PISTOIA. Da Chris Czerapovic, dal cognome talmente impronunciabile da meritarsi il soprannome “codice fiscale”, ad Aleksander Czyz, la cui pronuncia ricorda vagamente un colpo di tosse, sembra di poter affermare senza timor di smentita che la sfiga ha messo le tende al PalaCarrara.
Durante lo scorso mercato, lo ricorderete tutti, Fuquan Edwin fu percepito come uno dei nuovi americani più interessanti, ma si presentò infortunato al raduno di fine agosto.
Fu quindi preso a gettone Czerapovic, ingaggiato per permettere una preparazione del roster a ranghi completi, però alla fine subentrò Gilbert Brown perché nel frattempo il buon Edwin si era dimostrato tanto talentuoso quanto bizzoso, o almeno così ci venne raccontato dalla dirigenza.
Oggi la situazione è diversa, per certi versi più complessa. Czyz è stato ingaggiato per un mese per permettere il recupero completo di Thornton. Marcus, infatti, ha trascorso il periodo della preparazione alternando pochi momenti di lavoro a moltissimi momenti di stop, nella trasferta di Lussemburgo è stato nuovamente provato per qualche minuto ma non è riuscito a giocare e muoversi come saprebbe.
Preso atto, dunque, della necessità di tenere lo Usa a riposo assoluto per altre 3-4 settimane, considerata la volontà di aspettare che Thornton superi questa dannata infiammazione al tendine rotuleo, è stato deciso l’ingaggio di Czyz per non costringere coach Esposito a buttare nella mischia i giovani Di Pizzo e Severini caricandoli di troppe responsabilità.
Il polacco è arrivato al PalaCarrara in buona forma fisica, avendo difeso i colori della propria nazionale agli ultimi Europei. Cosa è lecito aspettarsi da lui contro Brindisi? Molto dipenderà, ovviamente, da quanto sarà in grado di recepire in questi pochi giorni. Non sarà semplice riuscire ad entrare negli schemi ed in sintonia con i compagni con sole 4-5 sgambate, probabilmente il minutaggio dipenderà anche da come Antonutti e Blackshear saranno in grado di interpretare il gioco in post basso spalle a canestro oltre che, più in generale, dall’andamento della gara.
Un occhio particolare, inevitabilmente, dovrà essere dato anche alla gestione dei falli di Kirk.
Insomma, in tutta franchezza non ci presentiamo all’esordio casalingo come era lecito sperare. Si fosse bloccato un esterno onestamente non sarebbe stato così preoccupante, perché tutto sommato il talento non sembra mancare a questa squadra, ma sotto canestro questo problema non ci voleva.
Se è vero, infatti, che Severini e Di Pizzo nei prossimi mesi sapranno crescere e trovare sempre un maggior numero di minuti di qualità, sarebbe tuttavia folle pensare di poterli buttare nella mischia a cuor leggero contro Enel Brindisi che, tra l’altro, è storicamente una delle squadre che non riusciamo a battere.
Oltre a questo, se proprio si vuole spaccare il capello in quattro, anche l’andamento della squadra nelle amichevoli non lascia indifferenti. Brutto segno vincere i mini-tornei ad inizio preparazione e non dimostrarsi troppo in palla nel quadrangolare ad una settimana dall’inizio del campionato, quando il rodaggio è ormai finito per tutti.
Però ci sono tanti aspetti che danno anche motivo di grande fiducia. C’è il grande popolo del PalaCarrara che ha fame di basket e che, si spera, saprà essere fonte di adrenalina per una squadra di giovani combattenti. C’è tanta curiosità di vedere in campo Preston Knowles, che sembra aver ritrovato un feeling notevole col canestro. Vogliamo capire se davvero l’unico limite di Wayne Blackshear è il cielo, come lui stesso ci ha detto in sede di presentazione, dimostrando una sicurezza che si spera saprà concretizzare in campo. Vogliamo esaltarci per quei dieci delinquenti che, parole testuali, Vincenzino ci ha promesso saprà mettere in campo.
Sarà una battaglia durissima, con il solito Adrian Banks nel ruolo di pericolo pubblico n. 1 e, per tutto quanto detto finora, la coppia Milosevic-Zerini da provare a limitare con tante sportellate sotto canestro.
Non abbiamo la pretesa di vincere, sarebbe sciocco. Vogliamo però tornare a spellarci le mani ed a perdere la voce incitando una squadra che durante i 40 minuti sappia buttare il cuore oltre l’ostacolo e sappia metterci anche l’anima. Questa è l’unica condizione che i 4mila del palazzo pretendono venga rispettata dai ragazzi perché sbocci quell’amore e quel feeling tra i ragazzi ed il popolo biancorosso che solo a Pistoia sa essere così speciale.
Insomma, noi ci crediamo. Si sente, si percepisce nell’aria. Buon campionato a tutti.