle abitudini di vita della madre. Posto che ad essere “riorganizzata” è stata l’assistenza sanitaria, crediamo che una seria riflessione sia necessaria.

Legato al livello di assistenza pediatrica abbiamo altri due parametri “arancioni” per la Asl 3. Il tasso di ospedalizzazione in età pediatrica per gastroenterite [1]: nel 2011-12 la performance era “buona”, nel 2014 “scarsa”. Stessa sorte per il dato più generale della performance del tasso di ospedalizzazione in età pediatrica per 100 residenti (C.7.7): “scarsa” nel 2013 e 2014, di gran lunga la peggiore in Toscana.

Cosa significa questo dato? Che l’assistenza territoriale, la continuità ed i percorsi assistenziali dedicati ai bambini sono carenti e sono peggiorati rispetto al passato, nonostante proprio in questo ambito si sia intervenuti con la riorganizzazione della Sanità del 2012/2013 (ad es. chiusura del reparto di Pediatria all’ospedale di Pescia), con l’intento dichiarato, e non mantenuto, di dare maggiore qualità al servizio.

Se il territorio è carente, almeno il ricovero ospedaliero è soddisfacente? Rosso senza appello anche nella Valutazione degli utenti del Ricovero ospedaliero ordinario relativo agli anni 2013/2014: ancora un ultimo posto per la Asl 3 in Toscana e proprio laddove è stato inaugurato uno dei nuovi, tanto decantati e modernissimi, ospedali. Segue a ruota Prato, sede del secondo nuovo ospedale.

  • D19 Valutazione degli utenti del Ricovero ospedaliero ordinario
    • 1a Rispetto per la persona
      • 1.5 Rispetto per la persona: personale medico 80,47
      • 2.5 Rispetto per la persona: personale infermieristico 78,85
    • 2a Supporto alla persona
      • 2.7 Supporto alla persona: personale medico 67,01
      • 2.8 Supporto alla persona: personale infermieristico 66,33
    • 3a Comunicazione
      • 3.1 Stato di salute e trattamenti 74,49
      • 3.6 Rischi e benefici 68,69
      • 1.1 Risposte chiare: personale medico 81,02
      • 2.1 Risposte chiare: personale infermieristico 74,14
      • 3.2 Colloqui con i familiari 66,00
      • 2.1 Pareri discordanti 82,50
      • 1.1 Informazioni all’ammissione 67,33
      • 3.3 Rispetto della privacy 85,86
    • 4 Continuità informativa
      • 4.1 Continuità patient-driven 60,89
      • 4.2 Continuità physician-driven 72,51
    • 6 Educazione e Self Management
    • 7 Presa in carico
      • 1.6 Medico di riferimento 37,90
      • 2.6 Infermiere di riferimento 17,67
      • 2.3 Medico di Famiglia 73,86
    • 9 Valutazioni complessive
      • 2.4 Lavoro di squadra 71,44
      • 9.1 Willingness to recommend 83,55
    • B4a Gestione del dolore
      • 2.2 Gestione del dolore nel ricovero ospedaliero 84,49
Quando la politica cura anche il corpo
Quando la politica cura anche il corpo

Vogliamo dunque analizzare l’assistenza territoriale? La valutazione non lascia scampo: l’integrazione Ospedale-Territorio [2] è indicata con il rosso, “molto scarsa”, la peggiore in Toscana.

Per il Crest, che è nato per difendere il diritto alla Salute in modo particolare nelle zone disagiate della regione, questo è uno dei punti dolenti perché l’ospedale Pacini di San Marcello Pistoiese, evidentemente a servizio di una zona montana e disagiata, oggi non è più ospedale, bensì Piot: Presidio Integrato Ospedale Territorio.

La Montagna Pistoiese aveva fino al 2011 un ospedale che funzionava, capace di dare risposte anche all’emergenza urgenza. Oggi è rimasto un ibrido, senza Pronto Soccorso, che ospedale certo non è. Ma se l’ospedale non c’è più, l’emergenza-urgenza lampeggia d’ “arancione” e l’assistenza territoriale langue, cosa è rimasto a chi vive in montagna?

Ancora qualche esempio

Considerato che il fu ospedale di San Marcello ha subito la chiusura del reparto di Chirurgia nel 2012 e che l’attività chirurgica è stata concentrata a Pistoia nel nuovo ospedale con 13 sale operatorie anche a scapito dell’ospedale di Pescia, qualcuno può spiegarci lo 0,00 nella Soglie chirurgia oncologica relativo al 2014? Non sono pervenuti i dati?

La Asl può inoltre spiegarci i dati dell’estensione screening colorettale [3] (anni 2013-2014), i peggiori in Toscana, quando si ambisce al 100% degli inviti ad effettuare lo screening?

Lo sgombero del Pacini dopo il 'potenziamento'
Lo sgombero del Pacini dopo il “potenziamento”

Che la Sanità in Toscana non sia più un’eccellenza è ormai sotto gli occhi di tutti e questo mette sullo stesso piano tutti i cittadini, sia chi vive in città che chi vive in periferia. L’indicatore B20 monitora la percentuale di prime visite specialistiche prenotate entro 15 giorni, considerando le seguenti prestazioni: cardiologia, ginecologia, neurologia, ortopedia, otorinolaringoiatria, oculistica, dermatologia, urologia, chirurgia generale. Nel 2011 la performance della Asl 3 era nella media. Nel 2014 “molto scarsa” e siamo in buona compagnia.

Come i comitati stanno denunciando da tempo, la situazione delle liste d’attesa chiuse o lunghissime sta privando del diritto alle cure sanitarie le fasce più deboli della popolazione, quelle cioè che non possono rivolgersi al privato per diagnostica e visite specialistiche rapide.

Gli accessi ripetuti al pronto soccorso entro 72 ore (il dato 2014 è peggiorato rispetto al 2013) così come i ricoveri ripetuti [4] evidenziano un sistema in sofferenza.

Infine, un aspetto fondamentale, non solo per chi vive in zone montane o periferiche lontane dai Pronto Soccorso: l’emergenza-urgenza.

I dati non possono essere soddisfacenti, soprattutto perché il trend rispetto agli anni precedenti è negativo. Il Pronto Soccorso dell’ospedale di Pescia, nel dare risposta ai pazienti con codice giallo entro 30 minuti è passato dall’89,60% del 2012 al 72,71% del 2014 (-14,66).

Il Piot di San Marcello nel 2013 aveva una percentuale di 85,27% e nel 2014 è classificato come “non valutabile”. Forse perché non accoglie più neppure i pazienti con codice giallo nonostante, si dica che il presidio è stato “potenziato”?

Per l’ospedale di Pistoia il trend va dal 79,64 del 2013 al 68,69 % del 2014 (-13,75)

C16.1 % pazienti con codice giallo visitati entro 30 minuti
Stabilimento Valutazione 2014 Valore 2013 Valore 2014 Delta % Num 2013 Num 2014 Den 2013 Den 2014
103-Osp. Pistoia 0,75 79,64 68,69 -13,75 9.889,00 10.194,00 12.417,00 14.841,00
103-Osp. San Marcello non valutabile 85,27 0,00 -100,00 272,00 0,00 319,00 0,00
103-Osp. Pescia 1,55 85,19 72,71 -14,66 6.151,00 6.004,00 7.220,00 8.258,00

Con l’accorpamento delle Asl nelle tre grandi aree vaste in seguito all’approvazione della legge 28/15, sarà sempre più difficile tutelare i cittadini delle zone periferiche e l’intera provincia di Pistoia sarà la periferia di Firenze che accentrerà risorse e servizi, mentre le aree montane e disagiate, private anno dopo anno di servizi essenziali, saranno destinate ad un inesorabile abbandono.

La direzione aziendale dell’Asl 3 Pistoia: Luca Cei, Roberto Abati, Lucia Turco
La direzione dell’Asl 3: Luca Cei, Roberto Abati, Lucia Turco

La direzione indicata nel recente Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera (Decreto n. 70 – 2 aprile 2015) pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 giugno del 2015 appare quella di accentrare nei capoluoghi e svuotare i territori.

Il destino dell’ospedale di Pescia secondo i parametri indicati dovrebbe essere quello di una struttura dotata di Pronto Soccorso con la presenza di un numero limitato di specialità ad ampia diffusione territoriale: Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità sulle 24 ore (h.24) di Radiologia, Laboratorio, Emoteca. Devono essere dotati, inoltre, di letti di “Osservazione Breve Intensiva”.

 

I sindaci della Valdinievole ne sono consapevoli?

Invitiamo i sindaci della montagna a leggere il punto 9.1.5 poiché è ciò che è accaduto a San Marcello Pistoiese a seguito della riconversione dell’ospedale in struttura territoriale (nel nostro caso Piot): per un periodo di tempo limitato resta un Punto di Primo Intervento per arrivare gradualmente ad una postazione medicalizzata del 118 entro un arco temporale predefinito. Peccato che i cittadini, di tutto questo, siano stati tenuti all’oscuro e solo l’intervento del Difensore Civico Regionale e numerose richieste di accessi agli atti abbia fatto parziale chiarezza sul percorso intrapreso.

Lo stesso Regolamento prevede al punto 9.2.2 Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate perché sono superati i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace:

Tali strutture devono essere integrate nella rete ospedaliera di area disagiata e devono essere dotate indicativamente di:

  • – un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri;
  • – una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina (obiettivo massimo di 70% di occupazione dei posti letto per avere disponibilità dei casi imprevisti) per i casi che non possono essere dimessi in giornata; la copertura in pronta disponibilità, per il restante orario, da parte dell’equipe chirurgica garantisce un supporto specifico in casi risolvibili in loco;
  • – un pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del Dea di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo”.

I Sindaci, primi garanti della salute dei cittadini, dovrebbero sentirsi investiti di una grande responsabilità rispetto agli scenari futuri in un momento di nuova riorganizzazione e lavorare opponendosi a nuovi tagli di servizi e tutele.

Asl 3, il miracolo di Pistoia
Asl 3, il miracolo di Pistoia

Ci auguriamo che la prossima conferenza dei Sindaci si impegni a richiedere urgenti misure per riequilibrare il sistema socio-sanitario nel territorio pistoiese e per la struttura di San Marcello Pistoiese il riconoscimento di presidio di area particolarmente disagiata, in modo che agli abitanti della Montagna Pistoiese tornino ad essere portatori di diritti come qualsiasi altro cittadino e sia loro garantito il diritto alla Salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione.

Il presidente della Conferenza dei Sindaci sindaco Bertinelli, ad aprile scorso, ha accolto una richiesta scritta di audizione del Crest in Conferenza dei Sindaci. Speriamo manterrà fede al più presto. Crediamo, infatti, non ci sia più tempo per restare a guardare. Stavolta non sono soltanto i Comitati a parlare. Sono i dati.

Fiduciosi in un positivo riscontro, porgiamo distinti saluti.

[*] – Presidente del Crest, ospite

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[1] Descrizione dell’indicatore: “Il tasso di ospedalizzazione per gastroenterite misura indirettamente l’efficienza e l’efficacia dell’assistenza territoriale nella gestione dei pazienti pediatrici. Un ruolo determinante per la gestione di tale patologia spetta infatti all’assistenza territoriale, attraverso la rivisitazione del rapporto con l’ospedale. Il miglioramento della continuità assistenziale e la valorizzazione del pediatra di famiglia sono fondamentali per la definizione dei percorsi più idonei per la gestione della gastroenterite sul territorio, limitando ai soli casi più gravi il ricorso all’ospedalizzazione”.

[2] Il set di indicatori sull’Efficacia del territorio intende rilevare l’efficacia delle attività e dei servizi forniti dall’assistenza territoriale. L’indicatore raggruppa sotto-indicatori relativi alla capacità delle strutture territoriali di prendere in carico l’utente guardando nello specifico la percentuale di ricoveri maggiori di 30 giorni, le ospedalizzazioni evitabili, come quella per polmonite e l’accesso al Pronto Soccorso.

[3] “Lo screening colorettale è rivolto a persone di ambo i sessi in età compresa fra i 50 ed i 70 anni. L’estensione misura quanti sono stati invitati rispetto alla popolazione bersaglio, nel biennio di riferimento. L’obiettivo regionale è del 100%”.

[4] “I ricoveri ripetuti sono un importante indicatore della qualità e sicurezza delle prestazioni di ospedali in quanto rappresentano un danno per i pazienti e un costo per il sistema sanitario. Non tutte le riammissioni sono prevenibili, ma diversi studi sul tema hanno messo in luce come interventi mirati a migliorare il processo di dimissione dall’ospedale e presa in carico nel territorio possano ridurre questo indicatore”.

Scarica: Analisi disaggregata dati – Crest

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