baciacavallo-palasaccio. IL PIAZZALE DELLA VERGOGNA

Inceneritori, inquinamento, salute

PRATO. Ancora una volta Arpat, nonostante l’ennesima conferma di pesante inquinamento ambientale da diossine e furani, (inquinanti che per eccellenza sono prodotti dalle combustioni dei rifiuti) nell’area di ricaduta dell’inceneritore di Baciacavallo, continua a negare che tale inquinamento provenga dall’inceneritore di Baciacavallo, di fatto l’unica fonte certa e accertata di emissione di tali inquinanti.

L’inquinamento accertato è pesantissimo e da quanto si legge sul comunicato Arpat, riguarda quasi tutti i campioni esaminati. Purtroppo non è la prima volta che ciò accade!

A tal proposito vale ricordare che nell’indagine ambientale e sanitaria promosse da Arpat-Pt/Usl3-Pt, effettuato sulle matrici biologiche ed effettuate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Emilia Toscana, emerse che sul campione di carne di pollo, preso nel territorio pratese, in area di ricaduta dell’inceneritore di Baciacavallo il valore registrato di diossine e PCB era di oltre 40 volte superiore il limite di legge.

A seguito di questi dati preoccupanti i comitati, grazie al forte contributo dell’Associazione senza scopo di lucro VAS (Ambiente e Salute) e con il supporto scientifico della Associazione o.n.l.us. di Medicina Democratica nazionale, si attivarono per fare una campionamento autofinanziato su matrici biologiche (polli) prelevati in area di ricaduta di Baciacavallo (entro un raggio massimo di 2 Km dall’impianto). I risultati confermarono su tutti e tre i campioni il risultato già evidenziato nell’unico campione dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Emilia Toscana, ovvero il superamento dei limiti imposti dalle normative per la sicurezza alimentare.

Successivamente, nell’ambito della procedura di Via/Aia per l’impianto di incenerimento di Baciacavallo, su mandato della Conferenza dei Servizi del 21 maggio 2015, Arpat fece dei prelievi di suolo nell’area residenziale limitrofa all’impianto di incenerimento di Baciacavallo, e anche in quel caso i risultati dell’analisi si rivelarono superiori al valore limite per le Csc (Concentrazioni Soglia Contaminazione) per il parametro Pcdd/Pcdf.

Analisi che furono alla base di un contraddittorio fra Comitati e Organi Competenti nel Dicembre 2015 dove furono fatte presenti le incongruenze di rilevamento e di autorizzazione in assenza di dati sanitari aggiornati come prevede la legge (oggi fermi al 2009) ed allora come “certificato dal Sindaco ed Assessore” aggiornati fino al 2005, infatti in tale occasione nessuno degli organi competenti volle firmare un verbale.

Adesso, a fronte di queste nuove analisi sui terreni in area di ricaduta dell’inceneritore di Baciacavallo, Arpat pur dovendo riconoscere che le concentrazioni di diossine sono superiori (e non di poco) ai limiti previsti per i terreni ad uso verde pubblico/residenziale, si arrampica

sugli specchi per assolvere ancora l’inceneritore di Baciacavallo! Purtroppo è un modus operandi già visto e rivisto, basti pensare che nelle valutazioni delle emissioni per il previsto inceneritore di Case Passerini la QThermo ha dichiarato calme di vento per il 4,6% durante l’anno… meno calme di vento ci sono e più semplice è la dispersione nell’ambiente dei microinquinanti, quindi meno concentrazioni. Peccato pero che le calme di vento fossero oltre il 40% quindi con un sostanziale aggravio, eppure Arpat aveva tutto il materiale in mano, cosa ha fatto?

Nulla! Sviste? Compiacenti elusioni? Ognuno farà la propria valutazione! Per la cronaca le analisi/valutazioni sono state fatte dall’Università di Firenze, i Comitati hanno solo il torto/colpa di averle lette!

Quindi ci spieghi Arpat come può sostenere che tale inquinamento non proviene dall’inceneritore se tutti i campioni (compreso i polli) prelevati nelle vicinanze dello stesso, hanno evidenziato il superamento dei limiti degli inquinanti (diossine e furani)?

Ci spieghi Arpat come mai a fronte delle evidenze del maggio 2015 non ha mai fatto indagini conoscitive sulle “sorgenti emissive limitrofe” che vengono puntualmente tirate in ballo solo quando fa comodo per “scagionare l’impianto”.

Ci dica Arpat a quale modello diffusionale delle ricadute delle emissioni si riferisce per escludere che tale contaminazione sia causata dall’inceneritore di Baciacavallo e se, tale modello, tiene conto dell’altezza (assolutamente modesta) del camino dell’inceneritore da quale escono i fumi e con loro, polveri sottoli ed inquinanti!

Ci informi Arpat dove ha pubblicato i rapporti di prova dei campioni prelevati, in modo da consentire ai tecnici dei Comitati di fare le opportune valutazioni scientifiche circa l’origine degli inquinanti.

Ci confermi Arpat se intende attenersi al principio di precauzione, e quindi proporre l’eliminazione di quella che al momento appare l’unica fonte certa di inquinamento, o se ancora intende proseguire nei suoi interminabili studi, che (a noi pare) servano solo a mantenere in funzione l’impianto nonostante i danni arrecati alla popolazione!

Ci confermi il Sindaco se intende assolvere al suo compito di tutela della salute pubblica o se – ancora una volta – si accontenta della promessa di ulteriori studi e approfondimenti.

Coordinamento Comitati
per la Salute della Piana di Prato e Pistoia

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