PISTOIA. Sono convinto che se una vendita (o meglio, svendita) ad un player estero, chiaramente orientato più ad acquisire Ansaldo StS (leader mondiale del segnalamento ferroviario, segmento strategico e con straordinarie prospettive di crescita, ceduta per 773 milioni), l’avesse fatta il Governo Berlusconi, ci sarebbe scappato un caos colossale.
Scioperi, manifestazioni di piazza, le Istituzioni locali mobilitate contro il Governo, magari un (altro) Consiglio Comunale davanti ai cancelli.
E invece? Nulla. Dichiarazioni di circostanza, cauto ottimismo, nessuno che chieda quale sia la prospettiva di un Paese che di colpo si priva di un settore strategico e che ha fatto una parte importante della storia industriale italiana. Con ampi margini di crescita, peraltro.
Solo Moretti, da buon ex Cgil, dichiara che con i troppi debiti accumulati il settore civile di Finmeccanica non avrebbe potuto essere rilanciato, e che questa cessione fa parte del piano industriale che punta su aerospaziale, difesa e sicurezza. Ma scusate, o non ce l’avevano messo proprio perché veniva da Ff.Ss.? O non doveva rilanciare il settore civile di un colosso troppo spostato sul settore militare? Mica si era occupato di armamenti prima.
Ma questo è il paese di una certa sinistra, pronta a portare in piazza i lavoratori solo a certe condizioni, ovvero che al Governo (e alle partecipate di stato) non ci siano compagni.
In caso contrario si può anche destrutturare lo statuto dei lavoratori (con il jobs act) e vendere per 36 milioni (questo il valore attribuito ad AnsaldoBreda, li vale da solo lo stabilimento..), il “gioiello” industriale del nostro territorio, capace – nel 2010 – di aggiudicarsi una commessa da 1,5 miliardi di euro per l’alta velocità, senza alcuna difficoltà.
Me li ricordo ancora i cortei, i presidi davanti alla fabbrica, tutti schierati contro lo straniero, persino contrari ad una partnership con Bombardier; me li ricordo, perché io c’ero, e perché a differenza di altri credevo che un Paese come il nostro potesse ambire ad avere un settore civile dei trasporti a guida italiana. Una posizione che non era facile da sostenere, nel centrodestra, con una città che non perdeva occasione di attaccare il Governo di allora (2009), mentre Finmeccanica continuava comunque a ripianare i debiti dell’azienda.
Oggi, tutti spariti. Nessuno che abbia avuto – in questi mesi – il coraggio di dire (e fare) nulla. Con l’evidenza di un Governo attuale che – complice un sindacato incapace si sganciarsi dalla politica – ha scavalcato il territorio, senza che nessuno abbia avuto la forza di opporsi, o quanto meno di confermare le posizioni precedenti. Anche solo per coerenza.
Alla città ed all’indotto resta l’incognita di un piano industriale che non c’è, segnale inequivoco di una operazione di cassa, in cui hanno pesato più le opportunità finanziarie che non le scelte strategiche di un Paese che ormai pare aver rinunciato ad essere comunità nazionale.
L’avesse fatto Berlusconi, apriti cielo! Ma l’ha fatto Renzi…viva l’Italia!
[*] – Consigliere comunale, ospite
Ormai è stato perso il conto delle tante centinaia di milioni di euro che Breda ha perso negli ultimi 15 anni! Regolarmente pagati a piè di lista con gli elicotteri da combattimento e le mitragliatrici di Finmeccanica. Ma quale “gioiello strategico” ?
Strategiche sono le linee ferroviarie con treni belli, comodi e sicuri. Ma che senso ha chiedere ai contribuenti di pagarli due volte per farli costruire dallo Stato?
Senza protezioni politiche e le coperture economiche di Mamma Finmeccanica, che pareggiava i conti delle famose commesse vinte sottocosto,questa azienda sarebbe fallita da tempo immemorabile.
DOMO ARIGATO’ Hitachi!