AUMENTANO LE “SENTINELLE” DELLA PREVENZIONE

codice-rosa-pronto-soccorsoPISTOIA. Cresce il numero delle sentinelle e l’integrazione operativa tra i servizi anche in Valdinevole contro il fenomeno dei maltrattamenti nei confronti delle fasce più deboli della popolazione: non solo donne e minori, ma anche anziani e disabili, omosessuali ed extracomunitari.

A due anni dall’attivazione del percorso Codice Rosa, anche nel territorio della Valdinevole gli operatori sanitari e i volontari puntano tutto sulla prevenzione. Dall’inizio di quest’anno a oggi, al fine di far emergere sempre di più i cosiddetti casi sommersi, altre 33 persone sono state formate nell’ambito delle associazioni di volontariato: a loro volta, formeranno altri volontari al fine di diffondere una maggiore sensibilità e capacità di osservazione del fenomeno della violenza, e a sviluppare una maggiore conoscenza dei servizi e delle risorse del territorio a cui indirizzare le vittime.

Nuove sentinelle saranno quindi attive all’interno delle Pubbliche Assistenze, Misericordie e Croce Rossa della Valdinevole che dal corso formativo, organizzato dagli operatori sanitari di Ausl 3, in collaborazione con la Società della Salute, il Comune di Montecatini, l’Asvalt e il centro Antiviolenza Liberetutte, hanno appreso anche gli aspetti giuridici e legali legati al fenomeno della violenza.

Anche presso il pronto soccorso dell’Ospedale SS Cosma e Damiano di Pescia – di cui è responsabile il dottor Fabio Daviddi – è attivo da due anni il percorso Codice Rosa riservato alle vittime di violenza: prevede che la alla persona che ha subito maltrattamenti sia attribuito un codice criptato, che permette di avviare una procedura immediata di accoglienza, rapidità e riservatezza. La persona è poi condotta nella stanza rosa: uno specifico ambulatorio dove avviene la valutazione clinica ma, soprattutto, è un ambiente che assicura protezione alla vittima: proprio dalla stanza rosa inizia il percorso che potrà condurre la vittima anche ad un eventuale inserimento in una struttura se non potrà fare ritorno a casa. Gli operatori referenti del Codice Rosa nel pronto soccorso di Pescia sono la dottoressa Francesca Pacini, la coordinatrice infermieristica Vinci Zaira e l’infermiera Clementina Melchiorre.

“Ogni volta che una persona maltrattata giunge in pronto soccorso – spiega la coordinatrice del Codice Rosa della Valdinevole dottoressa Sabrina Melosi – vengo subito informata per la presa in carico della situazione che prevede l’attivazione dei servizi territoriali con l’obiettivo da un lato di garantire alla vittima tutti gli aiuti necessari e dall’altro di velocizzare le procedure di denuncia presso le Forze dell’Ordine competenti”.

Oltre al pronto soccorso gli altri servizi coinvolti nel gruppo operativo del Codice Rosa sono i reparti aziendali di ostetricia e ginecologia, pediatria, i consultori, il servizio sociale della Società della Salute, la salute mentale infanzia e adolescenza e la collaborazione attiva con il centro Antiviolenza della Valdinevole Liberetutte.

Grazie al protocollo d’intesa per la realizzazione di una task force interistituzionale per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti le fasce deboli (Percorso Operativo Codice Rosa) firmato tra Ausl 3, la Procura della Repubblica, la Questura di Pistoia e il Comando Provinciale dei carabinieri – nel 2014 – è garantita l’assegnazione e l’apertura del fascicolo entro 24 ore dalla segnalazione del caso e ai fini dell’accertamento del reato gli operatori sanitari consegnano tutta la documentazione (cartella clinica integrata, referti, eventuali foto di lesioni, ecc.).

Gli accessi al pronto soccorso di Pescia con il Codice Rosa nel 2014 hanno riguardato 76 adulti (71 per maltrattamenti, 4 per abusi sessuali e 1 di stalking) di cui 8 uomini che vivevano in situazioni di malatrattamento in famiglia, e 6 casi di anziani anch’essi presi in carico a seguito di maltrattamenti; 12 minori (tutti per maltrattamento).

Nel primo trimestre del 2015 si sono verificati 16 casi (15 hanno riguardato gli adulti ed 1 un minore).

“Sono in aumento le situazioni a rischio che riguardano gli anziani e che al momento sono sottostimate – fa sapere la dottoressa Melosi – ed è per questa ragione che, all’ultimo corso di formazione, abbiamo analizzato quali possono essere gli indicatori di maltrattamento, e quindi gli eventuali segnali, e le modalità di intervento per questa specifica fascia della popolazione”.

[ponticelli – usl 3]

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