SERRAVALLE. Si è conclusa il 30 agosto la quindicesima edizione del festival Serravalle Jazz. Piano Piano Forte Forte, organizzato a Serravalle Pistoiese dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune di Serravalle Pistoiese, assessorato alla cultura.
Sono stati tre giorni intensi, tra seminari e concerti, congegnati attorno al tema del piano jazz.
Il direttore artistico Maurizio Tuci così commenta l’esito della manifestazione:
La valutazione del Serravalle Jazz quest’anno deve essere fatta seguendo due binari distinti. Il primo è quello negativo che, causa maltempo, ci ha costretto a rinunciare al concerto della Vincenzo Genovese Big Band, che avrebbe dovuto chiudere il festival con il suo sound robusto e coinvolgente, galvanizzando la Rocca di Castruccio.
Il secondo è quello, estremamente positivo, del successo di tutti i concerti che si sono succeduti nelle tre serate offrendo, come sempre gratuitamente, musica di grandissima qualità che ha spaziato in molti campi del pianismo jazz e della musica afroamericana più in generale.
Felicissimo del Premio Renato Sellani, Franco D’Andrea ha proposto uno spaccato del suo pianismo eclettico e sempre luminosissimo, sia in solo che con la Big Band di Barga, quest’anno particolarmente in forma.
Nella seconda serata il “gruppo dei francesi”, ossia il Frizione Sextet, riunito intorno al Frizione Trio del sassofonista toscano Romano Pratesi, ampliato per l’occasione, ha presentato al pubblico di Serravalle un concerto costruito appositamente per il festival, lontanissimo da tutte le possibili routine musicali.
Ci ha portato nel mondo della contemporaneità europea di altissimo livello utilizzando un linguaggio accessibile a tutti pur muovendosi sul terreno non scontato della sperimentazione, dando prova di un interplay eccezionale.
Il duo pianistico pistoiese Siringo-Biagini è stato ripagato da continue ovazioni da parte di un pubblico attentissimo e capace di valutare la simbiosi musicale raggiunta dalla coppia nel movimento, connotato da un’estrema disinvoltura, sul crinale tra classica e jazz.
I tre seminari, primo fra tutti quello di Francesco Martinelli, storico del jazz di fama internazionale, hanno distribuito notizie, suoni e immagini provenienti dal passato, utilissimi per comprendere al meglio le performance musicali.
La solita partecipazione di pubblico, anche giovanissimo, ha riconfermato al festival lo spessore raggiunto negli anni, sottolineandone il gradimento. Un menzione particolare per il Gruppo Batosti che ha assicurato, sfoggiando un impianto nuovo di zecca, un suono eccellente all’altezza della qualità della esecuzioni musicali.
Naturalmente tutto questo non sarebbe possibile se la Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia non producesse con entusiasmo il festival e il Comune di Serravalle Pistoiese non lo ospitasse nel magnifico borgo medievale.
[simona polvani]