PISTOIA. In questi giorni siamo subissati da telefonate e richieste di chiarimento in merito al decreto che il Governo ha emanato in risposta alla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato le norme della riforma Fornero sul blocco della rivalutazione delle pensioni per milioni di pensionati.
Questo decreto che restituisce solo in minima parte la mancata rivalutazione delle pensioni superiore a tre volte l’importo minimo, è stato presentato come una concessione, chiamata impropriamente e assurdamente “bonus Poletti” quando invece si tratta di una tantum tombale e quindi di un parziale rimborso del maltolto, perché mediamente copre circa il 30% di quanto dovuto alla platea di pensionati a cui è rivolto. Registriamo tra i pensionati rabbia e sconcerto per la natura di un provvedimento, apparso a molti, come un’ennesima beffa a danno dei pensionati.
Lo Spi-Cgil che da qualche tempo chiede di rivedere radicalmente la legge Fornero e lo stesso meccanismo di indicizzazione delle pensioni, per renderlo più adeguato al costo della vita, ha chiesto al Governo, subito dopo la sentenza della Consulta, un incontro insieme, a Cisl e Uil dei pensionati, per concordare se possibile una soluzione al problema, giacché si aveva ben presente la portata economica del problema e del fatto che la sentenza non poteva essere disattesa. Ma come al solito il Governo non intende ascoltare le proposte del sindacato, considerato, ormai, un interlocutore scomodo e inutile.
Abbiamo fin da subito dichiarato la disponibilità a concordare un provvedimento che seppure con la necessaria gradualità rimborsasse quanto dovuto e per questo non possiamo accettare che con una tantum si intenda chiudere la questione degli arretrati. I Governi hanno prelevato, in questi anni, dalle tasche dei pensionati oltre sedici miliardi di euro, mentre alle rendite non è stato chiesto niente.
Dobbiamo, altresì valutare bene il testo del provvedimento preannunciato sulla rivalutazione delle pensioni del 2016, per questo è necessario capire bene il meccanismo che si vorrà mettere in piedi per l’indicizzazione delle pensioni, ma se il buongiorno si vede dal mattino…
Non possiamo neppure accettare l’enfasi con cui in modo tutto strumentale e inopportuna si è presentato il provvedimento, così come condanniamo il continuo tentativo di alimentare uno scontro generazionale, addossando ancora una volta ai pensionati e alle pensioni responsabilità, per lo stato dei conti pubblici, che stanno altrove, come ben sa anche il Governo, ma è veramente inaccettabile la continua criminalizzazione delle pensioni che sono frutto di 35 o di 40 anni di lavoro e di contributi versati.
Crediamo opportuno una modifica del provvedimento preso, che non ci piace e che non condividiamo, visto che esclude, pur con la necessaria gradualità il rimborso del maltolto, per questo ci attiveremo per rendere giustizia ai pensionati, non escludendo, insieme alle necessarie forme di mobilitazione la strada, se necessaria, dei ricorsi.
Spi-Cgil Pistoia