BARDELLI: «ALMENO DIECI ANNI DI DISAGI PER I LAVORI ALLA EX CAVA BRUNI»

Elena Bardelli, Fdi-An
Elena Bardelli, Fdi-An

SERRAVALLE. Nuovo intervento di Elena Bardelli, portavoce comunale di Fdi-An, all’indomani del Consiglio Comunale di Serravalle a proposito del Piano Particolareggiato per il recupero ambientale della ex-cava Bruni:

L’Amministrazione si è limitata ad accogliere la richiesta minima e ovvia, e cioè che la maggior parte dei proventi venga destinata alla realizzazione di opere complementari utili a rendere più accettabile l’esecuzione dei lavori di riempimento della cava. Dispiace constatare che, nonostante gli osservanti avessero sollevato questioni di non poco conto, come quello della viabilità e dei controlli legati al pericolo di inquinamento, tuttavia tali problemi non siano state affrontati in Consiglio.

La circolazione dei mezzi pesanti sull’unica strada che porta alla cava, infatti, condizionerà in maniera determinante la viabilità nella zona circostante, per cui si renderanno necessari interventi appropriati al fine di rendere meno disagevole ai residenti l’accesso alle proprie abitazioni. È stata rigettata a priori anche la giusta proposta di istituire un gruppo di lavoro o comitato di controllo, sul tipo di quello della discarica del Cassero, in cui siano rappresentati anche i cittadini, perché secondo il Sindaco l’opera di recupero non comporterebbe nessuna pericolosità.

Ribadisco però ancora una volta che per il riempimento si prevede anche l’utilizzo di materiali di tipologia B, cioè a più alta concentrazione soglia di contaminazione, e che l’indennizzo richiesto dal Comune alla società è del 7,5%, la stessa percentuale prevista per la discarica del Cassero. Altrettanto sensate appaiono le osservazioni riguardo all’inquinamento acustico e idrico.

È vero che la società nella Convenzione si impegna a rispettare tutti gli accorgimenti previsti dalla normativa vigente in materia di rumorosità, ma è altrettanto vero che gli osservanti vivono tutt’oggi il disagio mai risolto dell’inquinamento acustico causato dalla vicina autostrada, per far fronte al quale alcuni anni fa l’Ente Comunale si era attivato chiedendo alla Società Autostrade la realizzazione di barriere fonoassorbenti, ma senza alcun risultato.

L’ex cava Bruni
L’ex cava Bruni

A mio avviso poi risulta molto grave ignorare la richiesta di analisi chimico-fisiche a cadenza regolare sulle acque sotterranee e superficiali. Nella Convenzione tra gli obblighi della società è contemplato il monitoraggio sulla qualità delle acque prima, durante e dopo il riempimento, ma non si specifica a quali esperti o organi di controllo la società si affidi per tali controlli. E faccio notare che laddove nella Convenzione si parla dei controlli da parte di organi competenti esterni, come Arpat, questi riguardano solo le terre e le rocce di scavo, ma non le falde acquifere.

La maggioranza purtroppo non ha tenuto nella debita considerazione che molte delle istanze, pur non obbedendo a requisiti tecnici, tuttavia esprimevano le necessità di famiglie che per almeno dieci anni saranno obbligate a subire il disagio dei lavori. È alquanto illogico e disdicevole che una Amministrazione, invece di prendersi a cuore con responsabilità il problema della sicurezza e della tranquillità dei cittadini, voglia quasi scoraggiare l’adozione di tutte quelle misure necessarie a garantire il rispetto dell’ambiente e la tutela della salute.

Elena Bardelli, Fdi-An

 

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