PISTOIA. Soprattutto in questo periodo di smarrimento generale e di crisi esistenziale generata dalla grave emergenza sanitaria ed economica la burocrazia non può e non deve prevalere sulla libertà di insegnamento dei docenti, che con grande senso di responsabilità si accingono — alcuni per la prima volta — ad utilizzare gli strumenti tecnologici e informatici della didattica a distanza al fine di mantenere un contatto umano e educativo con i loro allievi, spesso disorientati o spaventati per tutto ciò che sta accadendo intorno a noi.
Le direttive ministeriali, invece di ostacolare tale prezioso lavoro chiedendo in continuazione adempimenti burocratici — onestamente poco sensati in questo frangente — cerchino piuttosto di facilitare e valorizzare il dialogo educativo che gli insegnanti ogni giorno si impegnano comunque tra mille difficoltà a stimolare e tenere vivo.
Sarebbe molto più opportuno e proficuo che il ministro Azzolina cessasse di emanare note su note e circolari su circolari — tra l’altro per niente chiare e di difficile interpretazione, secondo il consueto stile dell’attuale governo- —esigendo dai docenti la compilazione di inutili scartoffie e l’adeguamento a particolari procedure riguardanti la riprogrammazione della didattica e la valutazione degli apprendimenti, per favorire invece la relazione con gli studenti, che in questo delicato momento risulta per la scuola italiana la dimensione più importante da curare e promuovere.
Non solo organizzando al meglio la didattica a distanza ma anche sollevando i docenti da obblighi assurdi che vanno soltanto a discapito delle attività di insegnamento.
Il ministro lasci lavorare i docenti italiani!
Elena Bardelli – Referente provinciale di Fratelli d’Italia per la Scuola e l’Istruzione (Pistoia)