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PISTOIA. Sulla carta, specie nello sport, tutto è bello, tutto è rosa, tutto è ricco di speranze, di sogni. Poi, però, è il campo che giudica: ed è implacabile. Arriva sempre, puntuale, il redde rationem, la resa dei conti: allora ti accorgi che non tutto era mirabile come sembrava.
Il giornalismo attuale fa passare tutto, senza filtri: dà al lettore, che spesso va aiutato nell’analisi (altrimenti che ci stanno a fare i giornalisti?), un fiume di notizie e come nei fiumi, la cui acqua impetuosa scende a valle dopo un temporale a monte, c’è di tutto, l’acqua appunto e i detriti. Spesso più fango e sporcizia di acqua chiara dolce fresca, in una parola linda.
Nei giorni scorsi l’Unione Sportiva Pistoiese 1921 ha annunciato l’inizio dell’attività del Calcio Femminile Pistoiese 2016, la sezione calcistica dedicata al gentil sesso della società arancione. Non una novità assoluta per chi conosce un po’ di storia pallonara – la grande Agliana, vincitrice di scudetto, assoluto e giovanile, e Coppa Italia, nacque a Pistoia come Pistoiese negli anni Ottanta del secolo passato –, ma sulla carta una novità rilevante.
È sempre stupendo quando nasce qualcosa, in particolare nello sport. E così questa Pistoiese andrà ad aggiungersi a realtà storiche quali Real Aglianese e Giovani Granata Rb Valdinievole, la fusione di Monsummano e Montecatini Terme. Una possibilità in più per tante bambine e ragazzine, sempre che ve ne siano di interessate e non si vadano a sottrarre alle altre, in sciocche dispute campanilistiche.
La Pistoiese maschile, dell’attivissimo Orazio Ferrari, ha puntato forte sulla branca donne: tant’è che in questi giorni afosi, escono comunicati a raffica per annunciare colpi (anche di 11enni!). Non sta a noi, comunque, repetita iuvant, giudicare: sta al campo, sta al tempo.
L’esordio del nuovo sodalizio non fu brillante né incoraggiante: l’organizzazione del torneo pre-Epifania allo stadio di Pistoia si risolse in polemiche e arrabbiature, in primis delle compagini invitate, costrette dal maltempo a non giocare (chi allestì, non pensò a una valida e concreta alternativa).
Ma ricordiamoci che da allora sono passati mesi e rammentiamoci pure che le lezioni servono per migliorare, crescere. Così come i giornalisti hanno bisogno di fare gavetta, tanta gavetta per apprendere i segreti della professione (per poi confrontarsi con i corsi professionali, che spesso parlano alla Luna), non ci si può improvvisare né dirigente né tecnico.
È necessario fare l’apprendistato, imparare a muoversi, conoscere regole e regolamenti, sapere. E poi essere dotati di buonsenso e psicologia. Non si fa per mettersi in mostra, si fa per gli altri, per aiutare i giovani a praticare uno sport. Non si fa per intascare, guadagnare, speculare, si fa per irrobustire il club e con questo aumentare le possibilità di aggregazione, socializzazione, espressione. Specie a livelli dilettantistici come nel femminile.
Una fatica, purtroppo, verrà evitata. Partire da zero, iniziare a confrontarsi, cercare di vincere, imparare a perdere, fondamentale, e vincere, importantissimo. La prima squadra del CF Pistoiese 2016, infatti, proprio perché sotto alla Pistoiese maschile potrà partire dalla serie C regionale toscana. Evitare la D. Essenziale, quindi, durare più che mietere allori: durare nel tempo, porsi come solida realtà.
Forza, allora, CF Pistoiese 2016: saremo tutti bene attenti ai tuoi movimenti. Ti seguiremo, con piacere.
[Gianluca Barni]