autorità costituite. E ORA DITEMI SE IL RAGIONIER NON-DOTTOR PERROZZI È O NON È UN FAVORITO

Ora veniamo al dunque. Non solo se andiamo a rivedere le carte tutto il processo politico montato da Curreli e Grieco è non una mozzarella di bufala, ma una bufala stessa da corna a zoccoli…


Nessuna autorità costituita vuole ammettere che le licenze rilasciate al non-dottore sono puri favori, ma la realtà è quella che è non quella che si vuole


È IL CASO DI RIPETERE ALLA GENTE

CHE LA PROCURA NON INDAGA NIENTE

E CHE FORSE SARÀ PERCHÉ SON STANCHI

CHE SE INDAGANO PRENDON SOLO GRANCHI


 

Claudio Curreli. Se pensasse meno alla sua Terra Aperta e di più al suo ufficio, siamo convinti che farebbe meno passi falsi e con risultati decisamente più dignitosi

 

Nel 2020, avendo avuto il semplice coraggio civile, dopo anni e anni di sopportazione, di dire come stavano certe cose sul Montalbano-area protetta, mi è toccato subire il sequestro di 4 computer, 1 tablet e il mio cellulare.

Il ragionier non-dottor Romolo Perrozzi fu prontissimamente servito dalla lumacante magistratura pistoiese, che in pochissimi mesi mi scaraventò anche agli arresti domiciliari perché, a occhio, la dottoressa Patrizia Martucci ritenne, sbagliando – a Pistoia tutti ritengono, ma perlopiù non ragionano –, che avessi violato le sue auguste imposizioni, fra l’altro palesemente errate. Non sono uno stalker, ma una vittima di stalking, anche da parte dei signori magistrati pistoiesi.

Non si capisce perché dinanzi alla mia semplice richiesta di indagare a fondo sulla chiusura – che era e resta abusiva, perché illecitamente licenziata dai geni del Comune di Quarrata –; sulla chiusura, dicevo, di tre strade vicinali/interpoderali e di due piazzuole di sosta, di proprietà privata ma da tempo immemorabile destinate ad uso pubblico e come tali gravate da servitù pubblica di tipo demanial-comunale, qualcuno di quelli che contano abbia deciso di investirmi come con un Tir sulle strisce pedonali.

Del demanio comunale credo che i sostituti di Pistoia non solo non abbiano una minima idea, ma neppure la più pallida voglia di capire cosa sia: eppure non è impossibile, se riesco a farcela perfino io che non ho altisonanti lauree in materie giuridiche prese in università che vantano prestigiosi passati (e spesso anche di pomodoro).

Da quanto ho potuto capire, il primo errore, il peccato originale, nacque dalla carabinierìa di Quarrata. Da lì il luogotenente Maricchiolo (oggi pronto per pensionarsi) andò a prendere notizie da chi? Non da me – loro sono loro e io, evidentemente, non sono un cazzo –, ma dagli uffici tecnici del corrotto Comune di Quarrata. Da chi, insomma, aveva tutto l’interesse a sostenere di essere «casto e puro come un fiorellin di serra», modo di dire di un ex-vigile urbano di Quarrata, poi passato all’ufficio ragioneria, il divertente lucchese Buralli.

Piazzola Ovest a passo carrabile illecito. Proprietà Perrozzi: eliminazione impropria di piazzola di sosta con servitù pubblica, concessa a capocchia. Chiusura irregolare non arretrata ma su filo strada

Piazzola Est a passo carrabile illecito. Proprietà Perrozzi: eliminazione impropria di piazzola di sosta con servitù pubblica, concessa a capocchia. Chiusura irregolare non arretrata ma su filo strada

Ecco la piazzola Ovest prima che il Perrozzi si mettesse a fare le bizze. Le vedete le auto in sosta? Poi, dopo frizioni e liti, alcuni residenti furono costretti a migrare…

E sotto la piazzola Ovest realizzarono un parcheggio – lo vedete qui – per non essere costretti a litigare quando lasciavano le auto lungo la pubblica via come da sempre

 

Iuri Gelli mostrò ai CC di Maricchiolo le licenze (ovviamente fasulle e favoreggianti) e sostenne l’estrema onestà di Ser Ciapperello da Prato. Se in procura sanno leggere e hanno raggiunto la laurea e vinto un concorso per magistrati, dovranno arrivarci a capire la semplice metafora del blasfemo brigante pratese che finisce santo e fa miracoli nel Decamerone. Altrimenti, pace!

Claudio Curreli, il sostituto ubiquo come dio, politicamente corretto; fideisticamente cattolico; addetto stampa dell’Agesci-Scout; docente di giornalismo alla Montanelli nel processo più brutto e politico del mondo a timbro Gaspari; redentore delle prostitute negre sulle rotonde di Agliana; aperturista ai clandestini fino a farsi carico di coordinarne i flussi dalla capofila Terra Aperta, da lui tenuta per le briglie; magistrato che contravviene pure alle norme sulle incompatibilità dei magistrati che operano nello stesso tribunale (lavora, infatti, gomito a gomito con la moglie Nicoletta Maria Curci, giudice delle esecuzioni a Pistoia): costui altro non aspettava. E si scatenò con 17 (mi pare) beloni-querelatori, tutti personaggetti molto discussi e altrettanto discutibili. Ma utili ad un disegno crimonoso/machiavellico contro Linea Libera.

 

Leggete bene e vedrete che non solo le vicinali interpoderali devono restare aperte, ma che il Comune ha l’obbligo esplicito di costruire piccole aree a parcheggio sulle colline arborate EC2 del Montalbano. Poi Iuri Gelli si presenta n aula da Gaspari e lo percula: e il giudice si inchina alla falsa testimonianza

A lui Curreli si unì pure il generoso Giuseppe Grieco, il genius degli Untouchables che – a mio parere – contro di me aveva il dente già abbastanza avvelenato da quando io, unico fra tutti i gazzettieri di Pistoia, disobbedendo alle pressioni della procura di Dell’Anno che non voleva pubblicità, avevo seguito il processo contro il luogotenente Sandro Mancini, capo della polizia giudiziaria dei CC che stava andando troppo a fondo a certe squallide vicende coinvolgenti anche qualche sostituto della procura medesima.

Nazione e Tirreno dissero come Garibaldi «obbedisco!». Il Bianchini, seguendo l’esempio del commissario Montalbano di Camilleri, mormorò come il Piave con un bel «io me ne catafotto».

Da qui è nata – questa è un’opinione ex art. 21 cost., Benigni-Mattarella-Sanremo – la persecuzione anti-verità con pacco di stalking-violenzaprivata-diffamazione-calunnia e caccole varie con, di volta in volta, variazioni sul tema. Fino a giungere all’invenzione del reato (inesistente) di stalking giornalistico o della ridicola figura (anch’essa inesistente) di giornalista stalker. D’altronde le procure sono come l’inferno di Dante: «vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare».

Accettando queste segnalazioni dell’avvocata Giovanna Madera e prendendole per buone fino a inserirle nei capi di imputazione, la procura di Pistoia non stava favorendo una parte di nome ragionier non-dottor Romolo Perrozzi, noto e apprezzato Ctu del tribunale di Vanni Fucci?

Ora veniamo al dunque. Non solo, se andiamo a rivedere le carte, tutto il processo politico montato da Curreli e Grieco è non una mozzarella di bufala, ma una bufala intera con corna e zoccoli: ma addirittura, ove si tenga presente che il giudice Gaspari aveva a disposizione tutte le relative norme di legge che avvaloravano e avvalorano le mie conclusioni di favoreggiamento comunale al ragionier non-dottor Romolo Perrozzi; e ove si rilevi che mezza procura pistoiese (Curreli in testa, ma non meno la sostituta Gambassi) favoriva l’avvocata Giovanna Madera e ne prendeva denunce anomale a nome di Perrozzi anche in maniera che per altri (noi, per chiarezza) rifiutava in quanto ritenute non conformi e irrituali («a lui sì e a me no» rispetta il principio dell’art. 3 Cost. secondo cui tutti i cittadini sono uguali dinanzi alla legge?): allora si giunge ad una sola conclusione. Che cioè tutti hanno lavorato pro-Perrozzi e contro-Bianchini.

No, cari piccini no, così non va. Diamo un addio all’amore se nell’amore è l’infelicità. Così una canzone del 1917.

Studiatevi, tutti quanti, queste foto e il Piano Operativo del Comune. Studiatevi, tutti quanti, le norme e le regole per i passi carrabili e – a tutto concedere (ma non va niente concesso, sia chiaro), dite se l’avere il Comune di Quarrata concesso i passi carrabili in questi termini (cioè a filo-strada violando le disposizioni del Codice) non sia stato un certificato favore a vantaggio di un ragionier non-dottore che non aveva alcun diritto di privatizzare una servitù di uso pubblico certificatamente presente su quelle aree: che il Perrozzi fece eliminare non tanto per necessità di parcheggi (ne aveva almeno altri 10 mila metri quadrati dappertutto), ma solo per rompere i coglioni a chi, da sempre, era comunque titolare di diritti diffusi anche se il sostituto Grieco, alla pistoiese, ritiene che non si tratti di materia pubblicistica, ma forse – per dirla alla Troisi – di un semplice calesse.

Domanda finale. Chi è lo stalker, chi ha dovuto cambiare usi e costumi sempre esercitati con diritti di fatto pacifici e riconosciuti, o chi – al contrario – per propri motivi ha interrotto in maniera brusca, strumentale, emulativa, dissuasoria, molesta un riconosciuto diritto di poter vivere in pace nei luoghi dove sempre hanno funzionato le regole di legge, di consuetudine e di buon vicinato?

Questo, forse, avrebbe dovuto chiedersi il sostituto Curreli se, in quei giorni, magari, non fosse stato distratto da Terre Aperte, prostitute sulle rotonde di Agliana, comunicati stampa da Agesci-Scout e, magari, piantumazioni di alberini antimafia e gelsi-moro.

Se la giustizia è questa, non sono meglio re Erode e la strage degli innocenti?

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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