PISTOIA. Il dibattito è apertissimo e vivace su questo link del Facebook di Roberto Bartoli (vedi), con tanto di interventi, risposte e commenti.
Lo consigliamo vivamente a tutti i lettori – nostri e non nostri, ma che ci seguono ugualmente.
Le posizioni ci sono tutte, pare, e in ogni possibile sfumatura: per cui c’è da rifarsi una cultura, solo che si ripensi a partire da 3-4 anni fa, quando il problema, come il soufflé, iniziava a montare.
Una volta una canzone diceva Se stasera sono qui, è perché ti voglio bene.
A noi, noti bastian contrari, piace ripetere che, se oggi siamo qui, è perché la politica non è che non abbia fatto niente: ha fatto fin troppo. E nel peggior senso della parola: mangiando il mangiabile a spese dell’amato popolo.
Minus habentes e poco intelligenti come siamo, già anni indietro facevamo presente a tutti – in mezzo ai fischi e alle pernacchie – che saremmo arrivati a questi punti. Punti di non ritorno.
È un peccato che nessuno si accorga, neppure ora, che la retorica politica è finita: come del resto la speranza, che, con la sua fine, ha preceduto tutto e tutti da un pezzo.
E stiamo ancora qui ad aspettare una soluzione per la Breda quando nessuno si avvede – e basta solo un pizzico di lucidità – che né Letta, né Renzi, né altri sanno cosa fare e sanno come farlo: aspettano solo il default.
Ma se aspettano ancora un po’, c’è il rischio che una bella mattina qualcuno, alzandosi, dica: «Allora, ragazzi, da oggi niente più stipendi e niente pensioni!».
Eppure, a questo punto, perfino le sinistre si sono accorte che la Merkel ce le avrebbe rotte…