borocrati & sabotatori. È TANTO DIFFICILE OBBEDIRE A UN SINDACO DI DESTRA?

La rassegna stampa è ancora priva dell’on-line

AGLIANA. Il Sindaco Benesperi ci riferì – due settimane fa – che la riorganizzazione del servizio di “rassegna stampa quotidiana” sarebbe andataa regime dal 1° di agosto e ci inviò tanto di nota di servizio inviata alla responsabile della segreteria affari generali Elena Santoro. Eccola qua, ve la proponiamo per le evidenze che contiene.

A oggi, 6 agosto, dopo dieci giorni trascorsi dall’ordine di servizio del Sindaco – da ritenersi ineccepibile per il ripristino del rispetto delle formalità e della legge in una “città della legalità” dei nostri stivali, però – ancora niente è cambiato. La nostra richiesta al Comune di Agliana di integrare la rassegna stampa con le nostre notizie è del 2 di gennaio scorso: allora il Comune era ancora sotto il democratico governo illuminato e trasparente di Rino Fragai e come al solito, non avemmo alcuna risposta.

Il ricorso al difensore civico Sandro Vannini non aveva ottenuto alcun risultato utile per l’accoppiata dei Comuni del Mont-Ana.

Ferdinando Betti (ora sotto inchiesta per il  caso Carbonizzo/Meridiana Immobiliare srl), interpellato per Montale, rispose in sintesi “scegliamo chi ci pare per la nostra rassegna stampa”, spregiando l’articolo 3 della Costituzione sulla pari dignità e il 21 sulla libertà d’informazione”, nonché il 54, che impone a chi amministra la cosa pubblica di rispettare le regole del gioco e di «adempierle con disciplina ed onore» (ma i piddì sono questo ed altro); mentre ad Agliana il silenzio più tombale arrivò, come al solito, grazie alla cinica indifferenza della segretaria D’Amico, sempre a braccia aperte nel prendere e sempre a pugni chiusi nel dare al popolo quel che è del popolo (= nulla) e al Pd quel che è di Dio (= tutto il permissivismo possibile e oltre).

L’ordine di servizio del Sindaco

Oggi la nuova amministrazione ha imposto un cambio di passo a questa pessima pagina del Comune, dove la rassegna stampa era diffusa tra tutti i soliti privilegiati, oltre a 300 portoghesi: capibastone, cattocomunisti, assessori dismessi, segretari di partito, militanti e simpatizzanti, insomma la truppa dem per prima e i simpatizzanti tutti attaccati alla mammella del Comune.

I quotidiani strutturati e, per così dire, “filogovernativi”, erano fotocopiati e diffusi con un sicuro danno per le vendite del cartaceo e in violazione delle norme sul  copyright.

La segretaria D’Amico ovvero l’inerzia degli uffici

Alcuni consiglieri e anche membri della Giunta, ci riferiscono  che non ricevono affatto la raccolta completa delle notizie che interessano l’amministrazione di Agliana: né quella cartacea, né quella digitale (quotidiani on line, come indicato dal Sindaco). Oscuramento completo, dunque.

Altri ci riportano che tale “disservizio” è da ricondursi alla carenza di personale e che il Ced (centro elaborazione dati, ovvero gli esperti di informatica del Comune) non hanno ancora sottoscritto gli abbonamenti alle testate on-line: troppo complicato, forse, nell’èra digitale?

Pur indulgenti quanto volete, chiediamo che cosa serva per la diffusione delle notizie che appaiono sulle testate libere e non a pagamento. Ne citiamo tre delle principali della Piana del Mont-Ana: I Fogli, Pistoia Report e Linea Libera.

Serve forse un’altra richiesta di intervento al Difensore Civico o una formale protesta al Sindaco Benesperi per l’attuazione del servizio disposto da tre settimane e disatteso dagli uffici?

Solo alcuni hanno ricevuto la raccolta della “rassegna stampa” dei soli giornali cartacei, ancora ripresi in fotocopia a colori (questa volta, senza oscuramento delle foto), ma senza nessun Pdf delle notizie dei giornali telematici.

Insomma ad Agliana, la “Resistenza” c’è stata, c’è e – sembra di capire – ci sarà sempre. Non si vede ma si sente, come costante conservazione per la gestione del politburo del Pcus centralizzato, uno strumento non scritto, attuato da regole poste a difesa di privilegiati/pupari in ombra.  E allora: la dirigentA del servizio di Segreteria, Elena Santoro, ama la fronda o è solo un disservizio casuale?

A Berlino cadde il muro, ad Agliana è caduto il Pd: lo sa? È riuscita a prenderne coscienza?

Alessandro Romiti
[alessandroromiti@linealinea.info]


SE IL NEURONE È UNO SOLO

«A ogni giro di boa la “burokràzia”, come dicono i compagni russi, dovrebbe essere spazzata via ed epurata dalla testa ai piedi»

Resistenza e legalità. La Sindaca Ciampolini festeggia

 

AGLIANA. Un vecchio detto recita «meglio ammazzare uno che mettere un’usanza». Immaginate cosa possa essere una usanza lunga 74 anni di comunismo nella «Città della Resistenza e della Legalità»: c’è tanta di quella gromma da ogni parte che, per far tornare a funzionare le rotelle del congegno, occorrerebbe un bagno della struttura burocratica del Comune direttamente nella soda caustica, come si fa quando c’è da trattare con la coppale un vecchio mobile le cui maniglie sono incrostate di ruggine.

L’Italia non lo ha mai voluto capire e se ne vedono le conseguenze in questo invecchiamento cerebrale democratico, che ha ridotto la pluralità di neuroni e delle loro sinàpsi a una struttura mononeurale: fenomeno che, in quanto tale, non è capace di sviluppare ed eseguire un processo di intelligenza artificiale binario come il computer: passaggio di corrente/non passaggio di corrente, acceso/spento, no/sì o, in termini matematici, la sequenza 0/1.

Il mononeurone democratico conosce solo o il “no” (se il processore/Sindaco gli sta sui corbelli) o il “sì” (se, al contrario, tutta la scheda madre lavora alla stessa velocità di clock). Troppo difficile? Semplifichiamo.

È mai possibile che non si riesca ad attuare un ordine di servizio in 15 giorni? C’è da fare due abbonamenti alla stampa organica filogovernativa e da scaricare qualche pdf da internet: appiccicare insieme pochi documenti e spedirli al massimo a 50 persone con una mailing list. E non si riesce a farlo nonostante la presenza di un Ced, cioè centro elaborazione dati? E che dati mai elabora? Quelli di un viaggio su Marte?

Abituati al mononeurone rosso, uffici e servizi che da sempre lavoravano come i primi computer bràdipi lenti come una lumaca, non si sono accorti che oggi la velocità è quella degli SSD, cioè dei dischi allo stato solido, e per questo non sanno riprogrammarsi. Del resto si è visto e si vede l’effetto-rosso nel mondo: dalla miseria dell’ex-Urss, all’esplosione dell’economia cinese che è una sorta di fissione nucleare incontrollata.

A ogni cambio di regime, mantenere le strutture dell’ancien régime è stata la soluzione italica: i fascisti (come ebbe a dire Liliana Segre, subito interrotta dalla pubblicità su un canale nazionale) si divisero, il 26 aprile, in eque bande di Dc e Pci; Scalfaro, repubblichino, finì per diventare il tutore della Costituzione repubblicana; Togliatti iniziò la tintura in porpora della magistratura, finita a poi a Palamara. E i risultati si vedono oggi.

A ogni giro di boa la burokràzia, come dicono i compagni russi, dovrebbe essere spazzata via ed epurata dalla testa ai piedi. Perché «è meglio ammazzare uno che mettere un’usanza”: quella, appunto, di continuare a lavorare coi ritmi di chi, prima, s’è fatto il culo piatto su certe seggiole da cui non si aspettava di essere staccato. E ci si scandalizza se Benesperi butta falce e martello nel cestino? Ma forse è giusto: ha proprio sbagliato. Avrebbe dovuto buttarli direttamente nell’inceneritore di via Tobagi.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]
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