AUGURI DI BUON NATALE, CARI LETTORI!

Il viso familiare di Babbo Natale

PISTOIA. Vi auguriamo buon Natale, cari lettori! Ve lo auguriamo ad alta voce, anzi urlandolo. Ve lo auguriamo col punto esclamativo.

Oggi, a maggior ragione, ad alta voce, col punto esclamativo e ben eretti in piedi. Buon Natale a voi e alle vostre famiglie.

In tempi di relativismo storico e culturale come quello che stiamo vivendo, non c’è atto più importante di questo, di scambiarci gli auguri di Natale come la nostra tradizione vuole e prevede.

Vi abbracciamo e, nel nostro piccolo, vi doniamo queste parole. Speriamo di ricevere in cambio, da parte vostra, la solita attenzione e la solita passione nel leggerci.

Ma facciamo tutto questo davanti ad un presepe, ascoltando qualche canzonetta natalizia, magari dopo essere stati alla Messa, dopo la consueta stretta di mano, senza vergognarci di ciò che tutto questo rappresenta, senza sentirci in difficoltà verso coloro che non condividono con noi il miracolo del Dio-uomo che si fa carne e scende sulla terra.

E, al netto delle logiche divergenze di vedute, siamo tenuti tutti a farlo perché su un aspetto possiamo star certi: noi tutti siamo cristiani, che lo si voglia o no, e non è in nostro potere cambiare questa realtà.

Non possiamo scegliere né la cultura né le radici da cui provenire, sebbene qualcuno ci dica che basta nascere in un luogo per assumerne la cittadinanza, dunque assorbirne i millenni precedenti.

Diventerà italiano, secondo costoro, chiunque sia nel grembo di una donna arrivata in Italia. Se quest’ultima, però, fosse sbarcata in Francia, allora francese sarebbe divenuto quel neonato. Questione di venti e di direzioni, insomma.

Col rispetto dovuto a chiunque, rimandiamo al mittente certe proposte suicide e stringiamo al petto i nostri figli, frutto dell’amore di due persone inevitabilmente uomo e donna, altro particolare divenuto tabù nell’era Lgbt, tempi pessimi in cui la genitorialità si è trasformata in diritto, creando una molteplicità di famiglie alternative costruite artificialmente.

Molte mani, ma tutte diverse, toccano la solita Terra.

Molte coscienze di altrettante molte persone sono state anestetizzate da un frainteso laicismo e dal politicamente corretto che miete vittime: resistiamo e presidiamo quelle rimaste.

Lo faremo augurando buon Natale anche a Nicoletta Iavarone, preside dell’istituto Aldo Moro che ha consigliato agli insegnanti di non allestire i presepi.

Andando oltre i confini, non ci dimentichiamo del sindaco parigino Anne Hidalgo, che ha abolito i mercatini natalizi sugli Champs Elysées prodigandosi, al contempo, per organizzare i festeggiamenti per il Ramadan.

Nella Milano delle palme in Piazza del Duomo, vogliamo augurare buon Natale alla scuola Italo Calvino che ha organizzato “La grande festa delle buone feste”, cancellando appositamente ogni riferimento all’evento natalizio.

Stringiamo con affetto tutti questi e tutti gli altri che per motivi di spazio non possiamo citare. La lista, ahinoi, è drammaticamente lunga.

Rivolgiamo la preghiera (da inginocchiati ma eretti, e non prostrati) al Padre Nostro che sta nei cieli e a Maria piena di grazia, di illuminare per noi la strada maestra, così da evitare di commettere errori che potrebbero poi risultare fatali.

Noi, senza pretesa alcuna, preghiamo anche per voi cari lettori, e vi auguriamo ancora un felice Natale.

[Lorenzo Zuppini]

 

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