Ieri i sostenitori del don di Vicofaro sono intervenuti sui social per sostenerne le tesi. Lui ha scritto solo poche parole parlando di pregiudizi nei suoi confronti: e di tale cosa si tratta. Ed ecco perché
BIANCALANI: «NON HO CAPITO COSA C’ENTRO IO…»
CHE COLPA NE HO SE IL CUORE È UNO ZINGARO E VA?
La parola pregiudizio non ha solo il significato negativo che tutti le attribuiscono. Se si analizza nelle sue formanti, il prefisso pre e il termine giudizio, essa indica soltanto l’esternazione di un pensiero prima di aver preso coscienza di cosa stia realmente sotto alle questioni di cui si parla.
Detto questo, è ovvio che anche l’affermazione di Biancalani è pregiudizievole a diritto e a rovescio. Il don, dal suo punto di osservazione, non riesce a vedere che, tutto sommato, in fondo in fondo, infine infine, insomma insomma: cosa ha mai riportato, di negativo, da tutti i procedimenti in cui lamenta di essere stato impicciato da parte delle procure che si sono succedute dal 2016, anno dell’apertura ai “rifugiati irregolari”, come scrive lui stesso? Una beata mazza di San Giuseppe.
Il don è stato “amato” come pochi altri in questa Pistoia di sepolcri imbiancati. Intorno a lui c’è sempre stata la città che conta; e i cittadini che non contano una beata minchia, ma che fiancheggiano volentieri il potere.
Volete per caso negare che la procura, l’Asl, la chiesa, la Regione di Enrico Rossi il distruttore della sanità; le forze dell’ordine (forse non per loro volontà, ma per indicazioni non scritte), i sindacati, le cooperative e persino il Cinci dell’Aiazzi o quello Frugiataio, si sono sempre schierati con i buoni, con la cavalleria del generale Custer pronto a stiacciare come serpenti velenosi quei delinquenti degli indiani d’Amerika?
Siamo arrivati alla sfacciataggine spudorata di dover vedere un sostituto in persona, Curreli, partecipare alla mensa del padre per spalancare tutte le porte della terra e renderla aperta: con l’effetto otre-di-Eolo nella vicenda di Ulisse.
I pregiudicati negativi – cerchiamo di non sbagliare il culo con le quarant’ore, come dissero i fiorentini – sono altri che non il Biancalani e i suoi seguaci. Che – ripeto – fanno la loro parte e quella che si sentono di dover fare.
Loro sono tutti i pregiudicati positivi perché l’avete mai vista un’azione intrapresa contro il don e le sue tribù di accoglienti, che sia finita in qualcosa di concreto? Io no.
I pregiudicati negativi – lo sanno tutti, ma Pistoia fa letteralmente schifo per la sua reticenza mafioso-camorristica – siamo noi di Linea Libera, che al potere deviato rivolgiamo le nostre pericolosissime azioni sovversive: tali perché mirano a mostrare ai ciechi-sordi-muti il porcaio su cui cresce e prolifera la violenza mascherata da applicazione seria e severa della legge.
Allora, facciamo dieci minuti di lezione di comparatistica per capire chi è l’oppresso e chi l’oppressore.
Ventimila euro e sospensione da parte del Tar. Uno a zero e palla al centro. Acqua di Publiacqua non pagata (almeno credo). Due a zero e palla al centro. Covid e Usl che va e che non fa una minchia. Tre a zero e palla al centro. Molestie a giovani donne e nisba. Quattro a zero e palla al centro. Merda e piscio intorno alle case che confinano con l’ostello-bordello quasi dantesco. Cinque a zero e palla al centro. Infiltrazioni in case di gente sfavata e distruzione di stoviglieria varia. Sei a zero e palla al centro. Gente fotografata e pubblicata che si buca e vede dio. Sette a zero e palla al centro. Tbc con la mantù, o mio caro e buon Gesù. Otto a zero e palla al centro…
Volete altro? Perché di altro ce n’è. E qui siamo più o meno a dama co in comportamenti della giustizia pistoiese che dura tre giorni più di un mese. Torno ai 5.000 euro di ammenda che mi suscitano un travaso di bile, caro don di Vicofaro.
Lei predica dall’altare, io dal mio pulpito di carta virtuale. Lei fa il perseguitato. Io sono perseguitato. Lei è benvisto dal suo «prossimo sociale» Curreli (che da privato cittadino può fare quello che gli pare, come dice il giornalista Maurizio Gori); io sono malvisto dal Curreli perché non gli riservo quel sacro terrore che gli tributano, indegnissimamente, cittadini appecorati e colleghi collusi con lui nel silenzio più assoluto.
5.000 euro di ammenda (non multa: ammenda)… A una cittadina di Quarrata (mia figlia) invece, per una telefonata bocióna per strada, la signora Martucci, senza guardare niente, affibbiò 150 € di ammenda. Non credo che l’abbiano data, un’ammenda, neppure a quei due dementi di giovani che trombavano allegramente ululando di notte (fatto pubblico sui social) e svegliando i residenti dei vicoli intorno al tribunale…
- per far condannare mia figlia dal giudice Alessandro Azzaroli, si scomodò perfino il sostituto Giuseppe Grieco in persona – quello che non si muove nemmeno per la vergogna della morte della madre dell’architetto Franco Natali di Monsummano, o di quella di Giusy De Rosa di Pieve a Nievole.
Grieco che dice di leggere tutto, ma non legge niente (lui sì, che pregiudica!), scese «di persona personalmente» in camera di consiglio. …mazza oh! Che impegno! - vorrò vedere se, dopo l’opposizione dell’Elena Baldi, in camera di consiglio scenderà ancora lui o lo stesso Coletta in carne ed ossa, il salvatore di chi si chiama Turco, alieno da qualsiasi condizionamento di «prossimità sociale», come dichiarò a don Manone di Tvl!
Ma non è finita qui, don del pregiudizio. E questo mostra che razza di giustizia ci dobbiamo sorbire a Pistoia:
- a mia figlia l’illuminato Alessandro Azzaroli tramutò l’ammenda di 150 € in 15 giorni di carcere. Me lo consente, don, di dire cazzo di Buddha?
- a lei, con 5.000 € di ammenda, Azzaroli o chiunque altro per lui, per un principio di equità dovrà applicare la proporzione 150 sta a 15 come 5.000 sta a X? Tradotto in numeri: 16,42 mesi di carcere.
Eh… perché altrimenti come si può dire che la legge è uguale per tutti, cari don e grandiosi accoglientisti sorretti da Curreli e procura?
E chi mi fermerà, se non solo dio (entità tuttora indimostrata, specie vedendo le giravolte del Bergoglio), dallo scrivere, finché non defungo, che la procura di Pistoia è un delitto fatto carne in quasi ogni momento del giorno e della notte?
Sbaglio, don, o posso essere capito, dato che qui gente come me, che chiede la legalità, finisce agli arresti e poi viene condannata da un Gaspari che non sa né leggere né scrivere; mentre perseguitati come lei continuano tranquillamente a fare quel che cazzo di Buddha gli pare?
Ai vicofarini ripeto: ogni popolo ha il governo che si merita. E se voi, cari oppressi, siete troppo educati, con certa gente in giro non potere che essere opportunamente (e giustamente) calpestati. Chi pecora si fa, lupo lo mangia…
Questa, don, è la mia omelia (io dico predica, come si diceva un tempo) domenicale. La capiranno in procura?
Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
«A Vicofaro non ci sono problemi seri» disse il questore