La candidata a sindaco Sabrina Lazzerini (coalizione Pescia a Sinistra e Pescia in Movimento) interviene sulla intenzione di utilizzare l’ex carcere di Veneri, costruito negli anni Ottanta e mai aperto, per farne un Centro Permanente per i Rimpatri
PESCIA. Il bel regalo del governo Meloni e della destra ai pesciatini è arrivato usando, come al solito, la pelle dei più deboli. Dopo 40 anni di oblìo si sono ricordati di un luogo ormai fatiscente che doveva essere un carcere e mai è stato funzionante e, pensando di risparmiare, hanno deciso che il C.P.R. previsto in Toscana (di cui il Sindaco PD di Firenze, Nardella, ha sostenuto la necessità si, ma non a casa sua) si faccia a Pescia.
“Ma è una cosa vergognosa” sostiene la candidata Sabrina Lazzerini candidata Sindaco di Pescia “non sono possibili mediazioni, quel centro non si ha da fare né qui, né altrove e gli altri, peraltro inutili anche per lo scopo per cui vengono proposti, debbono essere chiusi.
Colpisce anche l’atteggiamento del Giurlani, tra il pilatesco e il furbesco (pensa ai soldi che deriveranno all’Amministrazione Comunale?) che dichiara che nulla può fare il Comune. Falso!
Il Comune di Pescia può e deve costruire opposizione formale, istituzionale e sociale con mille azioni diverse e insieme a tanti soggetti sociali, culturali, religiosi e politici a una scelta crudele come quella di incarcerare senza alcun processo (perché i C.P.R. sono galere non alberghi) gente fuggita da guerre, epidemie, fame e morte.
È ridotta così male la capacità di governo di Giurlani? Che si destinino i fondi che il Governo Meloni ha destinato al loro potenziamento, 42,5 milioni di euro, a garantire accoglienza dignitosa e ad uscire da quella che chiamano emergenza ma in realtà è un immenso business.
Un business in cui fra centro-sinistra e destra non si scorgono differenze sostanziali. Noi di Pescia a Sinistra e di Pescia in Movimento, pensiamo che una città come Pescia meriti una svolta reale nel governo locale, una svolta che indichi anche la via dell’accoglienza e dell’integrazione sociale come metodo di governo per una città, come per l’intera Italia, più giusta.
Comitato Elettorale Insieme, si può