AGLIANA. Un fedele che chiede che sia rispettata la sua privacy, scrive:
La veglia di preghiera per la Siria del 7 settembre è stata un grande evento: Francesco dimostrò fattivamente che si poteva muovere il mondo nella giusta direzione della Pace, con la sola preghiera. Chi scrive ha partecipato con tanti fedeli secondo le indicazioni del Santo Padre e infine, la guerra minacciata da più leader è stata scongiurata. Un successo dei credenti, sul pragmatismo dei potenti.
Ma quella sera, in Vaticano la preghiera venne officiata senza nessuna kefiah palestinese, né ipnotiche bandiere multicolori della Pace o, tanto meno, quella rosa di Libera che abbiamo però trovato, messe in bella posta sull’altare nella chiesa di San Piero Agliana.
Dobbiamo subito specificare che siamo anche noi sensibili e dolenti per la tragedia del conflitto israelo-palestinese e per una naturale e genuina vocazione (siamo sempre solidali con i più deboli), simpatizziamo con i secondi.
Molti dei fedeli, hanno espresso le loro comprensibili perplessità sulla scenografia predisposta; dunque possiamo giustificare dei simboli di così chiaro ed esplicito indirizzo politico, esposti durante un evento tanto intenso, anche preceduto dal digiuno? Non è forse questo un atto poco conveniente considerando che il fedele si pone in un remissivo silenzio, soggetto – come uno scolaretto (e chi scrive, così si sente) – al senso di devozione della preghiera? Ma non è finita.
Lunedì 24 marzo, a Santomato è stata celebrata una messa officiata con una analoga scenografia: sull’altare erano poste due bandiere “politicamente rilevanti”, vedete qui un’immagine.
Ancora una volta, dobbiamo premettere che non abbiamo nessuna contrarietà alla santificazione del vescovo di San Salvador, Oscar Romero autentico testimone del Cristo fattosi uomo e venuto sulla terra, per la difesa degli oppressi. È stata una celebrazione a lui giustamente dedicata ricorrendo l’anniversario della morte; ma è stata opportuna l’effige della sua – eppur santa – figura schematizzata in nero sull’abito talare? E che ci facevano le bandiere di “Libera” e quella con l’arcobaleno?
I fedeli che non si riconoscono in tali movimenti, devono tenere la testa bassa e così, espiare la loro sconveniente “collocazione” socio-culturale o devono altrimenti sentirsi degli apostati? Non è, comunque, nostra intenzione voler invocare l’ortodossia preconciliare, ma forse, non si starà un poco esagerando con questa deregulation?
Aspettiamo fiduciosi una replica, proprio in occasione del molto stimolante evento del mercoledì 23 aprile, con il teologo Boff, in parrocchia di San Piero, ad Agliana.
Lettera firmata