calcetto & razzismo. STORIE DI ORDINARIA (DIS)INTEGRAZIONE

Matteo Salvini, il pericoloso razzista.

PISTOIA. Siccome Salvini è un pericoloso razzista e fascista, e l’Italia è colma di cittadini nelle cui vene scorre il razzismo come un fiume in piena, era strettamente necessario organizzare un evento sportivo dal nome “Un calcio al razzismo”, consistente in un torneo di calcetto che vede cinque squadre su otto formate dai clandestini accolti a Pistoia e dintorni.

Si legge che è il primo torneo di calcetto organizzato da Arci Madiba Onlus e dedicato a tutte le vittime di razzismo.

Per completezza, tanto per raccontare anche una piccola nostra esperienza, la Onlus sopracitata è una di quelle che non si è mai resa disponibile a parlare al telefono per più di trenta secondi, negandoci informazioni sulla sua organizzazione e su come intenda integrare i clandestini che si è aggiudicata tramite appalto.

Chi scrive è stato più volte rimbalzato da una voce femminile che, spazientita, affermava a più riprese di non essere in grado di dare tali informazioni poiché, udite udite, avevano bisogno di più tempo per organizzarsi e, eventualmente, raccontare di tale organizzazione.

Ma allora, ci domandiamo, in base a cosa sono rientrate tra le cooperative e onlus in grado di prestare accoglienza e operare integrazione?

La risposta potrebbe trovarsi proprio in quella specie di evento calcistico di cui stiamo parlando: probabilmente è questa l’unica modalità da conosciuta per integrare i clandestini nel tessuto sociale pistoiese.

Un immigrato durante una partita di calcio intento a fare un dribbling

Ma se la giornata di pallone può essere accettabile in quanto evento ludico, difficilmente si può sopportare il titolo datogli che, a rigor di logica, lascia intendere che a Pistoia e nell’Italia intera avvengano gravi e ripetuti eventi di razzismo anche violenti.

Si definisce vittima, difatti, chi perisce in una sciagura o chi soccombe all’altrui inganno e prepotenza. Rientrano in tali categorie i baldi giovanotti entrati clandestinamente in Italia e mantenuti quotidianamente dai contribuenti dello stivale?

Contemporaneamente, il consorzio Co&so gestirà il progetto Sprar fino al 2019, ovvero il “Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati”.

Assieme a Palazzo di Giano parteciperanno i comuni di Agliana, Quarrata, Pieve a Nievole, Monsummano e Serravalle Pistoiese. A chiudere la fila degli altruisti troviamo, ovviamente, anche quattro cooperative.

Il valore complessivo dell’appalto ammonta a 2 milioni e 475.483 euro, e, trattandosi di seconda accoglienza, i nobili scopi consistono nella mediazione linguistica, nella formazione professionale e nell’inserimento lavorativo e abitativo.

Dovrebbero, gli organizzatori della partita di calcetto e quelli del progetto Sprar, farsi una chiacchierata preliminare: perché altrimenti, se i primi strillano al razzismo mentre i secondi gestiscono due milioni e mezzo di euro per l’integrazione degli stessi clandestini, finisce che, anziché darli al razzismo, i calci se li danno tra di loro e sugli stinchi e… altrove.

E avrebbero poi una scusa in più per non risponderci al telefono.

[Lorenzo Zuppini]

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Diogene il cinico

LA LOGICA. Tra essere razzisti ed essere logici passa la stessa distanza che corre tra fare l’amore e dedicarsi alla nobile arte di Onan.

Se è vero quello che dice Lorenzo Zuppini, e far giocare al pallone i neri è progetto educativo antirazzista, facciamo chiudere tutti gli stadi e mettiamo tutti ai lavori forzati: ne torna in risparmi per forze dell’ordine; ne torna in risparmi per i cittadini non neri che pagano palate di tasse per poi avere strade, fogne e fiumi pieni di buche, di sudicio e di pericoli.

Manteniamoli pure, questi sedicenti esuli. Ma che almeno qualcosa producano anche per lo stivale da cui chiedono puppa e sostegno.

Sono cinico? E chi l’ha detto che devo essere mieloso? Le cooperative che non rispondono al telefono…?

Diogene

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