bulli & pupe 2. METTIAMO I PUNTINI SULLE “I”, CAMPIONI INDEFESSI DELLA LEGALITÀ!

Ma come? Il principe del Foro pistoiese, l’avv. Niccolai, non sapeva che il trio Coletta-Curreli-Contesini, con l’intervento della Gip Martucci, aveva fatto sequestrare l’unico giornale della città che parla chiaro con documenti alla mano? Ma come? A lui, che è chiaramente di fede democratica, erano sfuggite le “leggi razziali” emanate apposta contro gli ebrei di Linea Libera? E l’OdG di Marchini? Giurò fedeltà al Duce come i cattedratici dei tempi di Benito?



CHE DIR PER DIRE TUTTO SENZA OFFESA?

«TUTTO VA BEN, MADAMA LA MARCHESA!»


 

Ogni città ha un cerchio magico di “apostolici” che vogliono salvare il mondo

Oh, com’è bella l’uva fogarina
e com’è bello saperla vendemmiar,
a far l’amor con la mia bella
a far l’amor in mezzo al pra.
..

 

Cominciamo da questa strofetta scherzosa a metterli, i puntini. E li dobbiamo mettere, i puntini, su un’ampia serie di personaggi che rappresentano – ahinoi, poveri mortali ignoranti! – il famoso potere delle «autorità costituite» care alla Gip Patrizia Martucci.

La quale – quando parte con determinazione come di solito fa – legge poco e male, e finisce solo con il dare assist ai suoi colleghi. In onore, s’intende, delle «prossimità sociali» di Coletta, l’uomo che, a detta dell’avvocato Andrea Niccolai, parla pocotranne quando ha da difendere la sorella del suo procuratore aggiunto di Firenze, la dottoressa Lucia Turco.

La gamma di democratici che rilucono, a Sarcofago City, quali astri fulgenti della volta celeste, può contare – a questo proposito – su due livelli gerarchici:

  1. La procura – così detta perché, appunto, procura un sacco di guai a tutti.

  2. Le truppe cammellate di appoggio, che si incarnano in pubblica amministrazione e professionisti esercenti libere professioni di carattere anche pubblicistico: avvocati, notai, giornalisti, medici ligi al dovere dell’obbedienza cieca alle autorità del Covid, e via discorrendo.

Lo hanno detto in tre in casa del totem Aligi Bruni, Università Popolare: viviamo momenti difficili e tendenzialmente cupi e repressivi.

Personalmente, con l’assoluta libertà di parola e di opinione che serve a Benigni, ma solo a Sanremo e per leccare Mattarella, il mùtolo non-presidente, io direi tempi neri, di vero tragico mentalismo fiancheggiatore del potere quantomai deviato.

La Gip Martucci chiude…

Alle osservazioni, pungenti e pertinenti (ancorché sfavanti), del nostro Alessandro Romiti, circa il clima della procura messo a produzione intensiva da Tommaso Coletta in idrocultura da Minculpop:

  1. L’avvocato dei “denti davanti” si è stizzito e ha affermato di rifiutarsi di ascoltare le provocazioni dell’impertinente cronista fi Agliana.

  2. Maurizio Gori, giornlista, ha steso il tappeto da preghiera e si è prostrato dinanzi al muezzìn Curreli – ovviamente si sarò lavato anche i piedi e il naso, come il profeta comanda, prima di entrare in moschea in Vicolo de’ Malespini 1…

  3. La dottoressa Olimpia Abbate, intervenendo su Vicofaro, ha tranquillizzato tutti dicendo che, in fondo, in quel quartiere, di problemi veri e gravi non ce ne sono.E ha ragione: al massimo gli ospiti del Biancalani pisciano e defecano per via o sui marciapiedi; spacciano e creano scompiglio.Di fatto i veri problemi del penale di Pistoia sono quelli di una cittadina di Quarrata che grida al cellulare, alle 23:30, d’estate, sulla pubblica via, e sveglia dei crucchi di Berlino ospiti del Calesse di Montorio (Quarrata), con un’azione così grave e pericolosa da costringere a scendere in aula un facente funzione importante come Giuseppe Grieco, che non si muove neppure con le cannonate quando, fra Usl e Rsa, la sanità toscana lascia morire due anziane signore della Valdinievole come fossero sacchi di patate.E Alessandro Azzaroli infligge 15 giorni di carcere alla malcapitata. Nemmeno alla Caienna!

Il Niccolai, che si era detto preoccupato della compressione delle libertà di espressione nei regimi, capaci di sopprimere anche le testate, quando Romiti gli ha detto che questo giornale era stato sequestrato, è caduto dal pero.

… e il Tribunale del riesame riapre la bocca della verità

E non è la prima volta che non sa. La sua filosofia – che in fondo gli ha reso una bella e danarosa posizione economica – si concretizza, more pistoriensi, in un famoso proverbio: «Chi vuol vivere e star bene, piglia il mondo come viene».

Con questa filosofia quel famoso migliaio di docenti universitari del ventennio, giurarono, senza troppo pensarci, fedeltà al padre della patria Benito. Ed era contento assai, all’epoca, anche quel democratico di Napolitano. Basta non sa-pere: e ogni volta si cade dal pero e siamo salvi.

La stessa filosofia l’ha adottata, però, anche Maurizio Gori, che distingue il Curreli magistrato dal Curreli che, quale privato e libero cittadino “apostolico”, si fa gli affari suoi. Ma non è proprio così… Gori dovrebbe studiare di più, prima di andare i giro a seminare certe bischerate.

Fortuna che a Vicofaro va tutto per il meglio…

La dottoressa Abbate, con il suo mestiere difficile, adotta la tecnica del padre provinciale e del conte zio in Manzoni: sopire e troncare. In realtà, di Vicofaro, lei cosa conosce? Niente. Non ci abita, quindi…

È per questo che oggi – dato che siamo accusati, in evidente malafede currèlica, di stalking – abbiamo spedito ufficialmente i documenti, che potete vedere e consultare qui, alle persone che abbiamo indicato perché non possano dire “I’ non sapéa”.

Perché tra 75 anni, come è successo per il povero Pio XII, non ci sia qualche bischero che esce fuori e dice che il Niccolai sapeva degli ebrei e dei campi di concentramento, ma è stato zitto come Pio che non aveva fatto… pio.

Ora tutti sanno come stanno le cose. Il Niccolai, carmelitano “senza calzini”, sa che Coletta non solo parla poco, ma, quando parla, il più delle volte lo fa a sproposito (ben aiutato dalle sue “prossimità sociali”).

Il giornalista Gori, che ha bazzicato tanto la procura di Firenze, può imparare che il magistrato non è libero cittadino neppure sotto le lenzuola.

La questore Abbate prenderà coscienza che a Vicofaro è tutto un problema: legnate agli italiani che vi risiedono (e forse gli va bene così, dato che sono fin troppo buoni e pazienti) e carezzine ai negretti protetti dal Curreli (ma personalmente non penso solo da lui).

E, lode a te, o Cristo: Ite, missa est!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

Se avessero ragionato meno di pancia e più di cervello, gli uomini della procura avrebbero sistemato in un mese sia le demenze delinquenziali del Montalbano (strade vicinali chiuse e abusi edilizi a sfare) che le stupidaggini scritte e rese dai presidenti del giornalismo toscano, Carlo Bartoli e Giampaolo Marchini, contro me e Linea Libera.

Il problema è che in procura non leggono niente e lavorano solo a suon di copia-incolla, distinguendo il mondo in due categorie: i prossimi (ama il prossimo tuo come te stesso) e i lontani (dal malcostume acquiescente alla prevaricazione esercitata in nome del bene comune).


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