PISTOIA. Appare evidente che il nuovo assetto istituzionale, la più generale necessità di una pubblica amministrazione più flessibile e intelligente e la conseguente attivazione di una straordinaria quantità di incentivi economici fanno della fusione dei comuni uno dei principali, se non il principale tema politico riguardante il futuro dei nostri territori.
In montagna si è finalmente sciolto l’incantesimo e nei prossimi giorni (oggi e domani – n.d.r.) si svolgerà il referendum a Piteglio e San Marcello.
L’auspicio è che il sì a questa grande opportunità si affermi chiaramente e che questa lunga stagione di incertezze trovi l’epilogo che i cittadini della montagna meritano.
In Valdinievole, l’unione dei comuni sta diventando una realtà, e il dibattito sulle fusioni è più vivace che mai.
Il sindaco di Agliana, inoltre, ha recentemente aperto la discussione sulla fusione dei comuni della piana: un processo che osservo con interesse e a cui darò tutto il sostegno possibile sul piano politico e istituzionale.
Ma mentre il mondo cambia, mentre è sempre più evidente che in un clima di giusta competizione tra territori a spuntarla sono quelli che semplificano e razionalizzano di più – in un contesto di questo tipo, insomma, a mio avviso non possiamo negarci un obiettivo. Quello della ‘Grande Pistoia’, ovvero di una grande aggregazione territoriale che risulti dalla fusione del comune capoluogo con i comuni confinanti.
È un processo di grande complessità, che non può essere né imposto dall’alto, né tagliato e cucito con leggerezza, né tantomeno elaborato al riparo delle mura dei municipi, lontano dalle comunità. È al contrario un progetto tanto ambizioso quanto rischioso, tanto promettente quanto difficile da far ‘passare’, che può facilmente far tremar le vene e i polsi e che richiede un altissimo livello di coinvolgimento dei cittadini e delle imprese del territorio.
Bene, non abbiamo un secolo, ma nemmeno qualcuno che ci corre dietro. Prendiamoci il tempo che ci serve. Ma non distogliamo lo sguardo da questo potenziale obiettivo. Una Grande Pistoia, oltre che beneficiare di contributi statali e regionali che potrebbero segnare davvero una svolta in termini di investimenti, potrebbe giocare con altro peso e altra forza contrattuale la partita dell’area e della città metropolitana.
Detto questo non disturbiamo il manovratore. Altri processi di aggregazione, più realistici e più a portata di mano, non devono e non possono essere abbandonati. Ma quello di una Grande Pistoia è un sogno che non dobbiamo negarci di affrontare, perché segnerebbe una svolta vera per la crescita e il benessere delle nostre comunità.
Massimo Baldi
Consiugliere Regionale Pd