bardelli vs bardelli. COME VIVERE CORRETTAMENTE IL VANGELO? PUÒ DIRCELO SOLO LUIGI EGIDIO, IL PADRONE DI TVL E DELLA FU AIAS, IN VESTE DI DIFENSORE DELLA FEDE

Qualche anno fa veniva preso in giro il Berlusca che, come Cristo, in barzelletta dichiarava che sarebbe risorto dopo tre giorni. Mutatis mutandis, però, se Gigi fosse paragonabile a Cristo, nel pieno della sua robusta e infinita forza di trentenne figlio di Dio, manco sarebbe morto in croce: sarebbe bensì sceso di lassù e, preso un randello, il primo che gli capitava a mano, avrebbe steso in tre balletti tutti i romani, gli ebrei e i curiosi che si trovava dinanzi ai piedi sul Golgota. Fratelli d’Italia compresi

 

Nessun Fratello d’Italia ha osato dire una sola parola su questo episodio. Neppure anche solo per difendere la posizione della Giorgia. Lascio le considerazioni alla libera critica, se ancora può esistere nella melma del conformismo conformante…

 

VELE AL VENTO, VA QUAL NAVE:

VEDE IL BRUSCOLO, NON LA TRAVE

 


 

Bardelli vs Bardelli. 1

 

UNA VOLTA i filosofi morali scrivevano roba come, ad esempio, le Lettere a Lucilio. Ma pretendere che oggi, in questo mondo di somari raglianti, possano esistere altezze intellettuali della levatura di un Seneca, che sa anche parlare, con la stessa disinvolta levità, di merda e di vomito, senza provare alcun senso di colpa stile-Boldrini, è – effettivamente – un chiedere troppo, se non l’impossibile.

Non può bastare (come per la Fedeli o per l’Azzolina) l’aver finto di essersi guadagnata una laurea, per pretendere di capire il mondo. La famosa intelligentia rerum, o capacità di capire, non è da tutti, perché purtroppo lo stesso Dio, che certuni dicono di venerare incondizionatamente, ha commesso molti o troppi errori: primo fra tutti quello di creare (chi crede rifletta bene!) esseri umani a livello di matta bestialitate dantesca; e animali all’altezza sublime del vero essere umano a denominazione di origine controllata e benedetta.

E mentre Bergoglio (& pregiudizio) scrive encicliche sullo stile di Fratelli tutti (belli e brutti, perbene e farabutti – ma non i Fratelli d’Italia), opera che tanto è piaciuta ai musulmani; e mentre, in primis, l’omino bianco si chiede «chi sono io per giudicare», i fedeli del suo popolo di fedeli – fra i quali occorre mettere anche Luigi Egidio Bardelli, il taumaturgo di Pistoia – si ergono al ruolo di difensori della fede e bastonano di santa ragione una persona, Elena Bardelli, solo perché la pensa e la scrive come la Giorgia Meloni e, in quanto tale, è indegna di insegnare religione, non essendo disponibile a far venire l’Africa in Italia – un’Africa libera mentre gli italiani sono schiavi dei cattolici alla Conte, con il santino di Padre Pio sul cuore e le furbate per salvare il popò al caro papà della sua ultima fiamma bionda.

Ho sempre detto – e qui lo ripeto – che Facebook fa schifo; che non lo voglio e che dovrebbe essere chiuso per amor di chiarezza di pensiero e di informazione, in quanto veicolo delle peggiori pulsioni aggressive, sia pure sotto pelle agnellàcea, dell’uomo di volta in volta o bestia o asino – dipende.

Sottolineo ancora un paio di particolari, ma minimi: il peggior dei quali è il Tso mediatico imposto a forza dai buoni (a far casino) politicamente corretti e credenti, contro i cattivi (che non lo fanno, il casino, ma non sono correct) attraverso, direbbe il Briatore di Crozza, il blablare senza essere assolutamente informati di ciò di cui blablano.

Come Napalm 51 (ancora Crozza in veste di feisbuccòmane), anche Gigi Bardelli soffre della «sindrome di Jaweh». E credendosi il dio del roveto ardente di Tvl-Sinai (anche perché con la sua televisione “libera”, ma solo di non fare niente che lui non voglia nella sua magnanima democrazia illuminata), ha sempre fatto quel che gli è parso, impipandosi di tutto e di tutti. E con questo sembra che si senta autorizzato a giudicare i vivi e i morti.

Qualche anno fa veniva preso in giro il Berlusca che, come Cristo, in barzelletta dichiarava che sarebbe risorto dopo tre giorni. Mutatis mutandis, però, se Gigi fosse paragonabile a Cristo, nel pieno della sua robusta e infinita forza, manco sarebbe morto in croce: sarebbe bensì sceso di lassù e, preso un randello, il primo che gli capitava a mano, avrebbe steso in tre balletti tutti i romani, gli ebrei e i curiosi che si trovava dinanzi ai piedi sul Golgota.

Bardelli vs Bardelli. 2

Fatto si è che Gigi Bardelli crede proprio di essere se non Dio, almeno il suo epigono finale e/o la sua reincarnazione. E da quel pulpito, o polpettone, che è Facebook, scaglia fulmini in ogni direzione, forse perché nessuno lo ha mai pizzicato a dovere. Perciò viene a giudicare i vivi e i morti. Sui quali, peraltro, e in nome dei quali, riscuoteva soldi buoni delle prestazioni del Consorzio Socio Sanitario Pistoiese all’epoca della presidenza di Giampaolo Pagliai. E hai voglia a scandali di paginate della Nazione: Giuseppe Manchia era cieco e sordo.

Queste cose le ho sentite in aula, non sulla Sala e neppure al Tg di via Monteleonese, tutto vibrante di fede, speranza e carità. E prima che con la sua Tv, Gigi aveva imperversato con quell’attrezzo stampato dal titolo improbabile di Cineforum, contro il quale intervenivano alcuni “pretacci” tradizionalisti di Pistoia pubblicando in clandestino dei controcanti inversi sotto il titolo di Murofenic, definendo Cineforum spregiosamente con un alludente e icastico Cinebucum. Io c’ero: ma in più di uno – Gigi in primis – se ne sono scordati del tutto, pare.

Al tempo stesso il Bardelli ha sfidato, impunemente, i tribunali di mezza Italia con la storia dell’Aias; una favola di vergogna nazionale che è rimasta sospesa nel limbo dell’inerzia giudiziaria pistoiese, all’epoca – se non erro – ben custodita da Renzo Dell’Anno, il procuratore “appiedato” – spettacolo unico al mondo – perfino dal Csm, un organismo (come si è visto grazie a Palamara) di solito assai benevolo anche nei confronti di chi, in qualche processo, potrebbe arrivare perfino a far sparire interi fascicoli di indagini e prove.

Al contempo, se malauguratamente, talvolta, Gigi viene pizzicato “de minimis”, proprio per caso e per errore, perché qualcuno dei suoi dipendenti picchia col mestolo i pazienti deboli della Maria Assunta in Cielo (povera mater dei!) e li maltratta (penso al caso Baldini, per cui Bardelli è stato condannato: fatto, questo, di cui si è ben guardato, lui, difensore del Vangelo e della Verità, di farne raccontare dal suo spettacolare TG60 che tutta notte canta – citazione da Boccaccio): se viene, dicevo, pizzicato, Gigi fa finta di nulla e tira dritto, perché si autoassolve sùbito, consapevole – come ha detto in questi giorni Bergoglio (& pregiudizio) che Gott mit uns, Dio è con noi – famosa consapevolezza e certezza che guidarono fino alla fine lo Zio Hitle (citazione dal Vernacoliere).

Ecco. Gigi funziona così. Si è svegliato all’improvviso e all’improvviso ha dato una profonda lezione di morale anche all’Elena Bardelli, di cui non sa talmente nulla, fino al punto di credere che lei, vittima del trinciaggio politico del senatore La Pietra, sia tuttora consigliera comunale di Serravalle.

Secondo il direttore di Tvl-Tv Libera Pistoia è certo che la Bardelli tradisce il Vangelo e tutto il suo insegnamento. E dietro Gigi arrivano altri che blabano pur senza essersi fatti né preti né cappuccini predicatori: e che non sanno, per esempio, che la Bardelli non è stata messa a insegnare religione dal vescovo, ma ha vinto un regolare concorso statale, che le ha permesso di ottenere il ruolo nel 2007. E forse, al concorso, è stata anche più brava della ministra Azzolina…

Nell’Epopea di Gilgamesh lo sapete perché dio mandò agli uomini il diluvio universale? No. Non lo sapete, perché Gigi Bardelli non vi ha mai detto la verità: che dio s’incazzò come un riccio perché, in un pomeriggio in cui stava riposando, fu svegliato di soprassalto dall’insopportabile blablare (vedi sopra, Briatore di Crozza) del genere umano. Perciò fece il bagno forzato a tutti.

Bardelli vs Bardelli. 3

Io credo che avesse ragione: perché, come ho scritto in questi giorni, parlano tutti di ciò che non conoscono affatto, parlano perché accidentalmente hanno una bocca – non si sa se di sopra o di sotto.

Tanto poi in galera, o agli arresti domiciliari, a Pistoia ci finiscono non quelli che dovrebbero giustamente andarci, ma i giornalisti che rispettano solo la verità – come chi scrive, per esempio –; oppure quattro poveri imbecilli di infima umanità, ladri di polli, che vivono, come in tutte le società politicamente corrette e cristianissime, ai margini, e ai margini sono tranquillamente tenuti da chi, come Gigi Bardelli, insegna agli altri la morale in quanto, come nella narrazione evangelica – che sa perfettamente spiegare, ma che evidentemente non conosce –, vede il bruscolo nell’occhio del fratello, ma non la travona che lui ha proprio lì, sul bordo lacrimoso e pio del suo occhio sempre santamente illuminato dalla Verità del Verbum caro fatti alle finestre – come diceva il boccacciano frate Cipolla.

Parola del Signore.

Nessun fratello d’Italia ha osato dire una sola parola su questo episodio. Neppure anche solo per difendere la posizione della Giorgia. Lascio le considerazioni alla libera critica di ognuno…

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


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