bertinelli. «A BARI, FORSE, SARÀ ANCORA COSÌ, MA A PISTOIA?»

Samuele Bertinelli

PISTOIA. Un poco di dignità non guasterebbe.

Le prefiche si faranno pagare per piangere leggendo la lettera del Bertinullam, cioè il Bertinelli, ex Sindaco di Pistoia, chiamato il filosofo, che probabilmente non ha letto i celeberrimi versi danteschi “poscia più che il dolor poté il digiuno”?

Forse li ha letti ma non concepisce, questo compagnuccio della parrocchietta, che per vivere bisogna lavorare e che non necessariamente si deve vivere dei soldi comuni.

La sua excusatio non petita ne è la dimostrazione e dopo essere stata pubblicata su tutta la stampa locale, ha invaso i social con i più disparati commenti.

Anche noi l’abbiamo letta e abbiamo pianto a dirotto al pensiero di un Sindaco che ha dovuto “imparare anche il senso acre della vergogna, che non avevo mai conosciuto prima”.

Di erba alta, di giochi inutilizzabili per i bambini e di perdite d’acqua, nonché per i vetri rotti negli edifici scolastici, il “nostro” si vergogna. Adesso, non qualche mese prima o quando è stato portato dalla piena di cinque anni or sono sulla poltrona di Sindaco di Pistoia, capitale della cultura 2017. Per maggiori informazioni transitare da via Bonfanti.

Però, se è vero come è vero, che il nostro amico che all’occorrenza si fa chiamare Antonio ma che sempre Samuele è, dal 1998 al 2007 è stato consigliere e, se non andiamo errati, anche capo gruppo dei Ds in Consiglio Comunale, ci ha da spiegare senza tante altitudini di concetti, che cacchio c’è stato a fare in Comune e perché quella esperienza non gli ha insegnato nulla.

Non gli ha insegnato che con la gente si parla e non la si evita; la comunità si vive e non ci si arrocca nelle segrete stanze a guardarsi le spalle dai Caini che ci sono sempre stati ma che in questo caso hanno tutti la stessa casacca e lo stesso colore.

Non si diventa Sindaco di tutti dopo avere pubblicamente dichiarato che lui, una rappresentanza comunale ad uno “di destra” non l’avrebbe mai concessa: della serie “un bel tacer non fu mai scritto”.

Adesso il Bertinelli, chiamato anche Bertinullam, cerca di fare presa sul cuore, sui valori familiari ed affettivi della famiglia tradizionale composta da uomo+donna ed eventualmente ben graditi figli, dimenticando che il “gender” e roba varia è figlio della sua parte politica e che l’aspirazione a “cantare…, per condividere delle radure di tempo liberato con la mia famiglia, i miei amici… etc.” sono aspirazioni piccolo borghesi che l’Antonio/Samuele della lettera sicuramente non troverà in una città governata dalla destra, perché dove governa la destra, ci dice Antonio/Samuele “il vivere diventa non infrequentemente mortificante, adombra di grigiore, ratifica il desiderio di conformarsi alle voci prepotenti del mondo”.

Come se la scalata alle banche (vi ricordate Consorte/Fassino?), lo scandalo delle Coop rosse e, di questi giorni, lo scandalo Consip, non siano tutte targate Pd e non rappresentino la resa incondizionata e vergognosa al grande capitale diretto dalle banche.

Cari Antonio/Samuele, avete proprio una bella faccia di tolla! Se vi siete consultati, per scrivere queste lacrimevoli righe, con la Casaleggio associated, avete preso un bel bidone!

Per terminare, un reale consiglio da amico al Bertinelli per cessare di essere il Bertinullam: ma cercare un lavoretto, alzarsi magari la mattina presto e farsi un mazzo tanto, no?

Comprendere che la pretesa di vivere di soldi pubblici, cioè di politica, è una pretesa sempre meno accettata dai cittadini è gran fatica?

Per quelli della mia generazione, di qualunque parte politica, una lettera simile avrebbe comportato il ben apprezzato e dignitoso saluto alla città perché, come diceva Totò: “signori si nasce ed io lo nacqui!”.

Ma il signor Antonio, probabilmente un barese-napoletano-pistoiese, deve avere convinto il Bertinullam della bontà del principio: chiagne e fotte!

A Bari, forse, sarà ancora così, ma a Pistoia?

[Felice De Matteis]

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