ave, maria! «SE NOI SI SAREBBE VIGILI D’AGRÙMIA, CI COMPORTERESSIMO DIFFERENTE»

La comandante dei vigili urbani di Agliana si sta agitando un po’ troppo perché – a suo parere – la staremmo importunando con le nostre continue segnalazioni di infrazioni al codice della strada


Chi s’adonta d’un richiamo, fa la fine poi di Adamo: va all’inferno per un pomo o altrimenti… vaffandòmo!

Fate le multe, fàtene tante sul parabrezza di dietro e davante


GIOCAR CON LA LINGUA NON È REATO

PERFINO L’ANPI CE L’HA INSEGNATO


 

Ma in realtà non possiamo farci niente, se i suoi cittadini sono così indirizzati al disordine stradale.

Non c’è riuscito, a piegarli, il mai-comandante Andrea Alessandro Nesti (che ha ridotto addirittura il corpo dei vigili al lumicino, facendone scappare più d’uno per disperazione); non c’è riuscita la comandante Turelli, vittima della procura della repubblica (18 mila pagine di intercettazioni di puttante, a carico dei cittadini, per la presunta sparizione di una chiave che non è mai stata trovata); non può certo riuscirci lei che, con la rigidezza di un acciaio che si spezza ma non si piega e che stacca e fa staccare multe anche per il superamento di un limite di 61 km/ora alla Coop (+ 1 all’ora…), o pretendendo di aver comunque ragione per divieti di sosta su strade rattoppate come le braghe dell’amministrazione Bimbo-Segatura/ora anche Anpi, alla fine prende una suonata dal giudice di pace.

La comandante, brava e preparata ma, appunto, troppo rigorosa, non considera certi aspetti importanti come la duttilità e la malleabilità nei limiti del buonsenso all’interno dei rapporti umani.

 

5 agosto 2024. 1
 

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8 agosto 24. 1
 

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9 agosto 2024. 1

Da questo punto di vista fa peggio del mai-comandante Nesti quando sentenziava, pieno di sé, con la frase tipica del potere: «Sono io a decidere». Una frase che – mi riferirono – fu usata anche da un sostituto della procura pistoiese quando voleva addossare a Tomasi una colpa che riguardava il suo predecessore Bertinelli. Insomma: roba da io sono io del Marchese del Grillo.

Certe cose urtano la sensibilità dei cittadini. E ancor più dei giornalisti. I quali, se sanno ascoltare e ascoltano e non fanno come quelli attovagliati al potere, svolgono un “santo uffizio” nel ricordare a tutti, vigili compresi, i loro doveri di censori multanti: una prerogativa che sembra fosse molto apprezzata dal mai-comandante Nesti, che danneggiò un suo subalterno bloccandogli la carriera solo perché poco incline a multare a refe nero comunque la gente.

Una multa sul parabrezza non è certo una carezza

Detto questo, che aggiungere? Ave, Maria! Non puoi prendertela con chi ti segnala le infrazioni. Per essere giudicati – come l’imperatore Tito – amore e delizia del genere umano, bisogna essere capaci di mediare, di prevenire più che reprimere, di non farla puzzolente per un 61 km all’ora e di non puntare i piedi per un divieto di sosta su una strada in cui le strisce pedonali sono per metà cancellate. Tutto qui. Altrimenti si pretende… troppa grazia, Sant’Antonio!

Quando uno è rigido come una palina di divieto di sosta, se si sente richiamato al dovere di sanzionare chi è chiaramente fuori regola come in questa sbottacciata di foto che seguono (e che non facciamo noi, ma che ci inviano gli aglianesi irritati), deve capire che La morte si sconta vivendo, scriverebbe Ungaretti.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
© LineaLibera Periodico di Area Metropolitana


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