BLOCCO SCRUTINI. DAL FORTEGUERRI SCRIVONO…

Il Liceo Forteguerri
Il Liceo Forteguerri

PISTOIA. Il personale docente aderente allo sciopero degli scrutini comunica che il blocco degli stessi è risultato pressoché totale al Liceo Forteguerri di Pistoia, ciò per ribadire la propria contrarietà ai contenuti del disegno di legge di riforma approvato alla Camera.

Questa forma di protesta, promossa da tutte le sigle sindacali e ampiamente attuata in molte scuole della nostra provincia, oltre che a livello nazionale, è il momento culminante di una mobilitazione cominciata già nello scorso autunno, subito dopo la pubblicazione del piano di riforma della cosiddetta “Buona scuola” e sfociata negli scioperi di aprile e maggio.

Una mobilitazione che ha registrato una partecipazione senza precedenti di tutte le componenti della scuola, determinate ad opporsi ad un piano che non prende in considerazione le effettive necessità, ma prospetta modelli organizzativi autoritari e aziendalistici che rischiano di demolire definitivamente la scuola pubblica.

[comunicato scioperanti del forteguerri]

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One thought on “BLOCCO SCRUTINI. DAL FORTEGUERRI SCRIVONO…

  1. Egregi scioperanti, sono un vostro collega, un po atipico ma collega. Con questo sciopero dimostrate alcune cose una volta di più. Quanto poco gli studenti sono al centro dei vostri pensieri (gli bloccate la cosa che più gli preme) anche se siete lestissimi a tirarli per lo zaino se serve; l’indisponibilità assoluta ad un minimo di controllo del vostro operato e dei risultati che ottenete. L’indisponibilità assoluta ad un sistema, che finalmente anche se molto timidamente (altro che riforma…qui siamo alle gocce omeopatiche) vada verso una selezione ed un riconoscimento di meriti e demeriti.
    Volete il mantenimento dello status quo, che avviato 40 anni fa con la fine dei concorsi e l’inizio delle graduatorie ha permesso a chiunque di svolgere un mestiere che è sopratutto vocazione o non è, è preparazione di alto livello o non è, è autorevolezza conquistata sul campo o non è. Così, mentre voi vi raccontate e ci raccontate quanto siete bravi e quanto la scuola italiana sia all’avanguardia, siamo finiti agli ultimissimi posti delle classifiche OCSE per capacità di lettura, scrittura e calcolo (un laureato italiano in matematica vale un diplomato finlandese o giapponese). Quindi? Va bene così? A voi si, ma solo a voi. Io invece vi chiedo:
    – Se siamo in queste condizioni, se i nostri studenti sono mediamente asini (non lo dico io ma l’OCSE), è lecito fare un poco di autocritica o no? Pensate o no che il personale docente vada finalmente selezionato e vadano abolite le graduatorie? (non si chiede niente di rivoluzionario, non si chiede di ammettere all’insegnamento solo il 10% dei richiedenti come fanno in Finlandia dove sono al primo posto per qualità della scuola e risultati raggiunti…ci accontenteremmo dei vecchi concorsi anni 70)
    – pensate sia giusto o no che gli incapaci che sbagliano addirittura le correzioni dei compiti, che dopo 3 anni ancora non ricordano i nomi dei loro studenti, che palpeggiano le studentesse vadano licenziati? (ci sono anche questi e anche se condannati, come il prof di Torino condannato in via definitiva per violenza sessuale su una bambina di 7 anni restano quasi sempre al loro posto, perchè è quasi impossibile licenziarli)
    – è giusto o no premiare i meritevoli?
    – è possibile che per voi non esiste un modo obbiettivo per verificare i risultati raggiunti che non sia il giudizio di voi stessi dato da voi stessi? (mia madre era un’insegnante nei mitici 60 e il suo lavoro era continuamente vagliato dal Direttore Didattico e nessuno gridava alla dittatura)
    Infine: non se ne parla ma si dovrebbe. Vi sembra normale che l’insegnante di sostegno non sia preparato e non sia tenuto ad esserlo, in merito alle patologie/disabilità , che interessano il soggetto sul quale lavora? Vi sembra normale che l’insegnamento di sostegno non sia una carriera separata e altamente qualificata, ma quasi sempre solo un modo per fare punteggio e ottenere una cattedra “regolare”?
    Sono semplici questioni, che in altri paesi ma anche in altre realtà nazionali non sarebbero neanche da porre tanto ovvie sono le risposte, ma nel vostro mondo infarcito di slogan (a mio parere) surreali ovvio non è. Con tutto questo non intendo mettere una categoria alla gogna, ma evidenziare atteggiamenti corporativi che, oltre ad essere inaccettabili per gli utenti, sono la coperta di Linus sotto la quale beatamente riposano da decenni le mele marce presenti nella scuola.
    Buona giornata
    Massimo Scalas

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