PISTOIA. Quello di ieri è solo un tragico esempio di come l’Europa ha gestito la situazione in medio oriente pagandone poi sulla propria pelle le conseguenze. Da parte nostra va l’incondizionata solidarietà alla vittime di Bruxelles, pertanto vorremmo aggiungere alcune riflessioni che da tempo sosteniamo e che, purtroppo, ci portano a dire che avevamo ragione.
Innanzitutto nella gestione della politica estera l’Europa ha fatto tutto il contrario di quello che avrebbe dovuto fare: invece di gestire i popoli, per esempio quello libico, con fermezza, cercando di controllarne i governi (stringendoci accordi anche di natura economica), come succedeva fino a poco tempo fa con Gheddafi, ha piuttosto deciso di alimentarne le agitazioni, in tutti i modi possibili.
Questo ha comportato una successiva incapacità di gestire la situazione locale che poi ha avuto conseguenze alle quali assistiamo ogni giorno sulle coste del nostro paese.
Sta di fatto quindi che la politica dell’integrazione ha fallito e ciò è ormai noto. Non per ultimo, si rammenta l’accordo siglato con la Turchia per la gestione dei profughi. Una assurdità negoziale conclusa solo per interessi economici. Il giornale L’Internazionale rappresenta bene la questione :«l’Unione europea ha delegato alla Turchia la gestione del problema, in cambio di sei miliardi di euro – più la ripresa dei negoziati per l’adesione all’Ue, bloccati da decenni».
Ecco, probabilmente l’Ue in cambio di qualche moneta gioca sulla pelle delle gente e poi, magari, pretende che non si verifichino tragedie come quella di ieri. La Turchia semplicemente non va fatta entrare in Europa, è la stessa Turchia che fornisce le armi all’Isis o a chi va sotto quel nome. Queste informazioni sono note, e lo stesso ministro degli Esteri siriano lo ha ribadito in più contesti.
Motivo della fornitura delle armi? Il petrolio “rubato” dal territorio siriano e da quello iracheno. Senza contare che la Turchia non ha niente a che fare con il resto dell’Europa, né tantomeno con la sua storia politica. Bene, per evitare che la situazione peggiori più di quello che già è, probabilmente l’unica strada è quella di agire in modo determinato, individuare leader alleati di noi europei e aiutare quelli legittimi proprio come Assad che combatte il terrorismo.
Sembra brutale come ragionamento ma è solo quello efficace per sedare queste situazioni.
Ora non è più il tempo di piangere, invocando l’integrazione, ma è il tempo di reagire per difendere il nostro popolo, dialogando con quelli che vogliono essere nostri interlocutori come l’Iran.
Francesco Cipriani
Coordinatore Fdi-An Pistoia