VOLETE sbellicarvi dalle risate? Sulla pagina facebook di Massimiliano Sforzi sta impazzando (vedi qui) una tragicomica offensiva nei confronti dell’ex consigliere, portata avanti a suon di commenti paternalistici e “moralisteggianti” da parte di garrule droidi e non pochi mortidifiga della galassia Pd.
Un mix di rosicamento e supponenza piena di boria, tipica di chi è convinto che i dem, con la loro accozzaglia (cit.) di liste collegate, debbano essere campioni del mondo per volontà divina e governare a prescindere in virtù di non si sa quale diritto naturale o inalienabile.
Il ragionamento (vabbè) dei tanti basagliani (“amnistiati dalla legge Basaglia”, cit.) che si accaniscono con duro sdegno e malcelato livore su Sforzi, a causa della sua a dire il vero rigorosa e profonda analisi, arriva a richiamare parole d’ordine come “valori”, “coerenza” e “cosa sia la destra e la sinistra” (magari farebbero bene ad ascoltare Gaber…).
Insomma, i talebani locali del partito alleato di Berlusconi e Verdini, ma anche di Giorgia Meloni durante il governo Monti, chiedono il voto utile non su temi concreti del piano amministrativo ma spostando la contesa sul piano ideologico. Già è partita da più parti la campagna con l’obiettivo di dare a intendere, più o meno velatamente, come del resto è stato detto o abilmente sottinteso: “Tomasi non sarà fascista… ma viene comunque da quel mondo lì”.
È stata tirata fuori anche la Resistenza e Pistoia medaglia d’argento, da cui si evince chiaramente che il feldmaresciallo Kesserling si trovi sopra Cireglio, pronto a entrare con i carri armati in piazza del Duomo al primo cenno dal campanile e costringere la Borgognoni a musicare solennemente “Andiamo a comandare”. Ecco il post di Sforzi, ovviamente processato per alto tradimento e a breve esposto in una gabbia a palazzo Fabroni al pubblico ludibrio.
Dopo riflessioni e ririflessioni, è umanamente triste e politicamente deludente leggere quanto ha affermato Bertinelli in merito all’esito delle elezioni amministrative nella nostra città e in vista del ballottaggio che avrà luogo domenica 25 giugno.
A Bertinelli, che è uomo di diverse letture, come ha più volte mostrato nei suoi interventi tenuti negli ultimi cinque anni, è certamente noto che, fin dalla notte dei tempi, quando coloro che detenevano il potere si trovavano in difficoltà, in conseguenza della loro incapacità a governare la cosa pubblica e non riuscendo ad ottenere un sufficiente consenso fra i governati, si appellavano a presunti pericoli incombenti sulla comunità per compattare intorno a sé tutte le energie possibili e necessarie a fronteggiare il paventato pericolo.
Era ovviamente un’azione mistificatoria, quella dei governanti di allora, che servendosi di una certa capacità retorica ed oratoria, cercavano di spostare l’attenzione dai problemi che riguardavano i cittadini e le cittadine ai fantasmi inquietanti che venivano fatti aleggiare ad arte intorno agli avversari che dovevano essere fermati e rigettati, non in base alle proposte di cui erano portatori ma a causa di quei fantasmi evocati e sbandierati volte e più volte.
Questo comportamento antico, per non dire vecchio, più volte reiterato nei secoli passati da chi non aveva argomenti concreti da sostenere, mi è tornato alla mente quando ho letto l’affermazione di Bertinelli: quella del ballottaggio “sarà un’altra partita, la sfida è tra destra e sinistra”.
Eh no, non è così, ne è passata d’acqua sotto i ponti da quando ci si nascondeva dietro gli schieramenti del novecento; volenti o nolenti siamo in una “società fluida” dove la destra e la sinistra di antica memoria hanno così vistosamente mischiato le carte che il gioco non convince più: la sfida è fra due cittadini pistoiesi, uno, Bertinelli, che in passato era stato Consigliere Comunale di maggioranza e ora è il sindaco uscente che in cinque anni ha dimostrato di non saper attuare il programma con il quale si era presentato agli elettori e alle elettrici e che chiede di essere votato di nuovo per poter fare quello che in cinque anni non ha fatto; l’altro, Tomasi, da dieci anni consigliere comunale di minoranza che ha una sua proposta di governo della città e che chiede di essere messo alla prova.
Nei giorni che ci separano dal ballottaggio sarebbe opportuno che tutti e tutte avessimo chiaro che dobbiamo scegliere chi può essere più credibile nell’attuare il proprio programma, e in questa ottica sarebbe utile che vi fossero alcuni incontri pubblici fra i due candidati a sindaco affinché ci dicano ciò che intendono fare nei prossimi cinque anni per Pistoia e per i/le pistoiesi, precisando i modi, i tempi e i mezzi; stando sulle cose concrete e non sulla propaganda e sulle parole d’ordine; di quelle ne abbiamo già sentite fin troppe!
Massimiliano Sforzi