caminetti e coltelli. MANETTI, IL SEGRETARIO DI ACCIAIO

Il capogruppo di maggioranza Matteo Manetti

AGLIANA. La nostra attenzione alle esternazioni di Guido Del Fante è caduta nel vuoto: Guido non ha risposto.

Lui sa bene (come tutti i comunisti doc) che, per non qualificare in senso istituzionale l’avversario (e la nostra testata  è ben orientata) e non fare divulgazione indiretta a una critica al suo pensiero per come centrata, deve ignorarlo.

Ma il trionfo della retorica – in salsa vetero-comunista che ha fatto impallidire anche l’amico Virgilio Dominici, autorevole Presidente di categoria – spetta sicuramente al segretario dem di Agliana Matteo Manetti che, nella sua replica al Guido Del Fante, ha mancato solo di richiamare il valore dell’antifascismo, quale crisma preminente da assicurare per ogni angolo della cittadina con delle massicce dosi di dem-pensiero-cultura.

Avrà sicuramente capito il Matteo nostrale, che la vittoria di Tomasi e il rovesciamento di Pistoia, oltre l’esito delle recenti politiche, hanno dimostrato bene come il fascismo sia stato un movimento politico oramai scomparso e che sopravvive solo a Predappio per motivi commerciali, rimanendo un evento che è di esclusiva rilevanza storiografica e dunque culturale.

estatto del Comunicato del Pd aglianese

Matteo (al quale gli facciamo un abbraccio di solidarietà per essere contemporaneamente segretario del Pd locale e avere – che sfiga – il nome del più famoso supersegretario Bomba che, il partito, l’ha demolito in un lustro) dice di “capire parzialmente” l’ex compagno Guido, in chiara crisi di secessione e si indigna pure, per come “critica l’interlocutore” che minaccia – in modo recondito – la più esiziale spaccatura. Ma che doveva fare?

Dunque, sembra dire l’omonimo del Bomba: come ti permetti di criticare? L’argomento sul quale riconoscersi è quello più vieto e retorico della necessità di “ritrovarci su temi e proposte, dettate dalle necessità del paese”. What else?

Osserviamo noi, strabiliati l’originalità del pensiero del segretario piddìno che, per ammonire il recalcitrante profugo e secessionista, propone una sequela di ovvietà che ci avrebbero fatto spellare le mani, se solo fossimo stati nello studio di Giletti, a Non è l’arena. 

Guido Del Fante

Questa proposta del Matteo, la potrete mettere in bocca a qualunque altro esponente di partito perchè è universalmente applicata e applicabile: che arguzia e sensibilità programmatica!

Purtroppo non siamo da Giletti, ma ad Agliana, dove a Settembre inizia la campagna elettorale.

Ridicola, presuntuosa e davvero anacronistica la chiusura del segretario che trova il coraggio di ricordare, a se stesso (il resto del mondo sa bene che non è più così da mò) che “il Pd è la realtà più importante del territorio e dovrà continuare ad avere un ruolo centrale”.

L’argomentazione del segretario dem è dimostratamente fasulla illogica e viziata e – lo sappiano tutti – sarà così classificata definitivamente alla prima competizione amministrativa (è il ballottaggio, bellezza): Matteo dovrà imparare a usare altri termini, attingendo dal pozzo dell’umiltà e della moderazione.

Sbagliato l’uso del termine “dovrà” che avrebbe dovuto (non abbiamo scritto potuto) essere sostituito con il più realistico e coordinato (alle vicende nazionali) con il verbo “potrà”. Dovere – lo sappia il segretario visto che il Commissario Fragai non glielo ha insegnato – è verbo ben diverso da Potere.

Il Pd aglianese dimostra così la perpetrazione di quella arroganza relazionale che lo ha sempre distinto e che, alla primavera del 2019, lo consegneranno alla tutela del Wwf, quale specie protetta.

Noi staremo sulla riva del fiume e aspetteremo che passi.

[Alessandro Romiti]

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