avvocati delle cause perse. LA TORRESI, PIÙ BRAVA DEL TAR, AMMONISCE LA COMMISSIONE AFFARI GENERALI: «SILENZIO. PAGATE E ZITTI!»

In una surreale commissione comunale l’assessore al bilancio Ambra Torresi ha dato del suo meglio per resistere alle pertinenti domande dell’opposizione sulla condanna del Tar a carico del Comune per il diniego di accesso agli atti posto dalla segretaria Aveta e dalla dirigente Giuseppina Chiaroni


Non solo inciuciati, ma anche giuristi incompetenti e in malafede: un vero danno per i cittadini di Agliana

 

«IO SO LEGGER LE SENTENZE:

ZITTI VOI, ’UN CAPITE NIENTE!»


 

AGLIANA. Al terzo punto della commissione Affari Generali dello scorso 17 ottobre, c’è stata la trattazione della penosa vicenda che ha visto il Comune (cioè i cittadini di Agrùmia) tosato per la sciagurata soccombenza dell’amministrazione a un paio di sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale, promosse da cittadini che hanno visto ledere i loro diritti di “accesso agli atti”.

Una storia emblematica della perversione dell’attuale amministrazione che, ai tempi del prefetto Ciuni, quando Benesperi era minoranza, fece un viottolo a Pistoia per protestare a causa delle prevaricazioni dell’assessore Fragai che nehava l’accesso agli atti alle forze di opposizione.

Allora il fascismo era rosso e veniva contestato dal Bimbominkia & C.; mentre oggi il fascismo è rosso-nero (Ambra dell’Idv + i fasciones), ma la perversione dell’illegalità perdura più stretta e più indigeribile di prima, grazie alle amorose cure delle strutture superiori (prefettura e procura) che non intervengono mai, neppure se sono messe a conocenza di fatti vergognosi e ripugnanti. Il «potere costituito» della Gip Martucci funziona, appunto, così.

Gli ebrei di ieri sono diventati gli aguzzini di oggi grazie anche all’assessora voltagabbana Torresi che si permette di sfoggiare con protervia le più fantastiche e ridicole argomentazioni in risposta alle richieste delle opposizioni facendo strame, direbbe il Pm-scout Curreli, della logica, del buonsenso, della ragionevolezza, ma soprattutto del diritto.

Al consigliere Giovanni Iorio consigliamo di usare il calibro per i cinghiali. Per gli spudorati servono pallettoni, dato che hanno il cercello all’ammasso

La segretaria Aveta non promuove la trasparenza, ma assicura il silenzio tombale alle malefatte e garantisce il suo stipendio a “prescindere” dai risultati di una corretta gestione amministrativa. Questa la realtà di Agliana

Le richieste del consigliere Giovanni Iorio – un sindacalista esperto e abituato alla gestione di trattative – erano giustificate alla comprensione dei motivi che hanno visto l’amministrazione resistere in modo pervicace quanto sciagurato a una banale richiesta di “accesso atti”, producendo una chiara cazzata giuridica dell’Aveta, che non vuole spiegare quali sono le vere e autentiche ragioni per le quali lei, la “responsabile dell’attuazione e rispetto delle leggi dell’amministrazione”, ha inteso negare atti docuti al duo Romiti/Bianchini.

Chi scrive, aveva fatto richiesta dell’atto per una motivazione importante collegata alla difesa nel processo avviato su di una stupida querela del mai-comandante Andrea Nesti: e questo non è un dettaglio accessorio.

L’assessore Ambra solare Torresi ha sfoggiato dunque delle rocambolesche supercàzzole per giustificare ciò che non è giustificabile, smentendo, anzi rinnegando anche il solenne pronunciamenti della stessa sentenza TAR numero 01115/2024 che non ha bisogno di essere abbuiata da una traditrice spudorata della sua sua lista Agliana al centro ovviamente della menzogna, dell’illegalità e del caos.

Dice il Tar: la pubblica amministrazione … non deve svolgere ex ante alcuna ultronea valutazione sull’ammissibilità, sull’influenza o sulla incisività del documento richiesto nell’eventuale giudizio instaurato, poiché un simile apprezzamento compete, se del caso, solo all’autorità giudiziaria investita della questione“.

Giuseppina Chiaroni non sa come funziona la legge 241/90?

Ma ovviamente tutto questo non conta una beata minchia per una che si vende al Bimbominkia dopo averlo avversato, spregiato e combattuto a lungo e assai prima della passata campagna elettorale. E non c’è da meravigliarsi di risposte di questa risma da parte di una non più bimbetta la quale, come si dice nel contado, dopo tanto parlare è finita col “mettere il culo alla finestra” pur di entrare in combutta con i suoi odiatissimi fascisti d’Agliana, che ora – pur condannati dal Tar – difende a spada tratta. Avrà anche una laurea in legge, ma di cervello ne ha a km zero!

La cosiddetta avvocata Torresi (cosiddetta perché se la pensa come l’Aveta è un’avvocata poco affidabile) inizia a esporre ogni argomentazione con un incipit cattedratico: “Allora”… Sùbito dopo procede con affanno logico-deduttivo e arranca nella più ridicola negazione di atti e argomenti che erano al centro delle valutazione dei consiglieri di commissione.

La Torresi si trova in difficoltà perché il commissario Iorio vuole capire il “merito” della vicenda che è questo: perché i cittadini devono essere “tosati” di varie migliaia di euro solo grazie all’incapacità del segretario generale e del funzionario degli Affari Generali, Giuseppina Chiaroni?

L’assessore non spiegherà affatto il motivo della resistenza dell’Aveta al rilascio dei documenti, ma solo perché è illecito/illegale. Però, sbarrocciando, ribadisce ai presenti che lei “la sentenza la sa leggere” e che, quindi, i commissari si devono fare una ragione dell’evento e rinunciare a qualsiasi polemica. Onestamente questa ci pare una posizione che solamente un democratico di fede certa come il fascione Ciottoli, nero dalla testa ai piedi e anche nell’anima, può portare avanti a giustificazione di un vero e proprio reato: in ipotesi il rifiuto di atto dovuto.

Non si rende conto, l’agnellonica assessora Torresi, che deve spiegare perché è stato deciso dal duo Aveta/Chiaroni che “non era ritenuto opportuno mostrare l’atto”, cadendo in una serie di contraddizioni imperdonabili anche per uno studente che inizia appena primo anno di giurisprudenza.

Lei, invece, indispettita (evidentemente si accorge di aver “pestato una merda” di cane: senza offesa per i cani!), spiega con visibili imbarazzo e insofferenza (un po’ come fece Coletta quando rispose al luogotenente Daniele Cappelli sulla non-intercettabilità della Lucia Turco, sorella di Luca Turco), che lei, con la sua ieratica personalità da Dalila, traditora di Sansone, non è lì per “fare i teatrini”: è lì, come la sua giunta, per difendere gli interessi inciuciòrii della sua giunta fasciona, e per sostenere (ora che è in sella) le ragioni di una segretaria che – volendo ve lo faremo vedere – ha sempre criticato per le medesime ragioni: l’uso costante della violazione di legge per impedire che la gente si renda conto del mare di cacca su cui galleggia la grande Agliana di Magnino Magni & C..

SENZA PUDORE. Per Ambra Torresi. Il suo Mèntore Ciottoli, su Facebook, ha anche questa interessante vignetta. Potrebbe essere adatta alla laurea dell’assessora al bilancio, viste le cazzate che spara sulle sentenze del Tar…

In questo diverbio tra il commissario Giovanni Iorio e l’assesso-traditora, arriva anche il presidente Daniele Ricasoli che propone di abbozzarla e passare al punto successivo: ottima mossa di trasparenza democratica della destra ciottolona e abborracciona. Insomma: «Tutti zitti contro il muro, per veder chi l’ha più duro!».

Il Rcasoli (ma non Bettino, fondatore della Nazione) sostiene Pereira (= leggasi: il puttanaio istituzionale di Agliana) e non si rende conto che in questo modo l’argomento resta proibito dalle SA dello zio Ciottoli. Mettiamo tutti a tacere – magari a tubate, a querele del cazzo e a cagate pazzesche – e istituiamo la legge marziale per tafliare la testa degli aglianesi: noi si fa come ci pare. Questa la lezione finale.

Non resta che attendere il prossimo con[s]iglio comunale per vedere se l’opposizione farà – finalmente, aggiungiamo noi – la sua parte, rovesciando gli schemi della solita indifferenza, del  pressapochismo e anche dell’inciucio ai quali gli aglianesi sono stati abituati in questo ultimo lustro.

A.R.
[alessandroromiti@linealibera.info]


BOLLETTINO PER I NAVIGANTI

CHE NON CREDONO ALLE BALLE

 

Non tutto quello che è scritto nell’articolo, è farina del sacco di Alessandro Romiti. Diciamo pure che le parti più acute e graffianti – comprese quelle più linguisticamente disinvolte e da commedia greco-latina – sono mie e me ne assumo la responsabilità di padre, vero e non surrogato.

Vorrei però ricordare a tutti i grandi della terra, che facevano parte della commissione Affari Generali di Agliana, che il danno erariale c’è stato eccome.

E non è ancora finito: perché anche io personalmente ho inoltrato una richiesta (l’ennesima) di accesso agli atti, che sto rinnovando dal giugno del 2020, quando un figlio di puttana, delinquente e camorrista – chiaramente inserito in senso agli uffici comunali – fece pervenire, a Madonna Aveta, una lettera anonima da cui, alla fine, è scoppiata la guerra delle vigilesse arrestate. Una storia del calibro delle latrine di Auschwitz sotto ogni profilo.

E siccome il pensiero è libero e libera l’opinione e la critica, ex art. 21 della Costituzione è mio insindacabile parere che quella lettera di merda fosse stata hackerata dal server di posta del Comune, violando la corrispondenza privata. Devo dire che questo usa nell’ufficio della dirigente Chiaroni. Non è, a mio parere, l’unico caso.

E forse è per quello che la segretaria dell’illegalità, che si è sempre distinta per la promozione di certi metodi corrotti e mafiosi, ha sempre rifiutato di darmene copia, violando il mio diritto alla difesa e, al contempo, facendo un grande favore a Curreli, Grieco, Martucci, Coletta, Gaspari e mezzo mondo. E anche a quei due indecenti amministratori colpevoli di falsa testimonianza e calunnia in aula: leggete pure Bimbominkia-Cacaiola e lo squadrista-picchiatore Agnellone con denti da lupo, ma stupido e spelacchiato. Uomo di miserevoli costumi, il Ciottoli, ma oggi mito dell’Ambra dell’Anpi, non migliore di lui quanto a costumi morali, visto il cambio di rotta per i cavoli suoi: si è infatti venduta per un assessorato e ha tradito i suoi compagni di lista. Imitando Benesperi e Ciottoli.

Solo che il mondo gira, cari pupattoli e non più tanto giovani pisquane. Come del resto, in un mondo come quello fatto da voi, girano le palle. Non sarà sempre Carnevale, scriveva Petronio nel Satyricon. E l’ora del redde rationem si appropinqua…

Per Giovanni Iorio: un sì. Bravo a insistere sul concetto di danno erariale, perché la colpa è dell’Aveta e delle strutture amministrative e non del popolo di Agliana. Insista, perciò, lo Iorio, e faccia pagare la spesa a chi ha la responsabilità del diniego d’accesso, senza tener conto delle fetecchie pronunciate dall’avvoca-traditora.

Quanto al Mestichiere dell’Idv, difensore oltranzista della AT (= avvocata traditora), la faccia finita di rendersi ridicolo tentando di dissociarsi dalle parole (mi dicono) dello Iorio. Iorio ha ragione. Continui, Lorenzo (non Tramaglino) a vendere bullette e viti e la smetta di difendere la sua prediletta. Anche perché per Agliana, paese molto ciaccino e maldicente, stanno girando delle vignette un po’ antipatiche sulla coppia dei pappagallini inseparabili.

Relata refero, nulla culpa (vero avvocata Giunti?).

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.info]
nonostante le persecuzioni della procura


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