
PISTOIA. Processate il “Regime”. Questo regime e questa Repubblica. Loro, i colpevoli, si ergono a giudici attraverso la longa manus di una Magistratura e di una avvocatura di regime.
Due notizie si intersecano fra loro, apparentemente disgiunte, ma solidamente “apparentate”: gli avvisi di garanzia a Sindaco e Giunta e la sentenza per i cosiddetti “Untouchables”.
Nel primo caso il P[artito] D[ellegaranzie] ha già emesso la propria sentenza a livello politico e pubblico: la Magistratura non conta un cazzo e il “Bertinellum due” ve lo “pupperete” voi pistoiesi, degni eredi del Vanni Fucci.
Stiamo parlando di ex comunisti e non del Berlusca. Per gli ex comunisti la giustizia vale solo se è rivolta contro gli altri. Questo argomento lo chiudiamo qui, tanto l’opposizione o non conta, o, come nel caso di Quarrata, dimostra di essere “diversamente intelligente”.
Il secondo caso, quello degli “Untouchables” ci fa riflettere: condanne pesanti (?) e corrispondenti pene; o il contrario giuridico.
Da un punto di vista esclusivamente commerciale, qualche avvocato si è ulteriormente arricchito e qualche giudice penserà di avere timbrato il cartellino di ingresso all’ora giusta e al momento giusto.
Io sto con i condannati senza diversificazioni di nomi e persone. Sto con i condannati perché in questa Italietta di Badoglio se non paghi non lavori. Ripeto: se non paghi non lavori e quando dico “paghi” intendo dire che se l’apparato pubblico è “disponibile” alla collusione e alla corruttela, evidentemente questa specie di Stato è corrotto e disponibile; “qualcuno” , anche se solo storicamente, lo avrà partorito… Se qualcuno si indigna di queste considerazioni è un “fasullo”. L’Italia di oggi è questa e questa dovete leccare: come i gatti e i cani.

Io sto con i condannati, li comprendo anche se non li giustifico, perché, come ebbe a dire un degno figlio (Ricucci) di questa Repubblica, “è facile fare il frocio con il culo degli altri”, mentre il malaffare continua a imperversare e le gabelle di manzoniana memoria si moltiplicano.
L’ora del politicamente corretto, delle convergenze parallele, del rispetto delle istituzioni (a prescindere) è terminato.
Se lavorare e dare da lavorare a famiglie, e quindi figli, mogli, ganze e quant’altro, comporta “addomesticare” il politico di turno, sia fatto. Già rubano abbondantemente loro: perché non dovrei salvaguardarmi io?
È vero: esistevano valori, princìpi, regole naturali di comportamento che un tempo regolavano la vita quotidiana dell’uomo, ma poi venne Prodi e la sua schiera di cattolici adulti tra i quali la frantumazione della famiglia è regola, l’identità sessuale è un optional e la caricatura di “ordine” è dettata dalle varie [s]Boldrini di turno. Le banche sovranazionali, a partire dal Mps sono salvate dai soldi pubblici perché la tessera n. 1 del Pd, il De Benedetti, non restituisce i soldi (come la Marcegaglia) e i correntisti si fottono e qualcuno si è pure ammazzato.
“Abbiamo una banca?”, ve lo ricordate? Io sto con i condannati perché questi avvocati mi fanno senso: soldi, soldi, soldi e chiacchiere.
Io sto con i condannati perché i Giudici non hanno mai provato a rompersi il culo con qualche lavoro fisicamente pesante. Hanno il cervello modestamente pensante ma praticamente inefficiente.
Io sto con i condannati perché la certezza del giudizio (e della pena) è affidato a personaggi ai quali non affiderei nemmeno il mio cane.
Resto in attesa di querele e denunce: il regime si difende.
Mezze seghe: non mi avete fatto paura negli anni settanta, figuriamo oggi!
Io sto con i condannati.
[Felice De Matteis]
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Intervento di libera critica e commento ai sensi dell’art. 21 della Costituzione che non piaceva a Renzi e alla Boschi.