burro d’arachidi 3. PEDRITO, LA SUA MITOMANIA, IL FALSO MAL DI STOMACO E LE RUMINAZIONI FARLOCCHE PER FAR TACERE LA COSCIENZA

Con una botta ne fa fuori sette: ovviamente di mosche e di ronzoni. È sempre immerso in avvocate e tètte: perché di latte nùtronsi i bimboni. Lui, bimbominkia, di mentir non smette: è falso in tutto e poi non ha maroni. Vive d’inganni e grazie al tribunale, più che bene a se stesso fa sol male (pseudo ottava di Ludofico Arrosto dal Minchière Furioso)



QUANTE COSE PROMISE E POI NON FECE

MA DI MENZOGNE SI FE’ TONDO INVECE!


 

C’è niente di peggio di un pidocchio rinvenuto? Di un contadino che ha fatto i quattrini? Di un democratico-trasparente che è salito al trono? La risposta dàtevela da voi. Direttamente. Perché di certo non vi aiuta una procura che finisce col proteggere personaggi di questa levatura perché di fare vere indagini non se lo immagina neppure… Finché era il Benesperi a portare in giro i documenti del Comune, andava tutto bene eh?

 

Ci manca solo che Pedrito s’infili il dito nel naso e si scaccoli e poi il suo profilo è completo. Ha tutti i requisiti del bimbo(minkia), falso, bugiardo, ingannatore, simulatore e dissimulatore per dare a intendere – anche se noi non ci crediamo – che lui è il fratellino minore di Gesù, buono buono; mentre di fatto è un Caìno (anche nel senso pistoiese dal verbo caàre), che però fa presa su una serie di sostituti più giudice che su lui hanno svolto indagini quante io ne ho portate a termine sugli anelli di totano di Saturno. Zero.

L’avessero fatto, dalla procura ci avrebbero risparmiato, a noi di Linea Libera, una serie immane di rotture di palle – tutte inammissibili e tutte contrarie alla pubblica decenza –; a sé avrebbero risparmiato le famose figure di Emilio Fede; al Benesperi (ma per lui è tutto inutile, in quanto gli va perdonato come ai ladroni di Cristo: non sa quello che fa) non avrebbero creato quell’aura di stupidità che gli è stata cucita addosso nel tentativo di accreditarne una figura di categoria protetta circuita da demòni come gli amici che lo avevano messo sul girello di sindaco per poi sfruttarlo, ricattarlo, tormentarlo, farlo andare giù di testa e…, molto di più, di corpo.

Povero Cocco (Bill)! Gli manca solo il famoso Trottalemme di Jacovitti e poi è al completo. Oggi vi presento un’altra striscia di fumetti da Benesperi. È istruttiva: anche e soprattutto per chi ha finto di prenderlo sul serio: cioè la procura e il tribunale di Pistoia, sostanziali nemici del popolo di Agliana.

Non si illuda la sua avvocata Elena Augustin: bimbominkia non può cavarsela a buon mercato. Perché:

  1. era lui, insieme a quel brocciolone del Ciottoli, a voler togliere di mezzo a tutti i costi il mai-comandante Andrea Alessandro Nesti (è in atti);
  2. era lui, assatanatissimo, che portava a noi di Linea Libera documenti su documenti del Comune ad inculandum (è in atti);
  3. era lui che protocollò e ci fece avere la famosa lettera del Nesti a Fragai, con cui il mai comandante insegnava a Rino[ceronte] come aggirare la legge per poterlo ripiazzare al posto che non era mai stato suo (erano i tempi del caffè con la Sonia Caramelli al bar di via Magnino. La roba è in atti);
  4. era lui che a metà luglio 2019 si impegnò a chiedere al Nesti tutti i danni causati al Comune di Agliana, ma poi ebbe paura e fécesela addosso (è in atti);
  5. era lui che, a tal fine, parlò con l’avvocato Ettore Nesi per avviare l’operazione, ma poi si rese irreperibile (riascoltate la telefonata fra me e Ciottoli: è tratta da una copia forense ordinata da Gaspari, non da un francobollo della Repubblica di San Marino: è in atti);
  6. era lui che iniziò a scappare al mare, a Careggi sotto esame/esami gastroenterici (poi utilizzati per farci passare da mostri); a sparire dalla circolazione perché voleva dimettersi da sindaco in quanto sconvolto (poi, evidentemente ci ha preso gusto… – è in atti);
  7. era lui che, richiamato agli impegni con i suoi elettori, iniziò a strillare che lo stavamo ricattando: che imbecille!
    Mi spiace, sostituto Grieco, lei non ha capito o non ha voluto, più comodamente, capire nulla: ma noi siamo noi e le cose le sappiamo molto meglio di voi, Curreli e Grieco! Cit. dal Marchese del Grillo (è in atti);
  8. era lui che firmò, ma con il caìccio al culo (gergo pistoiese, viva il dialetto, che in Sardegna è perfino considerato lingua), la lettera di addebiti per quel mai-comandante con cui, alla fine, grazie alle tessiture ciottolo-avetiane, l’odio trasformòssi in amore, in inciucio, in accordo di sottobanco – peccato ai danni del popolo di Agliana, del quale alla procura non interessa un cazzo (è in atti).
Questa è invece una lettera riservata, inviata alla segretaria Aveta, che compare in una querela del mai-comandante Nesti come allegato 12. È tratta direttamente dal sistema informatico del Comune (vedi riquadro rosso). Il Nesti come ne è venuto in possesso? Gliel’ha concessa l’Aveta? O il sindaco? O il Ciottoli? E con che autorità e potere? E la procura della repubblica se lo pone il problema dell’uso lecito/illecito del documento o protegge – come noi crediamo – il mai-comandante oggi favorito anche da bimbominkia?

E potrei continuare fino a Pasqua, a Ferragosto e a Natale. Ma mi fermo per parlare del rigore [im]morale di questo falso d’autore in carne ed ossa nomàto Luca Pedrito Benesperi et. etc. il calunniatore epigastràlgico.

Gaurdàtelo, appunto, nel suo rigore morale, questo Benesperi. Quando scrive a Mamma Aveta e alla sua fedelissima, ma da lui sputtanata, Lara Turelli, minacciandole di sparare ad altezza d’uomo se altri documenti d’ufficio finiranno fuori delle sacre mura del disonor d’Agrùmia. Guardàtelo. Sembra quasi una persona seria questo pupo mai cresciuto.

E poi guardate e osservate. Rendetevi conto è proprio il Nesti, il suo cocco degli accordi di sottobanco, a violare le regole della riservatezza; a estrapolare – per fini suoi personali – lettere riservate che non dovevano essere messi in giro; ma che la procura di Pistoia accetta come fossero documenti lecitamente posseduti al mai-comandante. E quando io chiedo spiegazioni a bimbominkia e a Mamma Aveta? Tutto tace. I vili si nascondono come topi; si mimetizzano dietro la fuffa della falsa legalità. Che stronzi!

Perché tra l’apparire e l’essere la differenza è abissale. E perché tra la giustizia e la procura della repubblica di Pistoia, c’è di mezzo una Fossa delle Marianne: dentro la quale tutte le verità vengono umiliate dalla noncuranza di chi, i propri doveri di indagine, li adopera come zerbini solo per pulirvisi i piedi.

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


 

“Minchiografia” essenziale
del sindaco (?) Benesperi

 

In questo vocale, tratto dalla copia forense voluta dal giudice Luca Gaspari, potete sentire che il Ciottoli, quello che fa cianchetta e molla calci al Romiti, è preoccupato per la salute di Pedrito Benesperi: vomita e si sente male di suo. Siamo molto prima (è il dicembre 2019) delle accuse di estorsione e violenza avanzate dai due clown dell’amministrazione di destra imbrigliata dal senatore La Pietra, oggi viceministro dell’agricoltura e dei cibi grillosi:

Ma di audio come questi, ignorati da procura e giudice Gaspari, ce ne sono vari altri nella copia forense di cui nessuno ha voluto tenere conto solo perché noi di Linea Libera dovevamo essere colpevoli di terrorismo a prescindere…

Nel vocale che segue, la vigilessa Claudia Vilucchi – arrestata con Lara Turelli – lasciando una nota a Silvio Buono, allora ancora nella Lega, avvisa che Benesperi & C. hanno concluso un inciucio pro-Nesti, ovviamente a danno del popolo di Agliana. E chiama il sindaco con il nomignolo che gli era stato attribuito: bimbominkia, appunto:

 

Metafora della giustizia e della politica a Pistoia

Art. 21 Cost.: Certo abbiamo una giustizia di prim’ordine a Pistoia!


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