burro d’arachidi 5. CRONACHE DI AGRÙMIA: FIDATI ERA UN BUON UOMO, NONTIFIDARE ERA MEGLIO

Se a questo punto la Gip Patrizia Martucci mi chiedesse se ho fiducia nelle «autorità costituite» come lei pretenderebbe, la risposta non si farebbe attendere: risponderei sùbito con un netto, forte e chiaro no. E guardate perché…


Ma con che coraggio hanno potuto dire che noi di Linea Libera diffamiamo?


CI HANNO ARRESTATO E PURE CONDANNATI,

NOI CHE “MONTANELLIANI” CI SIÀM NATI


 

Sonia Caramelli. Questa non la volevano…

 

Andrea Alessandro Nesti ci ha deliziati, in questi anni, con le sue mille querele. Sono anni che ci insegue e ci perseguita dicendo che noi di Linea Libera, la terribile coppia Bianchini-Romiti, lo stiamo infamando e lo ricopriamo di diffamazione. Ma le cose non stanno proprio così, come sostiene lui e la sua scrittrice consorte, vezzeggiata, consolata e scriminata con arabeschi e arzigògoli da un discutibile sostituto Curreli che non ama affatto fare indagini come dovrebbe. Sempre, ovviamente, a nostro parere: e con l’aiuto dei Santi Benigno & Mattarello.

Il 13 marzo scorso, in aula, sulla storia del mai-comandante di Agliana, checché ne dica l’avvocata Annalisa Lucarelli, davanti al giudice e ai due tremendi stalker, gli insopportabili, i perseguitati da tutti perché raccontano le rogne del malaffare in cui sguazziamo a Pistoia e dintorni, è venuta a raccontarci e a dimostrare (al di là di ogni ragionevole dubbio, come nei telefilm amerikani), che non siamo stati noi i persecutori del Nesti, ma è stato il Nesti tesso a vestire, con i suoi lamentosi scoppi di micragna, la divisa del perseguitato. Insomma: dai, picchia e mena, il mai comandante s’è fatto male da sé. Autolesionismo? Mah!

Si ascolta, il 13 marzo, come teste, la dottoressa Donatella D’Amico, segretaria generale di Agliana. Perciò facciamo parlare direttamente lei: che ha giurato ed è più credibile dei due iloti di Sparta, irricevibili come noi e degni di fare la parte del povero capro espiatorio di antica e biblica memoria.

Ci racconta, la D’Amico – riflettete bene –, che nel 2011, con la sindaca Eleanna Ciampolini, quanto il Tar della Toscana mandò a quel paese la soluzione fasulla dei pizzini del concorso nestiano, sostenuta dall’avvocata Turco (così ci risulta – altrimenti chiediamo subito scusa, onde evitare problemi) per far dare ragione al Nesti contro i diritti legittimi, e pure soggettivi, del vero primo in graduatoria, il dottor Mauro Goduto; ci racconta, dicevo, così:

«D’altra parte l’Amministrazione dell’epoca aveva difficoltà a individuare un altro Comandante, non voleva nominare l’Ispettore Turelli, il perché, le ragioni politiche ovviamente non le devo dire io, quindi… comunque c’era stato l’accordo…» secondo il quale l’amministrazione Ciampolini aveva deciso di aspettare a dare esecuzione alla sentenza del Tar rinviandola a quando si fosse espresso il Consiglio di Stato. Che nel 2015 mandò il Nesi dove doveva stare: a casa. Ma Nesti fu ugualmente tenuto in Comune.

E non volevano neppure quest’altra, la Turelli

Cari miei lettori, progressisti e sinistri in prima linea: voi fate quello che volete. Ma se la Ciampolini non voleva né la Caramelli né la Turelli, a vostro modesto parere mono-neuronico, cosa poteva significare, dato che entrambe le vigilesse erano in categoria D, la stessa per la quale era stato indetto il concorso di comandante dei vigili?

Vede, avvocata Annalisa Lucarelli, delle due l’una: o lei non capisce nulla e crede, per difetto di logica, di poterci insegnare come si fa il giornalismo alla Montanelli (con la stessa supponenza con cui si sono espressi, purtroppo non intelligentemente ascoltati da Gaspari, i sostituti Curreli e Grieco); oppure ha sì il diritto di difendere il suo cliente: ma ancor più avrebbe il dovere – per un patrocinio fedele, che a Pistoia spesso sembra un’introvabile araba fenice – di avvisarlo che se esce dalla trincea e passa i cavalli di Frisia finisce smembrato o da una mina antiuomo o dalle mitragliatrici degli avversari.

E ora come la mettiamo, per ricordare il treno di Porretta e la risposta del controllore? Lo vogliamo dire o no che il Nesti era il prescelto – com’era stato scritto nell’anonima lettera inviata in procura e subito stracciata?

E soprattutto, caro Ciottoli-Agnellone, eterodiretto dalla segretaria Aveta insieme al tuo epigastràlgico vomitante e scaghettone? Vista la tua agnellonità, ma da tubate squadristiche, facciamo finta di niente o… la mettiamo a pecora?

Sa dircelo, la procura che ci ha fatto condannare su Nesti, chi voleva la Ciampolini, se non gli andava bene neppure il Goduto? Per chi era stato fatto il concorso? Per qualcuno di Linea Libera, forse?

Vergogna. A te, Agnellone, e a quel falso calunniatore del bimbominkia. Eravate voi, non noi, focàti per togliere di mezzo la sconcezza della storia del Nesti. Poi vi siete calati le brache.

Non vi siete fermati a considerare la vostra impotenza: vi siete divertiti a perseguitare chi raccontava la storia nella sua verità perché non volevate avere grane. E dunque non meritate nessun rispetto perché avete tradito i vostri elettori, il popolo di Agliana e chi vi aveva aiutato nei vostri progetti.

Coprendovi di ridicolo come tutti coloro che, testimoniando il falso e sostenendolo – e qui intendo anche la procura stessa dei sostituti senza il vizio delle indagini –, hanno portato le nostre odiate teste su un piatto d’argento a quel ridicolo processo messo insieme solo su elementi di vera e propria nettezza urbana.

Per la procura che non capisce e non garantisce la certezza del diritto, il tono qui usato è quello della vera e propria “satira all’indignazione”!

Edoardo Bianchini
[direttore@linealibera.it]


Avere fiducia nella giustizia è quasi inammissibile. O no?


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