benedizioni & maledizioni. LETTERA A UN CERVELLO MAI NATO

No benedizione a scuola [Corriere-Web]
No benedizione a scuola [Corriere-Web]
SIGNOR PATANÈ,
Presidente del Consiglio d’Istituto che in cronaca locale invita i docenti a dire “sì” alla benedizione pasquale nelle aule della Raffaello, lei vive sulle nuvole!

Accanto al suo intervento sulla Nazione è posto un articolo dal titolo “La benedizione è un valore. Ma deve essere una libera scelta”: è, o almeno sembra, la posizione ufficiale della Curia pistoiese e poiché ci sembra opportuna e giusta la riflessione su una Fede che non può essere imposta e sapendo come si muove Santa Romana Chiesa quando si toccano le coscienze e i riferimenti religiosi che ad essa dovrebbero fare capo, purché non si tocchi l’Imu, la Tasi, la Tari e quant’altro tocchi le sacre tasche della “laica liturgia”, la riposta appare di per sé scontata.

Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi, etc.

La sgradevole e vergognosa affermazione di un “maestro allungato”, cioè un preside che si chiama Monti e che la Nazione riproduce in foto, dalla quale io, fissato della fisiognomica, traggo la sentenza che questo è uno che ancora crede che gli asini volano, al contrario mi fa riflettere.

A chi abbiamo affidato noi i nostri ragazzi nel corso degli anni?

A personaggi che si permettono di affermare che “nelle mie (?? – n.d.r.) scuole ci siamo orientati verso il rispetto di tutti i credi religiosi e per questo non dedichiamo (non dedichiamo – noi fascista? – n.d.r.) momenti, in orario scolastico a riti che appartengono alla religione cattolica”.

Salvatore Patanè
Salvatore Patanè

Non sbalorditevi, questo compagnuccio della parrocchietta scrive proprio così. Non si limita a parlare genericamente di riti religiosi ma esplicitamente quello riguardante la religione cattolica.

Signor Patanè, lei pensa che questo signore che speriamo non abbia mai insegnato da maestro (il primo, essenziale ed imprescindibile tassello del “sapere”, quando i maestri erano Maestri) possa comprendere che la Scuola non è la “sua” scuola e il concetto di laicità racchiude nella sua stessa esposizione verbale un excursus storico che questo signore non ha certo imparato nelle Case del Popolo quando ce lo portava qualche suo parente?

Signor Patanè, vuole spiegare a questo maestro allungato che il termine laico, checché ne pensi, ammesso che lo faccia, è un termine di derivazione religiosa, usato per la prima volta da Papa San Clemente I nella sua Lettera ai fedeli di Corinto? Significava solamente che laico era colui che non aveva ricevuto i voti ed era quindi in contrapposizione all’ecclesiastico?

Gli spieghi pure che lo stato laico, di per sé, non preclude l’orientamento religioso ma, al contrario, lo favorisce nell’ovvia e normale differenziazione dei ruoli.

Spieghi poi, a chi crede che gli asini volano, che il Sacro Romano Impero e il cristianissimo Regno di Francia erano rigorosamente laici ai tempi in cui gli stati della Chiesa erano ecclesiastici.

maurizio monti
Maurizio Monti

Spieghi all’amico-compagno-preside-proprietario di scuole che solo nel medioevo questo termine ha cominciato ad assumere il significato che tanto piace ai catto-comunisti: quello di neutralità e la mutazione in “laicismo”.

Una neutralità che ha prodotto asini che volano, gente che ci crede ancora e sbruffonate verbali alle quali non fanno riscontro comportamenti corrispondenti.

Signor Patanè, perché questi amanti del laicismo inteso come neutralità non rispettano le tradizioni, gli usi, i costumi e le credenze del popolo ma nello stesso tempo “usufruiscono” laicamente dei giorni di vacanza e svago che questa Repubblica cialtrona offre loro in concomitanza delle feste natalizie e pasquali?

Perché da buoni laici, neutri e disponibili a tutti, non tengono aperte le” loro” scuole con i “loro” insegnanti in questi giorni festivi che prima Mussolini e poi Craxi, attraverso il Concordato, offrono alla loro disponibilità?

Signor Patanè, comunque, rallegramenti. In questi giorni di festa legalizzati da una Repubblica “laica” e “rubereccia” si consoli pensando che se ancora esiste chi pensa e crede che gli asini volano, in compenso, i ragli degli asini non arrivano al cielo!

Buona Pasqua.

Felice De Matteis
in veste di lettore

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2 thoughts on “benedizioni & maledizioni. LETTERA A UN CERVELLO MAI NATO

  1. Spesso non concordo, quantomeno nel metodo, con gli articoli di Felice De Matteis. Ma, quando è il caso gli si deve dire “bravo!” senza riserve. E questa volta, bravo lo è stato già dal titolo dell’articolo, a cui si aggiunge gran parte del testo, con una ciliegina sulla torta dovuta alla citazione di un titolo canoro richiamante l’indimenticabile mito Lucio Battisti.
    Quanto a Maurizio Monti, non sapevo che si chiamasse così, né che attualmente fosse preside da qualche parte, ma lo conosco di vista da decenni, ed anche se ciò era pienamente legittimo (ci mancherebbe!) da giovane (inizio anni ’70) faceva, tra le altre eventuali cose, il distributore domenicale dell’Unità alla Sezione Cervi (P.C.I)di Via Spartitoio.
    Tornando ancora al De Matteis, non posso che augurargli di continuare così.
    Piero Giovannelli

  2. Che spasso quest’articolo epistolare…e se dio vuole, da oggi, l’avventura del maestro allungato è finita!!!

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