AGLIANA. Come avevamo previsto, il fiume della vicenda Regolamento Sa di Polizia Municipale si sta ingrossando e, straripando esonda su altri fronti e così colpendo anche su altre questioni politiche rimaste irrisolte.
Lo scorso venerdì 9 è scoppiata una baraonda tra la giunta fragaiana riunita nella stanza del Sindaco Mangoni e il Presidente del Consiglio Nerozzi che dunque, sarebbe ritornato normodotato (almeno con la voce e la vista). Anche questo, un miracolo de nojantri!
Il palazzo comunale ha tremato per un quarto d’ora con urla che sono arrivate fino allo scantinato e alle abitazioni circostanti: i dipendenti del terzo e del secondo piano hanno vissuto momenti d’autentico panico, che hanno dato seguito al rapido svuotamento del terzo (ci dicono che hanno visto fuggire anche la D’Amico).
I dipendenti del secondo (amministrativi) non sapevano più cosa fare: fingere la normalità, accorrere per eventuali soccorsi o chiamare il 112?
Noi li comprendiamo, e gli offriamo la nostra solidarietà e vicinanza: non deve essere facile, gestire delle reazioni che potrebbero diventare delle ritorsioni nel regime stalinian-fragaiano in cui lavorano; chi ha sentito, non ha dubbi: quelli che urlavano erano Fraai e Nerozzi, tanto inc… e “che hanno urlato forte e tanto…”.
Il Nerozzi urlava a Fragai che lui non prende ordini dall’Assessore e che caso mai è il Consiglio Comunale e il Presidente a controllare il suo operato e quello della giunta.
Nerozzi avrebbe urlato di dover tutelare anche la minoranza, sempre bistrattata dalla mancanza di trasparenza e dei documenti che non arrivano mai, difendendo il suo ufficio, estromesso dai controlli dei flussi di corrispondenza.
Sembra che Fragai stia proprio esagerando, uscendo dal suo ruolo istituzionale e così scivolando su due bucce di banana: una per piede e per Comune. Minacce da parte di Rino sono state udite nei confronti del Nerozzi: a riferirlo alcuni dipendenti intimoriti e convinti ormai di essere sempre più – e per poco – nel regime stalinian-fragaiano!
Intanto lo sciaguratissimo Regolamento S.a. di Pm Montale/Agliana – tanto caro a Rino – è entrato in fibrillazione dopo lo smarrimento della lettera di Nesti all’Egregio Assessore, innominato.
A rinforzo di tutto, le pesanti smentite delle Rsu di Agliana che – come ha scritto la coordinatrice Pellegrineschi – altro non confermano oltre la nota scarsa genuinità del Commissario, un “riposizionato” che non è mai piaciuto agli aglianesi fin dal suo insediamento.
Fragai a breve sarà ulteriormente smentito dalla maggioranza dei vigili urbani dei due Comuni.
Ci hanno infatti annunciato l’invio del verbale della riunione sindacale del 9 scorso, un documento che farà sicuramente luce sull’equivoco ruolo del Commissario, che prima di abbandonare la legislatura, avrebbe promesso con tutta la veemenza del caso di voler sistemare tre dipendenti “laureati”.
Nel mondo rovesciato delle Amministrazioni Rinocommissariate di Mangoni e Betti, non ci sorprende che le rivendicazioni e le proteste vengano espresse con toni da Far West e ciò per l’arroganza politica e non di qualcuno che pensa ancora di comandare tutti, ma che non è più nessuno.
La ex sindacalista Cgil Amalia Vuono, si sarebbe dimessa dall’incarico di sindacalista, dopo che aveva riferito alla Rsu di Agliana di aver sentito i colleghi di settore con i quali aveva confermato di essersi “confrontata” ma che poi, sono diventati invece solo “alcuni colleghi” rimasti ignari delle subdole regole cucite a hoc nel contestatissimo regolamento.
Da un ufficio ministeriale ci cinguettano che per la ex sindacalista Vuono (già Cgil, un sindacato in solitudine, e non per caso) parrebbero prospettarsi dei guai, forse legati a vicende di servizio, con lo sviluppo di una vicenda ancora tutta da chiarire.
Insomma sulla Pm associata, sembra aprirsi un vaso di Pandora che rivelerebbe questioni inattese e sempre più sorprendenti! In tutta questa storia, colpisce il silenzio della Comandante Nanni: ma dov’è?
Batta un colpo, se è ancora a bordo della nave, piena di falle e ormai alla deriva.
[Alessandro Romiti]
5 thoughts on “baraonde. RISSA ISTITUZIONALE AL TERZO PIANO”
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