bomba-zagrebelsky. SI STANNO SBUDELLANDO FRA LORO

Matteo Renzi, Enrico Mentana e Gustavo Zagrebelsky [ansa - la repubblica web]
Matteo Renzi, Enrico Mentana e Gustavo Zagrebelsky [ansala repubblica web]
HO SPENTO il televisore, ieri sera.

Su La7 Mentana moderava il bomba-Renzi e un residuato della cultura della sinistra ortodossa che si chiama Zagrebelsky. L’evento televisivo del giorno, come scrivevano i giornali.

Questo russo divenuto italiano è stato “schiantato” dal Bomba: non sapeva cosa dire e cosa controbattere dinnanzi alle precise e documentate affermazioni che gli venivano “sbatacchiate” sul muso in merito ad affermazioni, allora, confliggenti con il suo attuale “pensare”. Imbarazzante: chiedere a Napolitano…

Una trasmissione penosa, per me terminata alle 21:56 del 30 settembre 2016.

Conduceva il furbo Mentana ma, credetemi, è stata una trasmissione penosa: non per il Bomba, quanto per questo misero rappresentante della sinistra costituzionale ed accademica targata Frattocchie.

Una vergogna mediatica che connota la sinistra comunista di oggi e di ieri: una miscellanea impresentabile che nella sostanza sostiene, senza rendersene conto, il al referendum ed il “casino” che ne seguirà.

Fino a quando il Bomba avrà questi interlocutori e fino a quando le reti televisive ci offriranno un D’Alema para-pensante e un individuo dal cognome di cui sopra senza invitare quella cultura storica e ben rappresentata ma che, essendo di destra, è per l’audience impresentabile, allora il risultato referendario appare scontato.

Tanto più che le promesse abbondano quotidianamente: il lavoro improvvisamente si “autoriproduce”, le pensioni raddoppiano, si farà il ponte sullo stretto di Messina e, gaudio finale, ci attendiamo la promessa di un milione di nuovi posti di lavoro. Stiamo parlando del Bomba, non del Berlusca.

Il Fascismo fu una cosa seria: questa Democrazia è una buffonata.

«Io? Fo scoppiare anche questo!»
«Io? Fo scoppiare anche questo!»

Io che voterò no al referendum costituzionale, non mi schifo certamente di essere in compagnia di un D’Alema o di uno Zagrebelsky perché, se il fine giustifica il mezzo, anche questi bafometti possono numericamente servire.

Sono la plastica dimostrazione che il numero non è qualità e che i voti non si pesano ma si contano.

Personalmente sono pronto a contarmi anche con la merda!

Hanno, questi rottami del pensiero costituzionale e della politica, ottenuto il contrario di ciò che pensavano si potesse perpetuare a vanto e gloria delle loro piccolezze umane: fra gli altri “meriti”, quella suddivisione fratricida fra destra e sinistra che rappresenta due categorie ottocentesche non più esistenti, se non in Italia.

Vedere un Bomba che distrugge dialetticamente e, carte alla mano, un povero, incapente intellettualmente ma “sinistro Zagrebelsky”, sembrerà strano, mi produce un’immensa goduria: si stanno sbudellando fra di loro, senza possibilità di riappacificarsi.

È necessario che le forze sane e pulite di questo povero territorio che solo Mattarella si ostina a chiamare Italia, si compattino, si uniscano e, casa per casa, borgo per borgo, paese per paese, cellula per cellula (perché no?) facciano comprendere che se siamo sudici per natura indotta, un abito firmato e costoso non cambierà la nostra natura e il nostro essere sporchi.

Vi dirò anche: questa maggioranza silenziosa comincia a farmi schifo. Lo dico a ragione veduta.

Indro Montanelli
Indro Montanelli

Il 68 è passato, i furbastri che hanno consentito la macellazione reciproca di una gioventù che aveva il difetto di “credere” sono oramai, anch’essi, vecchi.

Loro, però, hanno i loro vitalizi e le loro scuse per ciò che hanno fatto fare agli altri e che giustificano fino a quando non dovranno giustificarsi, loro, verso qualche Altro…

[Cil]Indro Montanelli, altro emerito ruffiano di questa repubblica, invitava a turarsi il naso e votare Dc: i risultati sono questi, cari signori, economicamente e soprattutto moralmente.

Feurbach asseriva che “l’uomo è ciò che mangia” ovvero che un vivere in salute era la premessa per vivere anche spiritualmente bene.

Aveva ragione (questi tedeschi hanno sempre ragione!) perché, come si può agevolmente osservare, a distanza di un secolo da questo giusto pensare, la gente, troppa gente, fra noi, mangia poco per mancanza di “lilleri” ed è sempre più incazzata.

Primum vivere, deinde philosophari. Vallo a raccontare a questi dementi che vorrebbero anche rappresentarci!

Usiamo bene, per piacere, il nostro voto. Se è no è no.

[Felice De Matteis]

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