PISTOIA. La frase chiave del film “Il Capitale Umano” di Paolo Virzì è in bocca alla svampita Carla, un’ottima Valeria Bruni Tedeschi sul finire della storia: “Avete scommesso sulla rovina di questo paese. E avete vinto”.
Ho l’impressione che una cosa simile stia avvenendo nella campagna elettorale pistoiese. Per questo, nel mio piccolo, voglio scrivere alcuni motivi per cui sostegno Samuele Bertinelli. Sarò lungo e non me ne dispiaccio. Provo a limitarmi a 10 punti.
- La preparazione. Ho seguito il dibattito alla MAIC. Alessandro Tomasi è un politico in gamba, una risorsa preziosa per il consiglio comunale, ma fare il sindaco è diverso. Non ha risposto compiutamente a nessuna domanda: princìpi generici e tante liste di problemi da affrontare, senza spiegare concretamente come. Il fatto significativo è che Samuele è risultato più preparato anche sulle proprie mancanze e sui motivi dei propri errori. Amministrare un Comune non è una cosa da volantini.
- La responsabilità. Chi non fa, non falla. Samuele si è trovato alle mani la crisi economica, lo smantellamento delle province e delle circoscrizioni, il taglio delle risorse agli enti locali, il blocco delle assunzioni, un bilancio da rimettere in sesto. Ha fatto la scelta impopolare di cominciare dalle basi. Nonostante questo, la città va avanti e pure bene, si è tanto seminato e si è cominciato a raccogliere. Per il semplice fatto che si è innanzitutto risparmiato i nostri soldi, come nelle buone famiglie in difficoltà. Se la Pistoiese vince 1 a 0, può darsi che non sia un risultato entusiasmante. Però cambia molto se l’avversario era il Barcellona oppure la Nazionale Scapoli. Di allenatori da poltrona ne abbiamo davvero troppi.
- Il mio Bottegone. A proposito di scommettere sulla rovina di Pistoia: sono settimane che gli altri candidati attaccano sul bando periferie, evidentemente sperando che quei soldi non arrivino per poter spendere la cosa in termini elettorali. E’ una cosa indegna. L’amministrazione Bertinelli ha avuto l’intuizione di partecipare a un bando per la riqualificazione di Bottegone e arriveranno – confermati – 18+18 milioni per la nostra periferia. Punto. Pulito, chiaro e netto: è un risultato straordinario. Parliamo del merito del progetto piuttosto, visto che nel programma di Tomasi il Bottegone non è neanche citato. Ed è indegno anche questo.
- La Capitale della Cultura. Come sopra. Penso si potesse e dovesse fare di più. Però siamo la Capitale della Cultura italiana 2017, per la prima volta si parla di noi nel mondo e se ne parlerà nei prossimi anni. Gli alberghi hanno le prenotazioni per l’estate piene. Ora, per carità, tutto legittimo: le critiche, le falle, le mancanze. Parliamone. Ma grazie a una scommessa dell’amministrazione Bertinelli siamo la Capitale della Cultura italiana 2017 e abbiamo ancora tutto da goderne. Abbiamo vinto lo scudetto: se anche l’allenatore avesse sbagliato tanti cambi, ha comunque fatto bene il proprio lavoro e ha centrato l’obiettivo. A puntare il dito sui cambi son bravi tutti, a vincere lo scudetto no.
- L’impostazione. Nel peggior momento finanziario della storia per gli enti locali e nella scelta di risanamento di bilancio, Samuele ha aumentato, numeri alla mano, i fondi per i servizi alla persona e il sociale a differenza di quasi tutti gli altri Comuni d’Italia. Tomasi ha votato contro a tutto. Punto.
- Il carattere. Non lo so se Samuele è meno empatico o simpatico di Tomasi. A me sempre simpatico non sta, in effetti. Ma deve fare il sindaco della mia città, non ci devo andare a letto insieme.
- Il popolo. Si volevano sindaci che lavorassero tutto il giorno, che si tagliassero lo stipendio però preparati e di cultura, che diminuissero gli assessori, che pagassero tutto di tasca propria. L’abbiamo avuto, il risultato è che il sindaco è però meno presente. Allora va bene, correggiamo, come ha proposto Samuele stesso con il lancio di una giunta più larga, con competenze specifiche e itinerante nei quartieri. Però decidiamoci anche noi eh.
- Il cambiamento. Che non è un valore in sé. Il PD a Pistoia ha negli ultimi anni interamente cambiato classe dirigente, sia nel Partito che nelle amministrazioni: sindaci, parlamentari, amministratori regionali, dirigenti di ogni livello. Ha saputo cambiare con i tempi che cambiavano, nei metodi e nel merito. Pistoia con il centrosinistra è cambiata nel profondo, pensatela 10 anni fa e guardatela oggi. Ognuno ha i propri Giampaolo Pagliai, Alberto Lapenna, Alessio Bartolomei se è questo che intendete. Non c’è niente di male. Ma stop alla retorica.
- Le radici. Dite che è antipatico basare la campagna elettorale sulla differenza destra-sinistra. Son d’accordo. Però una cosa la posso dire? Al confronto televisivo Samuele ha pronunciato le parole “Pistoia è città medaglia d’argento per la Resistenza” e dai sostenitori di Tomasi sono partiti fischi che l’hanno interrotto. Tomasi non ha mosso ciglio, né in due mesi ha mai pronunciato la parola “antifascismo”. No, non ho paura che arrivino i fascisti: se vincerà Tomasi, viva la democrazia. Però fatemelo dire con orgoglio: con questi chiari di luna, non sarà mai il mio sindaco. E sì, siamo di sinistra e antifascisti.
- La sincerità. A destra c’è il culto dell’identità, ma non c’è nessun orgoglio per la propria città. Dipingere la Capitale Italiana della Cultura come una sorta di Bronx in cui vivere è una pena e ogni cosa è miseria e distruzione, in una fase in cui amministrare un Comune è quando di più complesso ci sia, denota assenza di misura, incapacità (vera o costruita) di guardare oltre il proprio naso, superficialità (vera o costruita). Nei giorni scorsi ho incontrato una coppia di Como a cui ho dato indicazioni in centro: erano estasiati dalla bellezza della nostra città. Eccoci qui, con orgoglio. Continuiamo a costruirla e migliorarla.
Domenica facciamo in modo che chi sta scommettendo sulla rovina di Pistoia, sfruttando le sue difficoltà per raccogliere qualche voto, non vinca.
Facciamo vincere chi, nonostante le difficoltà, lavora sodo per la Pistoia di domani.
Walter Tripi