PISTOIA. L’estenuante discussione del bilancio di previsione 2015 del Comune di Pistoia si è conclusa ieri, 29 luglio, in tarda serata.
Nessuna novità di rilievo rispetto a quanto Sindaco e Giunta avevano deciso se non il fatto che l’opposizione si è battuta senza risparmiarsi e senza fare sconti.
Il numero consistente di emendamenti, provenienti in particolare dal gruppo di Pistoia Domani e dal Movimento 5 Stelle, ha fatto decidere la maggioranza per un rigoroso silenzio, nessun controcanto, né argomentazione a confutazione tranne da parte del Sindaco che di volta in volta ha difeso le proprie scelte oppure si è trovato a riconoscere che le frittate venivano dalle cucine di precedenti cuochi…
Il silenzio proveniente dai banchi di sinistra ha fatto risparmiare una giornata su quelle previste ma non sono mancati gli episodi di insofferenza e indisciplina cui anche l’inglesissimo Presidente Niccolai non ha sempre potuto far fronte con il consueto aplomb.
Alla consigliera Semplici va un encomio per la tenacia e la precisione dell’esposizione e delle motivazioni degli emendamenti del suo gruppo, da vera mattatrice di questa 5 giorni. Ma anche Giacomo Del Bino ha svolto una mole impressionante di interventi, sempre animato da foga e passione. Inutile dire dell’arte oratoria di Alessandro Capecchi e della trascinante capacità affabulatoria di Alessio Bartolomei, decani dell’istituzione cittadina, implacabili paladini dell’opposizione.
96 milioni di debito complessivo è il dato che maggiormente preoccupa perché il sistema fiscale è allo stress, cioè più di così non si può spremere dalle tasche dei pistoiesi, la legge non lo consente.
Sono previsti 5,3 milioni solo per la regimazione del fosso Acqualunga e del Bollacchione, le casse d’espansione ai Laghi Primavera restano nelle previsioni anche se si parla di un nuovo accordo; anche la tangenziale nord resta (un po’ nei sogni, crediamo, degli amministratori) come il prolungamento di via Salvo d’Acquisto a mo’ di controviale rispetto al viale Adua.
Senza piaggeria il lavoro del consiglio (tutti compresi) di questi cinque giorni afosi è da riconoscere e apprezzare. Meglio sarebbe stato diluirlo, accordare tempi più lunghi alla possibilità di studio delle carte su cui si basa il bilancio, l’atto più importante della vita amministrativa di una città, ma tant’è.
Fino a settembre non se ne riparla. Intanto il bilancio è passato e, anche se siamo più poveri, possiamo dormire sonni tranquilli: tanto Renzi dice che è iniziata l’èra della ripresa (dalle tasche della gente).
Bonjour!…ma lo sa cara Paola da cosa deriva l’ottimismo di Renzi? (oltre che dalla disperazione?) Dalla ripartenza del settore automobilistico, in grande spolvero in questi ultimi mesi, con crescita delle vendite a doppia cifra…e io sa che le dico? Che potrebbe avere torto. Questo in base ad un semplice ragionamento: il settore ha avuto una crisi paurosa dal 2008 al 2014. Sono stati 6 anni in cui la vendita di auto è tornata a livelli da anni 50, con addirittura un periodo dove si vendevano più bici che auto…nel frattempo il parco macchine è invecchiato…molti che nel 2008 avevano un’auto di 4-5 anni l’hanno tenuta e quindi…oggi se non vogliono restare improvvisamente a piedi devono cambiarla…non sono sicurissimo, ma scommetto che la timida crescita del nostro PIL è legata prevalentemente a questo fattore, che è congiunturale e non certo strutturale. Penso che lo verificheremo da qui al 2016. Incrociamo le dita.
Massimo Scalas