SERRAVALLE. Mercoledì 29 aprile il Consiglio Comunale di Serravalle Pistoiese si è riunito per l’approvazione del rendiconto della gestione dell’esercizio finanziario 2014.
Il bilancio del Comune si è chiuso nel 2014 con un avanzo di amministrazione di ben 1.172.000 euro. Durante questi tre anni di mandato ho assistito ad una progressiva crescita di tale avanzo: nel 2012 circa 517.000 euro, quasi 677.000 euro nel 2013 e adesso oltre un milione di euro!
Parallelamente, però, si è registrato un aumento delle tasse e delle tariffe di accesso ai servizi a domanda individuale, per ovviare – si dice – al taglio dei trasferimenti pubblici da parte dello Stato e della Regione.
Vorrei ricordare la rideterminazione delle aliquote Imu nel settembre 2012; l’aumento delle aliquote dell’addizionale Irpef dallo 0,4% allo 0,7% nel maggio 2013; la determinazione, nel novembre dello stesso anno, delle tariffe Tares, risultate insostenibili per molti commercianti del nostro territorio; infine l’innalzamento non indifferente, nel giugno 2014, delle rette mensili degli asili nido, passate a seconda della fascia oraria, da 220 a 264 euro, da 240 a 288 euro, da 260 a 312 euro.
Effettivamente i tagli subiti in questi anni anche dalla nostra Amministrazione sono stati consistenti. Ma il Comune non è una azienda privata, che deve mirare all’utile: è invece un ente chiamato ad amministrare il denaro pubblico per il bene dei cittadini, e quindi a destinarlo prima di tutto ai servizi fondamentali alla persona, in special modo in questo momento così delicato per l’economia del nostro Paese.
Non sono una esperta in materia di contabilità, ma da politica penso che i bilanci degli enti locali dovrebbero chiudere in pareggio. Che senso ha mirare a un avanzo di amministrazione elevato e crescente, quando nello stesso tempo si aumenta la pressione fiscale e si rende economicamente più difficile ai cittadini accedere ai servizi pubblici? Sarebbe dunque preferibile chiudere il bilancio con un minore avanzo e rendere una vita più sostenibile alle famiglie dal punto di vista della fiscalità e dell’accesso ai servizi.
L’Assessore Fedi sostiene – senza averne dato opportuna spiegazione – che per un ente comunale non esista il pareggio di bilancio e che quindi il consuntivo debba sempre registrare necessariamente o l’avanzo o il disavanzo. Ripeto che non sono una contabile; ma cosa pensa allora l’Assessore dell’ “Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta Costituzionale” (legge costituzionale n. 1/2012), che riguarda Stato e pubbliche amministrazioni?
All’Assessore Querci, che nonostante l’aumento delle tariffe dei servizi pubblici invita a considerare come le nostre siano quelle più basse della zona, ricordo ancora una volta che il confronto con i Comuni vicini non giustifica affatto l’operato della Giunta di Serravalle, la quale al contrario dovrebbe solo commisurare tasse e tariffe con la capacità economica dei cittadini e dell’Amministrazione: se le finanze dell’Ente lo permettono è non solo auspicabile, ma altresì doveroso intervenire a favore della popolazione, abbassando – dove è possibile – quelle tasse e tariffe. aumentate nell’arco di questo triennio, che maggiormente gravano sulle spalle di famiglie, aziende ed esercizi commerciali.
Elena Bardelli
Consigliere Comunale Fdi-An