ROMA-PISTOIA. Alcune considerazioni sul nuovo che avanza e che Matteo Renzi dovrebbe rappresentare: se il baricentro del potere si è spostato da Roma a Firenze potrebbe essere un bene per tutti, anche perché è evidente che una sorta di resa dei conti all’interno del Pd sta avvenendo e le posizioni “traverse” di Vannino Chiti, rispetto al nuovo Governo, stanno ad indicare che difficilmente si faranno prigionieri. Quindi se pulizia deve essere, pulizia sia.
Secondo una legge naturale, poi, riconoscenza impone che chi ti ha dato una mano in campagna elettorale ed ha addirittura gestito i fondi per la tua propaganda, debba essere ricompensato con qualche carica in qualche ente ed in qualche consiglio di amministrazione.
Qui le cose si complicano, perché leggendo la cronaca del Tirreno del 16 aprile, scopriamo che anche un pistoiese è nell’elenco dei beneficiati di Matteo che, per ringraziarlo del suo impegno, lo colloca nel consiglio di amministrazione di Enel. Il cognome è usuale – Bianchi –, ma il marchio è sempre quello: democristiano di origine controllata e di “ceppo” ben conosciuto dai pistoiesi in età adulta.
Per dovere di informazione continuerò a ripetere fino alla noia che alcuni democristiani specchiati e ricordati hanno dato vanto a Pistoia e sono per lo più sconosciuti. Perché non si sono arricchiti…
Lo stesso ragionamento vale per uomini di schieramenti partitici diversi.
Pensate alla rabbia di qualche genitore ex Dc d.o.c. che ha “speso” il figlio per un democristiano finito al-Letta-to e se lo vede “trombare” (parte qualche querela?) da un altro concittadino della stessa parrocchia politica!
Comunque, leggendo l’allegato comprenderete perché il buon Matteo, finite le elezioni europee e incassato il bonus demenziale degli italiani, rappresenta solo il vecchio vestito di nuovo. Ragazzi che si presentano con il vestito nuovo e il cervello del papà. Gli affari sono affari.
Una considerazione, però, dobbiamo farla: se questo signore (Alberto Bianchi) è stato allocato per “meriti” nel cda di Enel, significa che finalmente un’eccellenza pistoiese ha trovato la sua giusta collocazione.
Se poi leggiamo che la Corte dei Conti ha contestatop al medesimo di restituire “la soma di 4,7 milioni di euro” per avere trattato allegramente una società, la Efim (alla quale è succeduta la Ligresta – vedi), pagando ai professionisti somme superiori al dovuto, una domanda viene spontanea: risiamo alle solite. Ma qui, chi paga? Sempre noi?
Poiché però questo signore, anche lui progenie di somma competenza democristiana-catto-comunista (con il distinguo già scritto sopra), non fa parte del circuito del Berlusca, tutti zitti e tutti cheti.
Non tutti, non almeno noi o, se permettete, non chi scrive. Attenzione che Matteo è partito bene, a parole; male, nei fatti, come questo. Se il buondì si vede dal mattino…
Ma se questa è l’Italia – il Paese – la colpa è anche nostra: questa Pistoia vile, succuba e complice nelle sue rappresentanze civili apparentemente migliori perché elette dal popolo, perché non comincia a parlare?
Io credo di comprendere il perché, ma forse mi sbaglio. Chi nasce vile, vile muore.
Amen!
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