autorità costituite. 5 ANNI NERI. BENESPERI HA SBAGLIATO A NON NOMINARE LA SEGRETARIA GENERALE PAOLA AVETA “DONNA DELL’ANNO”

La dirigente in capo di Agrùmia dichiara di essere stata lei in persona a consegnare lettere personali-riservate al mai-comandante Nesti perché ne facesse ciò che voleva; e di averlo fatto perché il Comune, nella sua assoluta discrezionalità, avverte i controinteressati solo se lo vuole e gli restano simpatici


Non pretenderete mica che noi ci crediamo, vero?

SE INTERPRETI COSÌ SU LEGGI E “RÈGGOLE”,

O PAOLA, SOFFRI IL MAL DELLE TRAVÉGGOLE


La segretaria generale Aveta non promuove la trasparenza, assicura il silenzio tombale. È qua per fare il pompiere e spengere, sedare, sopire…

 

Succede a Pistoia e precisamente a Agliana, un Comune che, se la prefettura non fosse stata cieca, sorda e muta, sarebbe stato commissariato per la sporcizia che vi si è ammassata nei decenni, e che è stata coltivata e valorizzata dall’amministrazione di centrodestra Benesperi-Ciottoli.

I fatti riguardano espressamente il mai-comandante Andrea Alessandro Nesti, protetto e blindato dai rossi della Piana (Marco Giunti, Paolo Magnanensi, Eleanna Ciampolini, Giacomo Mangoni, G. Mangoni bis) e, a seguire, da Benesperi e Ciottoli, con la fattiva collaborazione della segretaria generale Paola Aveta.

Abbiamo scoperto, qualche giorno fa, che il Nesti, per preparare le svariate “querele-schifezza” che – grazie alla superficialità inattendibile delle non-indagini di Curreli – ci hanno portato dinanzi ai giudici Gaspari, Cerrone, Fontana e Bizzarri (Gaspari è ora in appello, Cerrone è passata in giudicato; mentre Fontana e Bizzarri sono in corso); il Nesti, dicevo, ha utilizzato le nostre corrispondenze (di me e di Romiti) chiaramente epigrafate come «riservate-personali» per le quali, appunto, la segretaria Aveta non si è neppur sognata di avvertire, come legge vuole, i controinteressati, chiedendone l’assenso al rilascio delle lettere «riservate-personali» stesse.

Da ciò discende il fatto che il Nesti ha utilizzato illecitamente documenti, tratti dalla corrispondenza dell’ente, di cui non era autorizzato a servirsi in alcun modo.

Nel trambusto che ne è nato, la segretaria Aveta (a nostro parere una delle maggiori responsabili dei gravissimi problemi di Agliana e nelle vicende Benesperi-Ciottoli; e negli arresti delle vigilesse; e nei traffici del mai-comandante deposto), non solo ha dichiarato che noi, io e Romiti, pur controinteressati, “non eravamo stati avvisati perché per il suo potere discrezionale l’amministrazione fa quel che caxxo vuole”; ma che era stata proprio lei, di persona, a consegnare, subito e direttamente, all’usurpatore blindato del comando dei vigili aglianesi, le lettere di cui si è poi servito per denunciarci.

Ma insomma, la procura ce lo vuole dire se lavora per la legge o per i propri «prossimi sociali»? E il Curreli per quale motivo sostiene il Nesti anche se è evidente che avrebbe dovuto essere licenziato al primo pronunciamento del Tar? Quanto pesa il lavoro di Vpo del Nesti? E perché un Vpo di Pistoia viene trattato dalla stessa procura di Pistoia…?

Con la fantasia di un cieco che attraversa l’autostrada, questa gentile signora da sempre discutibile su ogni fronte, si è giustificata dicendoci che il Nesti aveva il diritto di avere quelle lettere per potersi difendere ex art. 24, comma 7 della L. 241/90.

Peccato che in altri casi questa dirigente incompetente, non-terza, non-imparziale, non-indipendente, palesemente sbilanciata a proteggere il Nesti che, fra l’altro, lei stessa ha sistemato nella medesima stanza fisica dell’archivio della posta del Comune (così mi si dice), ha negato a noi lo stesso diritto alla difesa che avevamo invocato con la stessa norma.

E ciò che avvalora la tesi del protezionismo del Nesti da parte sua – come peraltro si ricava, senza tanta fatica, anche dai verbali processuali dei procedimenti passati e di quelli in corso.

Ma, fatto ancor più grave, è che altre volte, dal Comune di Agliana, sono uscite altre lettere personali e riservate; e sono finite anche in una lettera di minaccia rivolta all’Aveta medesima: quella che ha portato, alla fine, allo scoppio del bubbone arresti-vigilesse e quant’altro.

Per diritto di critica (e quindi a prescindere da qualsiasi richiamo alla verità dei fatti) mi sento tranquillamente autorizzato, ex art. 21 Cost., a esprimere un’ipotesi più che plausibile di violazione di atti e corrispondenze riservate da parte di Nesti: e preciso e sottolineo che tutto questo è finito dinanzi al Tar-Toscana, chiamato a tal proposito a dare dell’asina, qual merita, alla dottoressa segretaria Aveta.

Lascia andare la Terra Aperta, Claudio. Il tuo cuore àprilo a una giustizia di qualità. Non si può vivere una vita intera in pantaloni corti: ogni tanto bisogna crescere e non fare l’eterno pargolo protetto da Anm e Csm…

Nel contempo, però, viste le 18 mila pagine di intercettazioni telefoniche del processo Turelli-Vilucchi, portate (e non portate, se scomode) in aula; e dato che in esse sembra accertata la presenza di affermazioni di vigili che asserirebbero di aver violato, e non pur solo una volta, i computer di loro colleghi, mi sento di aver maturato il convincimento – e lo affermo secondo il mio “diritto di parere” – che anche la lettera anonima, inviata a Madonna Aveta nel giugno del 2020, possa essere stata opera del famoso gruppo VFC (vigili fuori controllo) impegnati nelle opere di hackeraggio della corrispondenza del Comune. Il gruppo il cui capofila era (stando alle notizie di Radio Scarpa) proprio il mai-comandante usurpatore.

Sono questi i funzionari della famosa friendly administration tanto cara ai dem come Roberto Zaccaria, fra l’altro anche presidente Rai? E il Curreli cosa ne pensa, a questo punto, delle stupidaggini che ha gloriosamente inanellato per la sete di plasmare Pistoja a immagine e somiglianza del magistero propugnato dalla sua “Terra Aperta”?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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